Cannabis – La legalizzazione richiesta dall’intergruppo ha fini speculativi commerciali e di schedatura dei consumatori
Ciao a tutte e tutti, vi aggiorno sulle puntate precedenti, abbiamo iniziato poco più di un mese fa con un primo articolo di denuncia e approfondimento molto critico verso la proposta del gruppo parlamentare trasversale noto come ”INTERGRUPPO PER LA LEGALIZZAZIONE”, in un momento in cui erano tutti ipnotizzati da questo falso miraggio, frutto di una campagna mediatica ossessiva, con giornali come Repubblica per esempio, che ne parlavano quotidianamente.
Siamo stati la prima voce contro e lo abbiamo fatto con tre articoli, il primo era “il gioco delle tre carte”
http://www.millionmarijuanamarch.info/2-non-categorizzato/47-il-gioco-delle-tre-carte-la-proposta-dell%E2%80%99intergruppo-per-il-monopolio-sulla-cannabis.html .
Poi il secondo, con una traduzione di un articolo di un attivista canadese che illustrava la loro drammatica situazione, costretti a utilizzare cannabis intossicata dai velenosi fitofarmaci prodotti della Monsanto e il parallelo tra gli effetti del monopolio in Canada e i futuri pericoli per l’Italia con una proposta con un impianto legislativo simile.
http://www.millionmarijuanamarch.info/2-non-categorizzato/48-monsanto-and-health-canada-cannabis.html .
Infine pecunia, il terzo e finora ultimo, su uno strano marchio che ha iniziato tempo fa una campagna di vendite di concessioni governative in sub appalto con il meccanismo del franchising
http://www.millionmarijuanamarch.info/2-non-categorizzato/49-cannabis-nativa-monopolio.html .
Il tutto anche sulla nostra pagina FB
https://www.facebook.com/Million-Marijuana-March-Italia-201744843198175/timeline/ .
Inizialmente erano tutti pronti a difendere la proposta, dagli idioti su i social che ci davano dei matti e/o complottasti, senza spiegare perché e altri ancora che provarono a fermarci tentando impossibili opere di convincimento, spaventati dalla nostra minaccia di mobilitare le piazze contro questa PL.
Poi tutto ha iniziato a cambiare, ora diversi loro sostenitori/frequentatori li contestano, arrivando in alcuni casi anche agli insulti sulla pagine dell’intergruppo e di “Possibile”, rimasti in un imbarazzante silenzio mentre noi rilanciavamo alzando il tiro su collegamenti tra la politica e gli interessi inconfessabili che descrivevamo.
Gli unici che hanno tentato di rispondere lo hanno fatto in maniera risibile, eludendo le nostre 4 domande sono NATIVA, il brend italiano della cannabis, un marchio con lo stesso nome di unmarchio che risulta essere registrato dalla Nestlé.
Senza fornire neanche il link al marchio che affermano avere registrato e oltretutto pure in una classe merceologica della classificazione di Nizza (la 31) non pertinente perche contiene solo vegetali freschi e non essiccati a differenza della classe 29 (piante e vegetali essiccati per uso umano) che risulta essere della Nestè, recentemente rinnovato fino al 2022.
Senza rispondere inoltre su chi siano i politici dell’intergruppo sui quali loro stessi, in una recente intervista ad una rivista di settore (linkata), affermavano operare azione di lobbying.
Senza rispondere se siano anche costoro loro soci nella società ma soprattutto come fanno a sapere già da ora, prima che la legge venga varata che le concessioni governative saranno poche e loro la avranno, tanto da cederle in sub appalto con il meccanismo del franchising e ai loro esorbitanti prezzi.
Se le concessioni fossero accessibili a tutti non si capirebbe altrimenti perché degli imprenditori dovrebbero rivolgersi a loro sottoscrivendo l’offerta commerciale pubblicata sul loro sito.
Ma tralasciando questa non importante sebbene molto descrittiva vicenda, per noi chiaro esempio di come questa impostazione sia prevalentemente se non esclusivamente finalizzata al profitto e agli investimenti finanziari piuttosto che ai diritti, alle libertà e alla inclusione sociale che è ciò che più ci interessa, passiamo a noi.
Successivamente apprendevamo con soddisfazione, l’uscita a fine febbraio 2016 di “YES WE CANNABIS 2”, prodotto da “ANTIGONE”, “COALIZIONE ITALIANA LIBERTA E DIRITTI CIVILI” e “NON ME LA SPACCI GIUSTA”.
