Brasile – Colpo di stato eterodiretto (dagli usa e israele) e futuro di lacrime e sangue per tutti noi

L’organizzazione per la trasparenza WikiLeaks denuncia il presidente ad interim Michel Temer, salito alla presidenza brasiliana con un colpo di Stato soft che ha deposto la presidentessa Rousseff, quale informatore dell’intelligence degli Stati Uniti. Temer, vicepresidente del Brasile dal 2011, ha preso il potere dopo che il parlamento del Brasile ha sospeso Rousseff in attesa dei risultati del procedimento dell’impeachment. I cablo, contrassegnati “sensibili ma non classificati“, contengono la sintesi delle conversazioni di Temer, allora deputato federale brasiliano, coi funzionari dei servizi segreti degli Stati Uniti. La prova schiacciante è fornita da una serie di tweet di Wikileaks collegati ai dispacci diplomatici che evidenziando le informazioni fornite da Temer ai militari e al Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti. Chiaramente, l’evoluzione della guerra non-convenzionale (UW), descritta nel manuale 2010 delle Forze Speciali, si attuata pienamente negli eventi in Brasile, dispiegandosi con la guerra ibrida, essenzialmente la militarizzazione della teoria del caos, ampiamente abbracciata da tutto lo spettro militar-spionistico degli Stati Uniti. Il manuale dell’UW evidenzia che la percezione di una vasta “popolazione non impegnata” sia essenziale per il successo, e che tale fascia non impegnata infine può essere usata per contrastarne i leader politici. Il processo va dal “supporto all’insurrezione” (come in Siria) ad “ampliare il malcontento con propaganda e sforzi politici e psicologici per screditare il governo” (come in Brasile), spiegando che quando un’insurrezione mette radici e comincia a crescere, l’”intensificazione della propaganda e la preparazione psicologica della popolazione alla ribellione” dovrebbero accompagnarla, come nel caso del Brasile.

BRICS è l’acronimo dell’associazione delle cinque principali economie emergenti: Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. Il raggruppamento era originariamente conosciuto come “BRIC” prima dell’inclusione del Sud Africa nel 2010. Secondo l’analista politico Pepe Escobar: “La molto ben argomentata tesi in tre parti chiarisce l’obiettivo centrale della grande guerra ibrida; “interrompere i progetti transnazionali multipolari attraverso conflitti identitari provocati esternamente (etnici, religiosi, politici, ecc) nello Stato preso di mira…” I Paesi BRICS, parola/concetto estremamente sporco per l’asse Beltway-Wall Street, sono gli obiettivi principali della guerra ibrida, per una miriade di ragioni, tra cui la spinta al commercio nelle valute nazionali bypassando il dollaro USA; creazione della banca di sviluppo BRICS; l’unità verso l’integrazione dell’Eurasia, simboleggiata dalla convergenza tra Nuova Via della Seta guidata dalla Cina, o Fascia e Via (OBOR) nella terminologia ufficiale, e l’Unione economica eurasiatica (EEU) guidata dalla Russia”. Ciò spiega in gran parte le turbolenze nella società civile brasiliana. Anche se vi sono molti problemi strutturali inerenti l’apparato politico in Brasile, tali problemi sono sfruttati da potenze estere nel tentativo di creare un ambiente politicamente più attraente per Stati Uniti e compari neoliberali che manovrano per le posizioni di potere, come esposto dall’informatore dell’intelligence USA, facendo salire alla presidenza del Brasile Temer. L’analista politico statunintense-brasiliano Eric Draitser annotò nell’articolo di marzo per MintPress News: “La destra è la forza trainante delle proteste… Due dei gruppi principali responsabili dell’organizzazione delle manifestazioni sono il movimento Brasile libero (MBL) e Studenti per la Libertà (EPL), con legami diretti con Charles e David Koch, miliardari neocon statunitensi così come le altre figure di spicco dell’estrema destra della dirigenza neoliberista“. Il noto giornalista Glenn Greenwald va alla radice della questione scrivendo che Temer “servirà fedelmente gli interessi dei più ricchi in Brasile: ha intenzione di nominare funzionari di Goldman Sachs e FMI (Fondo Monetario Internazionale) per dirigere l’economia e in caso contrario installare una squadra neoliberista totalmente priva di legittimità“. Non si sbaglia pensando all’enorme sforzo segreto dagli Stati Uniti per mantenere con qualsiasi mezzo la posizione egemonica negli affari globali, contro i BRICS. Gli eventi in Brasile sono senza dubbio l’ennesimo colpo di Stato organizzato da Washington. Tale nuova forma di sofisticata guerra ibrida si dimostra un’arma insidiosa che può fomentare il cambio di regime senza sparare un solo colpo.

Jay Syrmopoulos – The Free Thought Project

Traduzione di Alessandro Lattanzio – Sito Aurora

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Articolo collegato:

Un giornale di Tel Aviv annuncia: gli usurpatori brasiliani nominano nuovo capo della Banca Centrale un israeliano organico a FMI e Banca Mondiale
[Pino Cabras]

