“Torna a casa Grillo… il palcoscenico ti attende!” (ma ormai è troppo tardi anche per quello…)

“…voglio riacquistare la mia libertà”,”non sono il leader del M5S…etc”….così parlò ieri il buon Beppe preannunciando lo spostamento “a fianco” del movimento nel futuro prossimo. Scelta benedetta immediatamente da Di Battista che gli ha augurato i migliori successi…”teatrali”, ovviamente.

Tutto sommato, nessuna sorpresa.. era da diverso tempo che il (non) leader dei 5 stelle dava agli osservatori l’impressione di un certo distacco dalla propria creatura politica.

Voluto od indotto, personalmente non saprei dirlo con certezza… aldilà delle false immagini il mondo (fin qui) grillino è frutto, senza dubbio alcuno, di una testarda e perspicace volontà del Comico (maiuscolo, perché bravissimo) genovese di dar vita a qualcosa di nuovo e diverso nel panorama conformista della partitocrazia italiana.

Partitocrazia, ripeto, perché in questo contesto si è collocato il M5S per espresse dichiarazioni dello stesso Grillo in difesa della “costituzione democratica ed antifascista” (e, per inciso, pure in Europa come “diga” alle sovversioni “populiste”).

Casaleggio o meno (ed altre ipotesi a parte), è stato Grillo, alle politiche del 2013, ad attrarre milioni di voti “in libera uscita” sia da destra che dalla sinistra mettendo in cascina 159 deputati e 54 senatori.

Tutti illustri sconosciuti, per lo più ragazzotti convinti di essere “la meglio gioventù” e con un “difetto” genetico… quello del dna “rosso”, più o meno annacquato, ma con questo “peccato originale” che era stato sufficiente a farli eleggere mettendo in rete quel minimo di organizzazione necessaria a prevalere sugli altri.

Ovvero, sempre a mio vedere, Grillo si ritrovò con milioni di voti protestatari, qualunquisti e pure (forse) populisti ed un centinaio di neofiti degni di centri sociali e parrocchie progressiste in parlamento (minuscolo).

Questi morivano dalla voglia di formare un bel “fronte popolare” dei tempi moderni… Bersani lo aveva capito e tentò il colpaccio.
E Grillo, che tutto può essere tranne che marxista o catto-comunista, stroncò subito la manovra demolendo il malcapitato sul palco della televisione e di internet.

I suoi giovani eletti abbozzarono e si diedero alla “opposizione”…oh, sia ben chiaro, …solo parlamentare, mica di piazza… quella non la ha mai voluta neppure lo stesso Grillo.

Dimostrazione ? Quando venne rieletto Napolitano, con una delle più fetide operazioni politiche della repubblica, almeno tre quarti di Italia era disponibile non dico ad insorgere ma almeno a manifestare seriamente contro quello schifo.

Grillo chiamò a raccolta il popolo ed i suoi rappresentanti in Piazza Monte Citorio, minacciando fuoco e fiamme… come davvero un movimento di popolo avrebbe dovuto fare in quel momento. Invece, molto all’italiana, a fronte di minaccia di arresto (così si disse) sua e dei deputati in flagranza di reato (adunata sediziosa e simili) si ritirò in buon ordine…. e perse il tram della Storia, quella maiuscola dei veri Capi.

Da allora è iniziato il suo declino di trascinatore e della capacità di controllo dei suoi parlamentari (e degli altri eletti minori).

Una buona parte di deputati e senatori se ne sono andati (pure sindaci e consiglieri comunali), quelli che restano fanno finta di tuonare nelle aule parlamentari ma nelle piazze (ove potrebbero far molto in manifestazioni “robuste”) a prendere manganellate non ci vanno di sicuro.

Renzi potrà stare tranquillo fino al 2018, se occorrerà davvero i voti grillini non gli mancheranno… la poltrona piace pure a chi fa finta di no.

Beppe ha ben capito che non potrebbe più recuperare “l’attimo fuggente”…quello che avrebbe potuto trasformare la sua intuizione in una idea rivoluzionaria, sposata almeno da mezza Italia. Perché e per come non sia andata così lo sa lui (solo?)….

Peccato, avrebbe potuto seriamente dare uno scossone al torpore italico.

Ora torna a casa, sul palcoscenico…. ma dubito che rideremo con lui come ai tempi belli!

Vincenzo Mannello

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