Siria – Sion (israele) getta la maschera ed interviene direttamente in aiuto ai tagliagole
NIENTE PIÚ MASCHERE ~ ATTACCHI AEREI ISRAELIANI A POSTAZIONI MILITARI SIRIANE VICINO A AL-ZABADANI ~ I TERRORISTI SIONISTI COMBATTONO FIANCO A FIANCO CON LE BANDE MERCENARIE JIHADISTE
Dopo che l’esercito siriano ha praticamente ripulito l’area di Zabadani dalla presenza di bande terroristiche, con poche sacche di resistenza in fuga, ecco che l’esercito ‘Kazaro’ (sionista) interviene in loro soccorso bombardando alcune postazioni militari siriane.
Questa é un’altra prova evidente della vera natura dell’entitá sionista, un’entitá coloniale terroristica, che pratica criminali attivitá contro i popoli mediorientali [a cominciare da quello palestinese] da oltre 60 anni.
Sarebbe ora di porre fine alle prepotenze di questo stato canaglia e dei suoi sostenitori, del Golfo che di oltre oceano.
#
Israele ha attaccato una postazione dell’Esercito Siriano nei pressi di al-Zabadani, la quale viene utilizzata dallle truppe governative, congiunte con Hezbollah, per repellere i terroristi.
L’aviazione israeliana ha effettuato attacchi aerei contro una postazione di artiglieria dell’esercito siriano vicino alla città di Zabadani, a circa 45 km (28 miglia) dalla capitale Damasco.
“Aerei dell’aeronautica militare israeliane hanno effettuato incursioni aeree contro una postazione di artiglieria appartenente all’esercito siriano”, ha detto una fonte militare accreditata.
“L’artiglieria siriana è utilizzata dall’esercito siriano e alleati per respingere gli attacchi delle bande terroristiche contro la parte orientale di Zabadani”.
La fonte ha aggiunto che, nelle prime ore di giovedi, i terroristi alqaedisti avevano attaccato postazioni dell’esercito siriano sul lato est di Zabadani .
I militari siriani, sostenuti dai bombardamenti di artiglieria, sono riusciti a respingere l’attacco terroristico dopo una battaglia di circa tre ore.
Successivamente, l’aviazione israeliana ha allora effettuato l’attacco aereo contro la postazione dell’artiglieria siriana.
A questo punto, in coordinamento, i mercenari jihadisti alqaedisti hanno lanciato un secondo tentativo di assalto, anche questo respinto dalle forze armate siriane.
L’esercito siriano e le truppe di Hezbollah giá mercoledì avevano quasi completato le loro operazioni di pulizia nella città di Zabadani, che era stata sequestrata dalle bande terroristiche di Harakat Ahrar Al-Sham nelle settimane passate.
Le forze della Resistenza hanno eliminato i terroristi da al-Zabadani in un’operazione durata due giorni.
Fonti militari hanno aggiunto che i terroristi avevano tunnel scavati sotto gli edifici di Zabadani per raggiungere altre parti della città.
Fonti militari hanno detto che l’esercito siriano ed Hezbollah, durante le loro operazioni di controllo e pulizia del territorio, hanno scoperto una delle più grandi e lunghe gallerie per l’approvigionamento di armi ai gruppi terroristici nella zona di Zabadani.
Fonti militari hanno detto che l’Esercito siriano della 63a brigata, della 4° Divisione Meccanizzata – in coordinamento con Hezbollah, il Partito Socialista Patriottico Siriano e le Forze di Difesa Nazionale (NDF) – hanno scoperto uno dei piú estesi e grandi tunnel per rifornire la banda terroristica di Harakat Ahrar Al-Sham, che si estendeva dal quartiere di Beit Al-Dalati alla periferia sud di Zabadani.
La galleria sotterranea veniva utilizzata dai mercenari jihadisti-sionisti di Harakat Al-Sham Ahrar per rifornire i loro compagni che si trovavano completamente circondati dalle forze armate siriane e dalla resistenza libanese nei pressi del centro città di Zabadani.
Fonte: SFP-WarPress.info
https://syrianfreepress.wordpress.com/…/…/zionist-terrorist/
……………………….
Articolo collegato:
Obama si conferma il miglior alleato dei jihadisti
di Gianandrea Gaiani
Le pressioni di Washington su greci e bulgari hanno avuto successo e i velivoli cargo militari che da giorni stanno portando mezzi e consiglieri militari in Siria per rafforzare l’esercito di Bashar Assad non possono più sorvolare lo spazio aereo dei due Paesi europei ma raggiungono la Siria sorvolando Iran e Iraq.
Con il rafforzamento delle posizioni militari russe in Siria c’è il rischio di un “confronto” con le forze della coalizione internazionale guidata dagli Usa, ha detto con estremo sprezzo del ridicolo il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest.
“Gli Stati Uniti sono preoccupati per le notizie sul dispiegamento da parte della Russia di ulteriore personale militare e di aerei in Sira – ha affermato Earnest – queste azioni potrebbero far aumentare il numero dei morti, potrebbero far aumentare i flussi di rifugiati e il rischio di un confronto con la coalizione anti-Isis che sta operando in Siria”.