A ulteriore conferma che in Brasile c’è un clima da colpo di Stato e non un avvicendamento qualsiasi, ecco una notizia che la quasi totalità dei media mondiali ha ignorato sebbene provenga da una fonte clamorosa: lungi dal limitarsi agli affari correnti, il governo del presidente a interim Michel Temer, come primo provvedimento, avrebbe deciso la nomina del nuovo presidente della Banca Centrale. Si tratta di un nativo israeliano, Ilan Goldfein, esponente di spicco della maggiore banca privata brasiliana e un curriculum da reggi-sacco del FMI e della Banca Mondiale. La notizia è stata anticipata dal solitamente ben informato quotidiano di Tel Aviv Yedioth Ahronoth, è stata ignorata dall’intera stampa mondiale (che sul Brasile si volta dall’altra parte), e inizia a essere rilanciata in Brasile, anche se non si registrano prese di posizione di politici brasiliani, nemmeno quelli spodestati dal golpe.
Sebbene non ci siano altre conferme, se ne dovrebbe parlare per chiedere riprove o confutazioni. Lo si fa per illazioni molto meno importanti e meno fondate.
Di certo Goldfein è una figura organica alle classi che vogliono distruggere tutto quello che si è costruito nelle presidenze di Lula e di Dilma. Come potrete leggere nell’articolo israeliano, il presunto presidente in pectore del Banco Central do Brasil tuona contro la corruzione come causa di tutti i mali e annuncia sadicamente che la classe media dovrà «affrontare la decimazione dei suoi sogni»: la solita litania neoliberista sul popolo che vive al di sopra dei propri mezzi. Certo sarebbe curioso vedere questo paladino del rigore e della pulizia morale mentre riceve l’incarico dalle mani sporchissime del neogoverno, guidato da politici pieni di carichi penali per corruzione, a partire dall’azzimatissimo “asset” degli USA, Temer.
Non sappiamo se sarà davvero Goldfein a sovrintendere alle riserve d’oro del grande paese sudamericano. Di certo potrà contare su grandi riserve di bronzo, nelle facce dei nuovi governanti usurpatori, e forse nella sua.

Buona lettura.

Un israeliano diventa presidente della Banca Centrale del Brasile

Sullo sfondo della sospensione di Dilma Rousseff da presidente del Brasile in seguito ad accuse di corruzione, è stato annunciato che Ilan Goldfein, capo economista della più grande banca privata del paese, diventerà presidente della Banca Centrale brasiliana.

di Itamar Eichner – Yedioth Ahronoth

Ilan Goldfein, nato ad Haifa (Israele), è stato indicato giovedì per essere il nuovo presidente della Banca Centrale del Brasile in seguito alla sospensione della presidente brasiliana Dilma Rousseff, accusata di corruzione [NdT: in realtà accusata di manipolazione del bilancio statale: l'errore dell'articolista si ripete anche più avanti].

Goldfein aveva precedentemente lavorato come capo economista presso Itau, la più grande banca privata del Brasile, come assistente del governatore della Banca del Brasile, nonché consulente per la Banca Mondiale e il Fondo monetario internazionale.

Goldfein ha conseguito il dottorato di ricerca in economia presso il MIT. È considerato uno dei maggiori e stimati economisti del Brasile, ha lavorato come docente presso le migliori università ed ha pubblicato numerosi articoli. Oltre al portoghese, parla l’ebraico, l’inglese e lo spagnolo. La sua famiglia risiede in Israele, dove si reca spesso.

La nomina di Goldfein arriva sulla scia di un affare di corruzione che ha portato alla sospensione della presidente brasiliana Dilma Rousseff, che sta affrontando un processo con l’accusa di aver truccato i bilanci per nascondere il deficit del paese durante la sua campagna di rielezione del 2014.

Goldfein si è detto molto confortato dalle indagini per corruzione attualmente in corso contro la Rousseff, altri politici di altissimo profilo e grossi membri della comunità imprenditoriale del Brasile, ritenendo che, anche se il risultato di questa vasta azione di pulizia fosse temporaneo, avrà comunque un effetto di stabilizzazione sull’economia del paese colpito dalla recessione.

La nomina di Goldfein è stata annunciata in un momento di grave difficoltà per l’economia del paese, che continua a perdere di valore, e alla luce di previsioni che indicano come la crescita ecomica del paese stia rallentando. «L’economia brasiliana è enorme», ha affermato Goldfein, «ma è troppo chiusa: esportiamo solo il 15 per cento del nostro prodotto interno lordo, il che non è molto.»

Goldfein indica le responsabilità della attuale situazione nella cattiva condotta fiscale del governo, dicendo che «Si sta attualmente conducendo un’indagine molto importante che si occupa di corruzione con flussi di denaro dal settore privato ad aziende pubbliche, da Petrobras (società petrolifera di stato coinvolta nello scandalo) ai politici. Per la prima volta abbiamo miliardari in carcere. Abbiamo politici in carcere. La gente potrebbe chiedere: ‘Perché sta accadendo tutto questo, tutto in una volta?’ Con un’attività investigativa senza precedenti, la peggiore recessione della nostra storia e la recente sospensione presidenziale. È solo frutto di una terribile coincidenza? No, ovviamente. Quello che è successo è che la classe media, che aveva pensato di diventare ricca e le cui aspirazioni stavano per avverarsi, deve ora affrontare la decimazione dei suoi sogni».

Goldfein ha stimato che, per uscire con successo dalla crisi attuale, il governo dovrà prendere misure impopolari, come l’aumento delle tasse, tagli al bilancio e l’innalzamento dell’età di pensionamento, che attualmente si attesta su una media di 50-55, fino a 65 anni. «Il problema è che invece di affrontare la realtà, l’economia brasiliana è entrata in una fase di negazione», ha dichiarato.

Goldfein ha continuato dicendo che «il governo ha fallito, motivo per cui tutti sono arrabbiati e sostengono l’indagine in corso. Prossimamente, chi dovesse prendere in considerazione di compromettersi con il governo si dirà, ‘Beh, posso scegliere di fare questi soldi legalmente o andare in prigione per 30 anni,’ e trarrà da solo le conclusioni. Ci sono già segnali di ripresa, quindi penso che le cose gireranno in positivo, anche se non durerà per sempre.»

di Pino Cabras.

Fonte: http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4803273,00.html

Traduzione per Megachip a cura di Simone Santini.

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