Siria – L’ONU mette alle strette la Turchia: “Basta attacchi sui curdi…”

I membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu ieri hanno all’unanimità chiesto alla Turchia di cessare di bombardare i Curdi. La Turchia persiste. Lo fa perché è alla disperazione e ciò porta ad una pericolosissima situazione perché fratello Erdogan si sta giocando credibilità, faccia e magari esistenza fisica (quanto meno da uomo libero). Che anche gli Usa si siano associati alla richiesta del Consiglio di Sicurezza vuol dire che danno ai Curdi il via libera a finire di sigillare la frontiera Turchia-Siria. Una volta fatto ciò i terroristi nelle regioni di Aleppo e di Latakia saranno spazzati via. Anzi, la rotta potrebbe avvenire prima con un fuggi fuggi attraverso i valichi di frontiera ancora aperti (a meno che la Turchia non voglia lasciare che i suo sgherri cadano nelle mani di YPG ed Esercito Arabo Siriano, questa storia dei confini chiusi, che vuole essere un ricatto umanitario, cesserà).

A quel punto anche l’offensiva irachena contro l’ISIS sarebbe molto faclitata e, presi tra due fuochi i terroristi con linee di rifornimento decimate, in poche settimane potrebbero essere liberate (ripeto “liberate”, non “conquistate”) Raqqa e Palmyra.
Il mio dubbio è se si arriverà a negoziati seri (cioè senza i terroristi sponsorizzati da Ryad e Ankara ma con il PYD) prima o dopo la liberazione di Raqqa e Palmyra. Bisogna comunque tener conto che un’offensiva russo-siriana su quelle due città molto difficilmente potrebbe essere censurata dall’Occidente visto che là non c’è nemmeno l’ombra di “ribelli moderati”. A dire, se ormai si lascia che i “moderati” vadano incontro al fato loro, la stessa sorte sarà riservata all’Isis, almeno in Siria.

Rischi:
A) colpi di coda di fratello Erdogan. Non sono da escludere anche se ha dichiarato che senza l’appoggio della “coalizione anti-Isis” a guida statunitense non metteranno gli scarponi su suolo siriano (secondo me glielo hanno fatto dire i generali che ho l’impressione che con la magistratura potrebbero mettere fuori gioco fratello Erdogan se dovesse dar segni di eccessivo squilibrio).
B) Tentativo degli Usa di mettere il PYD contro Damasco. E’ un rischio, ma credo, per quello che si può capire adesso, è remoto.

Se le cose andranno come si spera, sarà una dimostrazione della correttezza millimetrica della strategia russo-siriana che anche moltissimi sinistrati non hanno capito. La correttezza cioè della strategia di liberare per prima cosa le regioni di Latakia e Aleppo, controllare la frontiera con la Turchia e solo dopo assalire le posizioni dell’Isis.
Sarà la riprova anche del collegamento logistico, ergo politico-militare, tra le zone occupate dai “moderati” e quelle occupate dai “forsennati”.
Infine sarà la riprova che azioni come i bombardamenti su Raqqa dei Francesi dopo gli attentati sono pure e semplice cazzate esibizionistiche che al più ammazzano civili innocenti ma non fanno un baffo ai terroristi.

Piotr

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Commento di Vincenzo Brandi: “Piero, sei troppo ottimista. La strategia russa-siriana ha ottenuto grandi risultati, ma il cammino è ancora lungo.
Tra le province di Aleppo e Latakia, dove Al Nusra ha ricevuto le maggiori sconfitte, c’è la provinciale di Idlib, completamente occupata dai Jihadisti, e che riceve rifornimenti continui dalla confinante Turchia. Esiste ancora un corridoio aperto da questa provincia verso Aleppo che I jihadisti possono utilizzare.
Ci sono poi anche l’Arabia Saudita (altra mina vagante), con le altre petromonarchie alleate, ed Israele che continua a sostenere I jihadisti nel sud, nelle province di Quneitra (cioè il Golan) e Deraa.
Inoltre non è detto che Obama, ormai a fine mandato, riesca a tenere a freno I suoi falchi interni, a partire dalla sempre più mostruosa Hillary Clinton (che una volta Jane Fonda ha definito “patriarca con vagina”)”

Commento di Tiziano Cardosi: “grazie delle analisi molto attente che mi sono sempre utili per capire cosa accade sul terreno. Io ho dei dubbi che gli USA abbiano le idee chiare sulla Siria e il MO; vedo due posizioni molto divaricate tra Obama e i repubblicani. Non so quanto interesse abbiano gli USA a rivedere Assad che riprende tutta la Siria. Non è che tra Obama e Putin si sono detti di lasciare la Siria orientale in mano al caos cioè ai turco sauditi? Il caos favorisce il controllo imperialista di un territorio. Israele accetterebbe silente un rafforzamento dell’asse Iran Siria?
Sono dubbi che ho, come ho il dubbio che chi conduce il gioco siano solo gli USA; come Negri penso sia sfuggito loro di mano il giocattolo e ora tentano di rattoppare; più che condurre annaspano.
Il tutto mentre i popoli del MO muoiono.
Mi chiedo se alle prossime elezioni statunitensi vincesse un repubblicano, che scenari si aprirebbero?
Seguo come posso le vicende geopolitiche, ma mi convinco sempre di più che le sorti degli stati devono tornare nelle mani delle persone, ritrovando forti connotazioni di classe da ricostruire. Come pare stia accadendo con i Curdi (non quelli iracheni).”

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