Siria. La strategia di Washington ed i pensieri egemonici sionisti
La strategia di Washington consiste nel comandare una guerra regionale
più ampia istigando la Turchia, l’Arabia Saudita così come Israele a
“fare loro il lavoro sporco per noi”.
Le forze del governo siriano insieme ai suoi alleati (Russia, Iran,
Hezbollah) si sono scontrate, fino a poco fa, con i cosiddetti
“ribelli dell’opposizione”, composti in gran parte di terroristi
“moderati” e mercenari, coadiuvati da forze militari e di intelligence
degli USA e della NATO che combattevano tra i loro ranghi sotto
copertura.
I terroristi affiliati ad Al Qaeda e all’ISIS sono supportati da USA e
NATO insieme a Israele e ai loro alleati del Golfo Persico. La Turchia
e l’Arabia Saudita, in stretto collegamento con Washington, hanno
giocato un ruolo decisivo nel reclutamento, nell’addestramento e nel
finanziamento dei terroristi.
Fino ad ora, questa guerra per procura si è svolta senza un diretto
confronto tra le forze alleate di USA e NATO e l’esercito siriano, che
è militarmente supportato da Russia ed Iran.
Una transizione importante si sta ora verificando nella guerra in
Siria. La guerra per procura (sotto lo slogan formale della “guerra al
terrorismo”) ha raggiunto il suo apice.
Una nuova fase: il ruolo della Turchia e dell’Arabia Saudita
Le forze turche sono ora direttamente coinvolte nelle operazioni di
guerra all’interno del territorio siriano.
A sua volta, l’Arabia saudita, che è uno stato sostenitore dei
terroristi, ha annunciato che schiererà le proprie truppe in Siria,
formalmente per combattere i terroristi dell’ISIS, che guarda caso
sono sostenuti proprio dagli stessi sauditi.
Il generale di brigata dell’Arabia Ahmed Al-Assiri ha dichiarato a
nome di Riyadh che le forze saudite: “combatteranno con la coalizione
guidata dagli USA per sconfiggere i militanti dell’ISIS in Siria;
comunque – ha aggiunto – Washington è più indicato a rispondere a
domande su ulteriori dettagli in merito a future operazioni di terra”
Al Arabyia.
Qual è il significato di questa dichiarazione? La guerra per procura
contro l’ISIS è finita?
Una nuova guerra per procura con la Turchia e l’Arabia Saudita
direttamente coinvolte nelle operazioni di terra sta per essere
realizzata, con USA e NATO che tirano i fili dietro le quinte. Riyadh
ha confermato che è stata anche istituita una struttura di
coordinamento per operazioni congiunte turche e saudite.
L’Arabia Saudita sta ora pianificando di invadere la Siria come da
ordine di Washington: “Il Regno è pronto a partecipare in qualsiasi
operazione di terra che la coalizione (contro lo Stato Islamico)
voglia intraprendere in Siria,”…
Asseri ha detto che l’Arabia Saudita è stata un membro attivo della
coalizione guidata dagli Stati Uniti che ha combattuto lo Stato
Islamico in Siria sin dal 2014, ed ha espletato oltre 190 missioni
aeree.
… “Se ci sarà il consenso della leadership della coalizione, il Regno
parteciperà a queste operazioni, perché crediamo che le operazioni
aeree non sono la soluzione ideale e deve esserci un mix tra
operazioni di terra e di aria” ha detto Asseri (Reuters, 4 febbraio
2016).
Il cambiamento potrebbe essere dalle operazioni aeree a quelle
terrestri, con lo schieramento di truppe saudite all’interno della
Siria.
“Parlare di Pace” pianificando la fase successiva della guerra in Siria
Secondo gli ultimi sviluppi, il vice principe ereditario e ministro
della difesa Mohammed bin Salman era a Bruxelles al quartier generale
della NATO “per discutere sulla guerra civile in Siria”. Questo
incontro è stata un’iniziativa del Pentagono piuttosto che della NATO.
L’intenzione era quella di pianificare la prossima fase della guerra
in Siria.
Significativo è il fatto che il principe bin Salman si è incontrato a
porte chiuse con il segretario USA alla difesa Ashton Carter.
Contemporaneamente, a Monaco, John Kerry e Sergei Lavrov stavano
discutendo come promuovere una “cessazione delle ostilità” in Siria
che possa estendersi a tutta la nazione.
