Negazionismo. Se la “democrazia” nuoce gravemente alla ricerca storica
“Nei giorni scorsi, il 3 maggio 2016, abbiamo toccato con mano che anche nella democratica Italia d’ora in avanti puoi finire in galera se pensi, dici o scrivi cose “sbagliate” (http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/03/negazionismo-ok-senato-al-ddl-che-introduce-aggravante-a-legge-mancino-si-rischiano-fino-a-6-anni-di-carcere/2693158/). Sbagliate per gli onorevoli che siedono in parlamento e soprattutto per i loro suggeritori, s’intente. In altre parole il Legislatore ha stabilito con apposita legge che per perdere la propria libertà personale basta un semplice reato di pensiero o di parola, ossia uno psicoreato. Con questo, tuttavia, cade uno dei grandi miti della nostra epoca, vale a dire che “la democrazia è l’unico sistema che garantisce il diritto alla libertà di parola”: un diritto che molte persone collegano erroneamente proprio alla Democrazia stessa. In realtà quest’ultima vi ha ben poco a che fare, perché la democrazia si basa su tre princìpi fondamentali: avete il diritto di voto, avete il diritto per correre per una carica, e la regola della maggioranza. Tutto qui. Il resto è solo fumo negli occhi, che adesso inizia a diradarsi…”
Paolo Sensini
Mio commentino: “Ecco un mio articolo prima della nefasta legge che punisce la “libertà di pensiero e di ricerca storica”: https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2016/01/21/olocausto-e-liberta-di-ricerca-storica/