Una giusta riforma delle pensioni… “bisogna ritornare al sistema contributivo…”
Ai Segretari Generali delle Confederazioni del Lavoro
Susanna Camusso, CGIL
Giovani Faverin, CISL
Corrado Barbagallo, UIL
Una giusta riforma delle pensioni
Il Sindacato insiste in questo momento sulla flessibilità nell’accesso alla pensione
per il fatto che il Governo sembra voglia rimandarne la decisione.
Ma il punto chiave è la riforma della Legge Fornero,
e in particolare il sistema contributivo da essa introdotto, che scarica l’impegno finanziario dello Stato,
ma danneggia molto il lavoratore.
Bisogna ritornare al sistema contributivo, che garantisce a chi ha compiuto
il tirocinio di lavoro una buona percentuale dell’ultimo salario, il più alto.
Un passo più avanti, per l’Italia che si trova arretrata rispetto a molte altre nazioni,
è, finalmente, l’istituzione del salario minimo garantito, un fatto di primaria giustizia per il lavoratore, che può trovarsi in balia di salari irrisori, specie dove non c’è un contratto sindacale.
Perché il Sindacato non s’impegna sul salario minimo garantito?
E con questo la pensione minima garantita, ad almeno l’80% dell’ultimo salario.
In modo che spariscano certe attuali pensioni da fame, di 500-600 euro;
per non parlare delle pensioni minime o delle pensioni sociali.
Inoltre, con l’attuale crescita della vitalità e speranza di vita, il pensionamento
non può più essere ordinato per legge, ma dev’essere lasciato libero:
avverrà prima o poi a seconda delle condizioni e della volontà del lavoratore,
e a seconda del lavoro manuale o mentale, pesante o leggero, attraente o repulsivo.
Prof. Arrigo Colombo