Veleni nella carne…? Di più nel pesce!
Dopo le allarmanti dichiarazioni degli ultimi tempi da parte dell’OMS sulla cancerogenicità della carne molti probabilmente si verseranno sul consumo di pesce, convinti che questo sia meno dannoso della carne.
Ma è interessante sapere che il pesce è carne grassa come ogni altra carne di animale, che i pesci contengono grassi saturi in quantità anche maggiore della stessa carne; che il grasso del pesce fa ingrassare allo stesso modo della carne di maiale; che il pesce contiene molto colesterolo (gamberi e crostacei ne contengono quasi il doppio rispetto alla carne di manzo), che il pesce per motivi di sicurezza e gusto deve essere cotto e la cottura denatura gli Omega 3, oltre ad inattivare gli enzimi digestivi, che il 70% del pesce consumato in Italia viene dall’estero e che il 40% è da allevamenti intensivi che contengono enormi quantità di additivi chimici, di farmaci ormoni, antibiotici e varie altre sostanze chimiche e che si ritrovano poi nelle carni del pesce e che entrano nel metabolismo di coloro che se ne nutrono.
Ma occorre anche sapere che per 10 kg di spigole di allevamento occorre sacrificare 100 kg di sardine catturate in mare, che ogni 10 pesci catturati 8 vengono ributtati in mare, morti o agonizzanti, ritenuti non commestibili; occorre sapere che tra non molto non vi sarà più pesce da pescare perché i grandi pescherecci distruggono i fondali e la predazione sistematica lascia gli oceani senza vita, distruggono l’ habitat marino per l’azoto degli scarichi degli allevamenti con la conseguente anomala crescita delle alghe.
Poi ci sono le immense quantità di mercurio che le industrie scaricano nel mare (circa 10.000 tonnellate all’anno) che passa facilmente dal pesce nell’organismo umano. E’ utile ricordare la strage di Minamota (Giappone) del 1952 nella quale morirono 77 persone ed altre 360 rimasero invalide per aver mangiato pesce ricco di mercurio. Nei pesci sono state trovate quantità enormi di pesticidi e di metalli pesanti, come: piombo, mercurio, cadmio, oltre residui di scarichi industriali che finiscono in mare, nei laghi e nei fiumi.
Il mercurio è una potente neurotossina in grado di interferire nello sviluppo del cervello riducendo l’intelligenza specialmente dei bambini e che provoca danni al sistema nervoso. Secondo la Food and Drug Administration il mercurio contenuto nel grasso può causare malformazione nei neonati, danni renali, deficienza mentale, cancro.
Il cadmio può comportare disfunzioni renali e sessuali, decalcificazione ossea, cancro.
Lo zinco può procurare effetti dannosi alla circolazione sanguigna, all’apparato digerente, ai reni, ai polmoni, al pancreas e al sistema riproduttivo.
Il piombo oltre ad ostacolare lo sviluppo dell’intelligenza nei bambini, negli adulti può causare ipertensione, malattie cardiovascolari, cancro ai polmoni, stomaco, cervello.
Poi c’è il pericolo di intossicazione anisakis, piccoli vermi che si trovano nell’intestino di molti pesci, come aringhe, sgombri, merluzzi, acciughe, pesce sciabola, pagello, nasello, totani, rana pescatrice, pagaro, pagello, il San Pietro e in alcune specie di pesce azzurro.
Eticamente è molto più grave consumare del pesce che carne di animali terricoli. Mentre con la carne di una mucca o di un maiale si nutrono centinaia di individui per il pesce è necessario sacrificare molti animali e il valore di un animale non si valuta in base alla sua dimensione corporea.
Le raccomandazioni dei nutrizionisti di consumare pesce almeno 2-3 volte a settimana per garantirsi l’Omega 3 non è sufficiente ad assicurare il quantitativo necessario. Solo alcuni tipi di pesce contengono modeste quantità di Omega 3 e solo se i pesci sono selvatici o da acquicoltura con pesci che si nutrono di pesci che mangiano alghe da dove traggono l’Omega 3. I benefici per la salute umana non sono dimostrati o al limite sono trascurabili, per contro i danni alla salute per il consumo di pesce e i disastri ambientali causati dalla pesca sono ben documentabili.
Franco Libero Manco