Nel diabolico scenario del Pentagono, il confronto sul terreno del
teatro di guerra sarà tra Arabia saudita e le forze governative
siriane, rispettivamente supportati da USA e NATO i primi, da Russia e
Iran i secondi
I corrispondenti dal fronte confermano che i terroristi di USA e NATO
supportati dall’Arabia Saudita, dal Qatar e altri, sono stati per la
maggior parte sconfitti. Saranno sostituiti nel loro ruolo dalle forze
convenzionali saudite e turche, unite con altre di USA e NATO che sono
già all’interno del territorio siriano?
All’interno di questo scenario in evoluzione, c’è anche il pericolo
che le forze della Turchia e dell’Arabia Saudita che agiscono per
conto di USA e NATO possano essere coinvolte in confronti militari
diretti con forze sia russe che iraniane, scoperchiando un pericoloso
vaso di Pandora, una porta d’accesso all’escalation militare.
Il generale saudita Ahmed Al-Assiri ha anche prospettato all’Iran una
velata minaccia, dicendo che “se Teheran sta combattendo l’Isis sul
serio, dovrebbe anche smetterla di supportare il ‘terrorismo’ in Siria
e Yemen” (Al Arabyia).
La strategia di Washington a tale proposito consiste nel comandare una
guerra regionale più ampia istigando la Turchia, l’Arabia Saudita così
come Israele a “fare loro il lavoro sporco per noi”.
Questa guerra supportata dagli USA è da ultimo diretta in realtà
contro la Russia e l’Iran.
Il progetto egemonico americano dopo l’11 settembre è la
“globalizzazione della guerra” dove la macchina militare di USA e NATO
- in unione con le operazioni coperte e sotto falsa bandiera, le
sanzioni economiche e le spinte per i “cambi di regime” – è schierata
in tutte le maggiori regioni del globo. La minaccia della guerra
nucleare preventiva è altrettanto utilizzata per spingere alla
sottomissione i paesi considerati “canaglia”.
Questa “guerra di lunga durata contro l’umanità” viene portata avanti
nel pieno della crisi economica più grave della storia moderna. Essa è
intimamente legata a un processo di ristrutturazione finanziaria
globale, che ha portato al crollo delle economie nazionali e
all’impoverimento di vasti settori della popolazione mondiale.
L’obiettivo finale è la conquista del mondo indossando il mantello dei
“diritti umani” e della “democrazia occidentale”.
Michael Chossudovsky | globalresearch.ca
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e
Documentazione Popolare
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Pensieri egemonici sionisti collegati:
“With the help of God, the gentiles there (in Europe) will adopt a
healthier life with a lot of modesty and integrity, and not like the
hypocritical Christianity which appears pure but is fundamentally
corrupt.
“Jews should rejoice at the fact that Christian Europe is losing its
identity as a punishment for what it did to us for the hundreds of
years were in exile there.
“We will never forgive Europe’s Christians for slaughtering millions
of our children, women and elderly. Not just in the recent Holocaust,
but throughout the generations, in a consistent manner which
characterizes all factions of hypocritical Christianity.
“And now, Europe is losing its identity in favor of another people and
another religion, and there will be no remnants and survivors from the
impurity of Christianity, which shed a lot of blood it won’t be able
to atone for.
“Even if we are in a major war with the region’s Arabs over the Land
of Israel, Islam is still much better as a gentile culture than
Christianity. Jews must pray that the Islamization of most of Europe
will not harm the people of Israel.”
MP
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Integrazione di Sputnik: “La battaglia nella provincia siriana di Aleppo rischia di diventare un conflitto militare più ampio, scrive il “Washington Post”. La direttrice dell’ufficio del giornale americano in Libano Liz Sly riporta un elenco delle parti nel conflitto siriano: l’Aviazione russa che compie raid aerei, le milizie libanesi e irachene sciite sotto la direzione sul campo dei consiglieri militari dell’Iran, diversi gruppi ribelli siriani sostenuti da Stati Uniti, Turchia, Arabia Saudita e Qatar, i curdi filo-Mosca e filo-Washington, così come i terroristi del Daesh (ISIS). La giornalista dubita che le condizioni degli accordi di Monaco sul cessate il fuoco in Siria vengano implementate, ma al contrario la guerra civile si allargherà fino ad un conflitto su larga scala, in cui si affrontano le potenze mondiali. Una posizione simile è condivisa da Salman Shaikh, consulente politico del “Shaikh Group” (l’organizzazione ha partecipato al processo di negoziazione nel corso della crisi siriana).”