USA. Dalla padella Trump alla brace Hillary – Meglio sarebbero stati Ron Paul e Monica Lewinsky
Bevendo il cappuccino bollente a Treia intuisco ciò che i giornalacci menzogneri del potere dicono e non dicono ma tra la righe lasciano trapelare. So già come andrà a finire fra i “duellanti” americani. I duellanti sono Hillary Clinton e Donald Trump.
Hillary viene portata alle stelle e già è indicata come la prima presidentessa degli Stati Uniti D’America, l’unico problema da superare sono le malelingue che sparlano di lei in merito alle “vicende libiche” ed altre cosucce belliche. In vari ambienti la “democratica” è definita “criminale di guerra” e d’altronde essa stessa non fa mistero di essere espressione della forza (oscura), quella sponsorizzata dai Rothschild e dai Rockefeller, che mira al NWO a costo di una guerra totale.
La competizione fra Trump e Hillary sembra un cartoon, come la sfida fra Paperino e Gastone, dove il povero Paperino malgrado la fatica viene sempre surclassato dal cugino superfortunato.
Trump ha il difetto di essere di “destra” (cita persino Mussolini), populista, milionario di suo (e quindi non a ruolino dei banchieri), e simpatico a Putin, quanto basta per renderlo “indegno”, tant’è che persino la CIA ha sentito il dovere di scostarsi dicendo “se lui vincesse noi non saremmo tenuti ad obbedirgli”.
Per la Clinton è diverso, le strade verso la Casa Bianca per lei sono state spianate e lastricate d’oro e d’argento. Con il sistema “democratico” delle primarie americane se non vincesse per voti vincerà per delegati (sempre pronti questi ultimi a prostituirsi al miglior offerente). É assolutamente necessario che la Clinton trionfi “democraticamente” perché il ruolino delle urgenze progressiste lo impone e dopo un presidente nero serve una donna bionda a sancire la bontà di un progetto che mira al futuro. D’altronde non è andato lo stesso Vendola negli USA ad affittare un utero per dimostrare la sua totale adesione al “New Deal” democratico? In Italia soprattutto è importante che vinca la Clinton per un fatto di “contiguità” con il governo “renzie”.
Donald Paperino non ha gioco, anzi probabilmente fa parte del “gioco”, il gioco della finta democrazia in cui due contendenti fingono di sfidarsi sapendo già cosa è stato deciso dai veri detentori del potere, gli stessi che controllano le armi, l’emissione del denaro, l’industria alimentare, l’informazione, etc.
In campo repubblicano una vera alternativa sarebbe stata quella di Ron Paul, contrario alla FED, che già alcuni anni fa denunciava: “Se gli americani fossero onesti, ammetterebbero che la Repubblica degli Stati Uniti non esiste più e che viviamo in uno stato di polizia. I cittadini devono essere consapevoli di come lo stato si è evoluto e lottare per preservare le loro libertà. Tutte le libertà nell’America di oggi sono sotto assedio. Gli Stati Uniti dovrebbero rendersi conto che la loro realtà si basa sulla menzogna e l’ignoranza”. Ed in campo democratico non avrei visto male la candidatura di Monica Lewinsky , colei che “got the job done when Hillary couldn’t.”. Beh, facciamo finta che la “democrazia” vincerà, d’altronde l’abbiamo visto anche in Italia come essa ha trionfato con l’ascesa al potere del renzie.
Paolo D’arpini
Comitato Per La Spiritualità Laica
Via Mazzini 27 – Treia (Mc)