Nella seconda edizione affermano che seppur inizialmente “..salutammo con favore tale Proposta di Legge già in altri scritti..”, prendono ora le distanze dall’obbligo di comunicare generalità e luogo di coltivazione alla più vicina sede regionale dei MONOPOLI DI STATO per le piante personali, descrivendone i pericoli e lamentando “..a nostro avviso, una limitata visione di riduzione del danno e pare incentrato maggiormente sugli aspetti commerciali di tale legalizzazione che sui diritti degli utilizzatori di sostanze..”.
Affermazioni che non possono che trovarci concordi.
Vedi breve estratto in fondo alla pagina tratto dalle pagine 48-49 del doc al link: http://www.associazioneantigone.it/upload2/uploads/docs/YWC2016.pdf
Riteniamo che i principi della “Carta di Genova” in quanto tali sono valori che non scadano mai, se sono principi tali restano nel 2016 come nel 2014 e almeno quattro articoli di quella carta, l’11, il 12, il 13 e il 14 sono in evidente contrasto con questa PL.
Nell’appello invitiamo i firmatari del cartello di Genova a rivendicarli ora come allora, rammentando che quella “carta” fu prodotta come una nostra “COSTITUZIONE”, una piattaforma condivisa da utilizzare come base comune da reclamare verso chi in futuro avesse voluto legiferare in materia.
Nel frattempo abbiamo iniziato a sentirci con le storiche realtà di base della galassia dell’autogestione, da sempre componente propulsiva del movimento antiproibizionista autorganizzato.
Abbiamo prodotto un appello, pubblicato ieri, giovedì 3 marzo alle ore 13, che ha raccolto abbastanza firme prima della sua divulgazione per contatti diretti della rete e che è la base di un cartello che a breve, siamo certi crescerà, ora che l’appello è pubblico.
E’ un appello contro i pericoli del nuovo monopolio che creerebbe una deriva oligopolista con il sistema delle concessioni governative, con conseguente perdita della libertà di scelta di tutte/i noi e l’impossibilità di autodeterminare il proprio consumo, non potendo gestire, a differenza che nella autoproduzione, la scelta varietale delle piante e il metodo di coltivazione (organico oppure chimico), il momento della raccolta, precoce o tardiva e la essiccazione, secondo i propri gusti personali.
Le nostre libertà personali verrebbero compromesse e potrebbero essere attaccati i nostri diritti civili grazie alle sanzioni che scaturirebbero dalla schedatura di massa dell’obbligo di comunicare generalità e luogo di coltivazione per le piante personali, rimanendo invariata tutta la parte sanzionatoria, che potrebbe essere fonte di problemi ad esempio, per la patente e quei lavori dove sono previsti controlli.
Già questa estate eravamo rimasti stupiti nel vedere un partito che ha la parola ECOLOGIA nel suo nome, non prendere le distanze ma addirittura fare quadrato attorno (tanto da invitarlo a parlare di ambiente e energia in una iniziativa centrale del partito in Abruzzo a fine estate) al suo deputato Adriano Zaccagnini, che il 28 luglio scorso, presentò la sua PL in campo agricolo alla Camera che, secondo gli annunci, sarebbe dovuta servire a semplificare la coltivazione della canapa in campo agronomico.
In realtà conteneva due pericolose trappole, come denunciato dal sito www.biocannabis.it, della Azienda Agricola BioCannabis nella sezione “NEWS”, fin da fine luglio 2015.
Avrebbe consentito, con un articolo poi bocciato da un’altra Commissione della Camera, quella all’Ambiente, il primo ECODISASTRO della storia perpetrato con la canapa, se dopo avere usato quelle piante per bonificare terreni pesantemente inquinati, fossero state impiegate come combustibile per produrre energia in impianti a biomassa.
Avrebbe poi addirittura consentito il ritorno della nostra amata pianta, con contenuto in THC superiore al’1%, NELLA TABELLA UNO, quella delle cosiddette “droghe pesanti”, COME AL TEMPO DELLA Fini/Giovanardi, con un altro articolo, anche questo poi bocciato da un’altra Commissione della Camera, la Commissione Giustizia.
