Dopo le violenze – Ora si dia tutto il potere alle donne!
Se non fossimo così impastati di perbenismo e soffocati dalle regole imposte sia dalla società civile che da quella religiosa, le donne tedesche che hanno subito violenza la notte di capodanno, dovrebbero reagire e prendere il potere che a loro spetta in questo momento. E’ una battaglia di civiltà, non di religione, e se vogliamo essere crudi fino in fondo, è anche una battaglia di “genere”; mai come in questo periodo gli uomini hanno perso la loro virilità e mai come in questa epoca le donne avrebbero potuto emanciparsi dalle angherie subite per millenni. Ma c’è un potere mondiale, un potere maschilista che pretende ancora di strumentalizzare le donne e usare il loro utero per sottomettere.
Ida Magli, nel suo articolo, ha reso perfettamente e con la sua competenza, il pensiero che da subito mi è balenato, cioè: tutto era stato calcolato. Dal ratto delle Sabine in poi è stato sempre così, ma anche prima, fin dalle caverne, e mi ricordo bene i fatti della Serbia.
In questo caso, però, dato che ormai abbiamo tutti una certa conoscenza di come va il mondo, si potrebbe finalmente raggiungere la sorellanza di genere.
Ci saranno bambini nuovi, che non potranno mai sapere chi è il padre, madri nuove che avranno il diritto di essere le genitrici, nutrici e gestrici di questa nuova progenie.
Questi nuovi bambini potranno creare una nuova società, non avranno rivalse, non avranno da sostenere una sola religione, avranno un Dio unico che potrà aiutarli a ricreare il tessuto europeo e poi mondiale, perché sono convinta che, in silenzio stampa, in Africa, in Sudamerica e in ogni continente, atti come quello di Colonia siano stati, e siano tuttora, all’ordine del giorno.
Le donne potranno aiutarsi tra loro, fare “comunella”! Quando siamo unite siamo invincibili! Non vergognarsi, ma farne uno strumento per raggiungere la pace che noi donne vogliamo. Non continuare a rinvangare il fatto, evitare di fissare il pensiero sull’orribile atto, ma su quello che può offrire il futuro.
Quei bambini saranno unici, dovranno rimanere in incubazione per nove mesi in ambiente sano e sereno, quindi niente piagnistei, ma soprattutto niente aborti, perché sarebbe fare il loro gioco. Nessuno potrà reclamare questi bambini!
Si dovrà creare un movimento di complicità al femminile che sostenga con aiuti concreti, pratici e anche a parole, nessuna invidia, nessuna rivalità, tutte unite ce la facciamo!
C’è una speranza, nel buio di questi gravi fatti, cogliamola come un’opportunità!
Viva le donne! A tutte le sorelle un abbraccio. Chiamatemi, scrivetemi, io ci sono, parliamone.
Franca Oberti
(ramamoon@inwind.it)
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