“Gaza e l’industria israeliana della violenza” – Recensione
Gaza è diventata la vetrina dell’industria bellica israeliana. I gazawi sono stati trasformati da obiettivi militari a cavie di laboratorio per testare e perfezionare dottrine e tecnologie militari d’avanguardia che garantiscono notevoli profitti all’industria israeliana della violenza.
Israele riveste perciò un ruolo di primo piano a livello mondiale nella progettazione e sperimentazione di armi, tecnologie di sorveglianza e modalità di controllo che vengono successivamente commercializzate nel resto del mondo.
L’esperienza acquisita nell’oppressione dei palestinesi fa di Israele il capofila di un’industria globale della violenza di cui si avvalgono eserciti e polizie in tutto il mondo per reprimere popoli in lotta, gruppi indigeni espropriati, migranti, attivisti dei diritti umani, sociali e ambientali.
Gaza anticipa la società distopica del futuro, quando le elite mondiali saranno sempre più costrette a ricorrere alla guerra permanente e al controllo totale per far fronte alle disuguaglianze sociali e alle devastazioni ambientali frutto delle politiche neoliberiste.
Il campo di concentramento di Gaza rappresenta quindi un modello di dominazione testato sui palestinesi e poi importato, replicato e adattato dagli apparati coercitivi degli stati per la «pacificazione» sociale. Ecco perché Gaza, e la Palestina, ci interessano e dovrebbero interessare tutti.
Sabato, 31 ottobre, alle ore 18.00, presentazione del libro Gaza e l’industria israeliana della violenza, presso la libreria Odradek in Via dei Banchi Vecchi n. 57 a Roma.
Sarà presente Alfredo Tradardi, uno dei tre autori del libro.
Introdurrà Giancarlo Paciello, studioso della questione palestinese.
Vincenzo Brandi