Entrambi questi articoli sono stati bocciati delle due commissioni per gli stessi motivi e normative italiane e europee da noi citati mesi prima bei nostri articoli, ma la proposta del (molto poco, anzi nulla) Onorevole Adriano Zaccagnini, sebbene depurata dai suoi pericoli peggiori è ancora una proposta mediocre, finalizzata a difendere i grandi interessi finanziari. Non a caso per esempio, non consente l’uso erboristico della pianta, quindi, sarebbe possibile se la PL non venisse successivamente modificata in Senato, commerciare in farmacia estratti, tinture madri e infiorescenze,AD ESCLUSIVO BENEFICIO ECONOMICO DELLE FARMACEUTICHE.
Zaccagnini è membro del famoso INTERGRUPPO PER LA LEGALIZZAZIONE e se nella distrazione generale, disgraziatamente la canapa fosse tornata in tabella uno, ci saremmo ritrovati presi per il collo, avrebbero avuto gioco facile i sostenitori di questa finta “legalizzazione”, finalizzata al profitto, nello zittire le nostre proteste verso questa PL, avrebbero facilmente potuto sostenere che sarebbe stato meglio il monopolio che la galera per 4 canne.
Non a caso il varo della PL alla Commissione Agricoltura della Camera, prima delle nostre proteste e delle successive cesoie in altre commissioni della Camera dove Zaccagnini non è presente, fu salutato con entusiasmo il 28 luglio 2015, come nella più becera tradizione delle leggi truffa, che nella storia parlamentare italiana furono sempre fatte passare, fin dalla prima repubblica pentapartitica in quel periodo pre vacanziero.
Bettino Craxi, durante il primo governo Amato, scelse il 31 luglio del 1992, per cancellare gli scatti della contingenza o scala mobile, fu tolto ai salariati (con l’esclusione dei dirigenti), l’unico strumento che consentiva agli stipendi dei dipendenti, di mantenere uno stabile valore economico agganciato agli aumenti delle merci causati dall’infrazione e svalutazione della lira.
Che quello dell’intergruppo sia un progetto finalizzato al mercato e non alla legalizzazione, lo dimostra il fatto che oggi, 4 marzo, 5 giorni prima del pronunciamento della Consulta, che il 9 marzo dovrà esprimersi sulla incostituzionalità del divieto di coltivazione per uso personale, nessuno degli oltre 200 parlamentari del gruppo trasversale abbia speso una sola parola.
Se fossero motivati dal desiderio di legalizzare per decriminalizzare un costume oramai di massa tanto da potersi definire “costume sociale”, quale migliore occasione di questa?
Io personalmente e spero di essere smentito dagli eventi, non sono ottimista sul verdetto della Corte Costituzionale, ma apprezzo chi come Free Weed ha organizzato un presidio a Roma per la mattina del 9 marzo, vedi: http://freeweed.it/9-marzo-2016-la-corte-costituzionale-si-esprimera-entro-mezzogiorno/ .
Un altro deputato “Intergruppista”di SEL, è Daniele Farina, al quale però riconosciamo tutt’altro spessore politico e culturale del deputato clandestinamente rimasto nella lista del Genuino Clandestino, nonostante siamo ora su posizioni politicamente distanti sulla legalizzazione, siamo certi che mai avrebbe prodotto quei due articoli e anzi, si è immediatamente impegnato per cancellare in Commissione Giustizia dove egli è, l’articolo che avrebbe riportato in tabella uno la canapa, firmato e approvato in Commissione Agricoltura da Adriano Zaccagnini.
Detto ciò, le nostre posizioni sono attualmente distanti con Daniele, anche se un tempo fummo compagni di viaggio, noi intendiamo l’argomento Cannabis come un bene comune e coltiviamo, diritti e inclusione, privilegiando l’umanità agli interessi della finanza, mentre i loro slogan sono “Legalizzala e Tassala”, “Coltivare l’Economia”, come si può constatare al seguente link, vedi: https://www.facebook.com/events/1165038073509711/
Una iniziativa dibattito svoltasi il 3 ottobre scorso al Leonkavallo di Milano, dove Farina e Della Vedova magnificavano la proposta intergruppista, con l’aggravante del cattivo gusto di invitare in un “Centro Sociale” anche se molto, ma molto sui generis, un esponente della destra, approdato la prima volta in Senato con Forza Italia.