Se venisse intensificato il sostegno militare di Mosca al governo siriano, ha rincarato Earnest, “sarebbe destabilizzante e controproducente per gli interessi della comunità internazionale”.
Frasi che confermano come l’amministrazione Obama sia in stato confusionale oppure, come è più probabile, persegua un caos di cui stiamo già pagando il conto noi europei. Un caos non certo casuale ma perseguito dall’Amministrazione Obama fin dal ritiro affrettato dall’Iraq e dall’Afghanistan, con la guerra contro Gheddafi in Libia, il “golpe” del Maidan in Ucraina e con la blanda e inconcludente guerra della Coalizione contro l’ISIS.
Bashar Assad è in guerra con ribelli islamisti, qaedisti e Stato Islamico e ha finora consentito ai jet della Coalizione di sorvolare senza ostacoli il suo spazio aereo accettando una forte e umiliante limitazione alla sua sovranità. Se Washington teme che gli aiuti russi possano minacciare la Coalizione significa che gli alleati prevedono di attaccare Damasco e non l’ISIS che in un anno hanno colpito in modo così modesto da consentire ai jihadisti di conquistare intere province siriane.
Un dubbio più che lecito se si considera che a Washington, Londra e Parigi (i tre protagonisti della disastrosa campagna libica del 2011) non si perde occasione per dichiarare che la soluzione al conflitto siriano passa dalla sconfitta dell’ISIS e del regime di Bashar Assad.
Ostacolando le forniture di armi russe a Damasco, gli USA e l’Occidente finiscono ancora una volta per sostenere i jihadisti (un fatto sconcertante specie in concomitanza con il 14° anniversario degli attentati dell’ 11 settembre 2001) che Turchia e monarchie del Golfo vorrebbero vedere dominare la Siria.
Se così non fosse non si spiegherebbe perché Emirati Arabi, Arabia Saudita e Qatar hanno inviato 30 mila militari in Yemen a combattere i ribelli sciiti Houthi mentre contro i sunniti dell’ISIS hanno effettuato solo poche sporadiche azioni aeree per lo più senza l’impiego di armi.
Quanto ai riflessi sui flussi di immigrati diretti illegalmente in Europa, meglio ricordare che i siriani in fuga provengono per lo più dalle zone “liberate” da ISIS , qaedisti e salafiti e solo in minima parte (per lo più giovani che vogliono sottrarsi alla leva militare) dal quel 25 per cento circa di territorio controllato dal regime ma abitato da 12 milioni di siriani.
Su 18 milioni di abitanti della Siria di prima della guerra 4 milioni sono fuggiti all’estero e 7 milioni sono sfollati all’interno del Paese.
Se la Siria venisse “liberata” diventerebbe uno Stato islamico retto dalla sharia imposta da ISIS e al-Qaeda e i fuggitivi diretti in Europa supererebbero i 10 milioni facendo impallidire per dimensioni anche l’esodo dei sud vietnamiti che nella seconda metà degli anni ’70 scapparono con ogni mezzo dal regime comunista.
Non saranno quindi le armi russe a far aumentare i flussi migratori. Anzi, il lorio impiego a difesa della fascia costiera ha l’obiettivo di proteggere le popolazioni sciite di quella regione (roccaforte del regime) e la base navale russa di Tartus dai jihadisti dell’Esercito della Conquista (che riunisce salafiti, fratelli musulmani e qaedisti con il supporto turco, saudita e del Qatar) che premono sulle alture che circondano il porto di Latakya.
Ostacolare il flusso di armi russe in questa regione, come fanno americani, turchi e arabi col complice silenzio quasi unanime degli europei, significa schierarsi con i tagliagole islamici e favorire il massacro di centinaia di migliaia di siriani sciiti. Del resto affermare, come fa la Casa Bianca, che le armi russe destabilizzerebbero la Siria è ridicolo.
La Siria è già da tempo a pezzi anche a causa di turchi, arabi e americani che da anni armano e finanziano i ribelli. Abbiamo già dimenticato che l’anno scorso le milizie dell’ISIS hanno conquistato Mosul e il nord dell’Iraq imbracciando le armi che arabi e CIA avevano fatto arrivare attraverso la Turchia ai cosiddetti “ribelli moderati” siriani?
Se il nemico fosse davvero il terrorismo islamico, più delle armi e dei consiglieri militari russi l’Occidente dovrebbe preoccuparsi dei successi dell’ISIS che conquista posizioni in tutto il Paese inclusi i sobborghi di Damasco e dell’offensiva dei qaedisti che hanno preso la base aerea di Abu al Dohur assediata da due anni.
In Europa segnali di coerente pragmatismo giungono da Spagna e Austria. A Teheran il ministro degli esteri spagnolo, Josè Manuel Garcia Margallo, ha detto senza mezzi termini che “è giunto il momento di avviare negoziati con il regime di Bashar al Assad”.Gli ha fatto eco da Dubai il collega austriaco Sebastian Kurz:”abbiamo bisogno di un approccio pragmatico che includa il coinvolgimento di Assad nella lotta contro il terrore dell’Isis” aggiungendo che contro l’ISIS vanno coinvolti anche Russia e Iran.
Fonte: http://www.analisidifesa.it/2015/09/obama-si-conferma-il-miglior-alleato-dei-jihadisti/