Presto verrà indetta una assemblea nazionale che deciderà e lancerà le mobilitazioni, se come crediamo non cambieranno strada, accettando le modifiche da noi proposte nell’appello.
Intanto il nostro appello è su molti siti oltre che sul blog della rete https://lafinedelmondoproibizionista.wordpress.com/ , compresa la pagina FB e il sito ufficiale della MMM (Italia) e i siti di altri firmatari.
Qualsiasi realtà ritenga prioritari i diritti delle persone, piuttosto che i profitti della finanza, può sottoscriverlo e rilanciarlo. Detto ciò, passiamo a noi, sulla cannabis si sono sempre sperimentate e si continuano a sperimentare, le normative più estreme finalizzate alla privatizzazione di un bene comune come è una specie botanica, sottratta alla umanità per il profitto dei soliti furbetti che credono di essere i padroni del mondo.
Non a caso L’Art. 63-septies, di questa PL, al comma 3, così recita alla lettera “..a) per la coltivazione della cannabis, prescrivendo le modalità di acquisizione delle sementi..”,prevedendo anche che perfino le sementi della cannabis saranno gestite dal monopolio.
Un laboratorio normativo, quello sperimentato sulla cannabis, poi applicato ad altre specie botaniche, una rete come terra/Terra, non può, a mio avviso, rivendicare la indispensabile e sacrosanta autoproduzione fuori dalla agroindustria praticata nei suoi mercatini senza attaccare chi prova a introdurre monopoli e oligopoli sulle specie botaniche, che domani potrebbero essere altre oltre alla cannabis.
Non a caso questo appello è stato coprodotto anche da realtà come il CSOA Forte Prenestino, dove da sempre il terra/Terra è gradito ospite, e firmato per esempio da STRIKE SPA che del connettivo ospita le assemblee.
Per questi motivi avevo invitato il connettivo ad aderire dopo averne discusso in assemblea, inviando una settimana fa l’appello prima che fosse pubblicato, appello sul quale alcuni si sono espressi favorevolmente in lista. Poi, domenica non si è trovato il tempo per parlarne anche grazie al fatto che il blocco del traffico costrinse i partecipanti a ripartire prima delle 16,30, ma sono ora a riproporre questo tema alla discussione collettiva, invitando chi è iscritto alla lista Genuino Clandestino ad inoltrare anche a loro la stessa richiesta di adesione all’appello.
Poi, scusate ma si apre un problema politico: Come mai io e la nostra azienda agricola BioCannabis S.S.A., pur essendo nel connettivo t/T e pur essendo agricoltori, oltretutto anche impegnati nella difesa dei beni comuni, contrastando leggi che favorirebbero solo i padroni del vapore, ancora non siamo nella mail list del Genuinino Clandestino, dove invece è ancora inspiegabilmente presente anche se silente, un deputato che agricoltore non è?
Un deputato non agricoltore, che oltretutto, quegli interessi opposti ai nostri principi fondanti difende con le sue assurde e pericolose PL contro le quali noi tutte e tutti pratichiamo la resistenza quotidianamente?
Questa estate, oltre a insultarmi personalmente ( ma poco male anzi bene, cosi chi lesse ebbe modo di constatare il suo reale scarso spessore) sulla lista del G/C, per avere posto delle critiche politiche alla sua PL, mentì spudoratamente alla lista stessa, tant’è, che per gli stessi motivi da noi denunciati, altre due Commissioni poi bocciarono quei due articoli, come potete appurare consultando i nostri numerosi articoli pubblicati da fine luglio sulla sua PL nella sezione news di www.biocannabis.it
Grazie per l’attenzione.
Mefisto – “biocannabis” biocannabis@biocannabis.it
L’appello è lanciato il 3 marzo 2016 dal blog della rete antipro, dalla pagina leggeillegale e da una pagina FB appositamente creata: https://lafinedelmondoproibizionista.wordpress.com/2016/03/03/cannabis-legale-ma-a-quale-prezzo/
http://www.autistici.org/leggeillegale/
https://www.facebook.com/no.monopolio.no.schedatura.canapa/
Immediatamente ripreso e rilanciato a pochi minuti di distanza da moltissime pagine web di realtà di movimento.
Per aderire e sottoscrivere il comunicato invia una email a: finedelmondoproibizionista@gmail.com
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Articolo collegato: http://www.terranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Ecologia-botanica-e-liberta-di-coltivazione-della-canapa