MIGRANTI: FALSO UMANITARISMO E IPOCRISIA SULLE CAUSE
Il dramma dei migranti ha raggiunto livelli di guardia. L’Italia è raggiunta da un flusso di disperati provenienti dalle coste libiche stipati su barconi e canotti fatiscenti, sotto il comando e la regia di organizzazioni criminali e gruppi estremisti islamici (gli stessi che hanno servito come mercenari nella guerra scatenata dai paesi della NATO e dalle monarchie del petrolio per abbattere il governo di Gheddafi, e che ora tiranneggiano su ampie zone della Libia).
Contemporaneamente un altro flusso proveniente dalle coste occidentali dell’Anatolia turca si dirige verso le isole greche prospicienti: Mitilene e soprattutto Kos. Di qui i migranti raggiungono la terraferma greca e quindi cercano di forzare il confine con la Macedonia, dove nelle ultime settimane l’esercito e la polizia macedone hanno tentato inutilmente di bloccare l’ingresso nel paese. Più a nord le autorità ungheresi, ben sapendo che i migranti, dopo aver traversato Macedonia e Serbia tenteranno di passare attraverso l’Ungheria per raggiungere l’Europa del Nord, stanno erigendo un muro di confine (simile a quello elevato negli Stati Uniti al confine con il Messico per impedire l’afflusso di migranti dall’America Centrale).
Anche i migranti che sono riusciti a raggiungere l’Italia ed ad evitare di essere chiusi nei centri di raccolta, o ad evadere, si ammassano poi alla frontiera di Ventimiglia per passare in Francia. Pochi vogliono rimanere in Italia sapendo che il paese è in crisi. La terra promessa è ora rappresentata dall’Inghilterra, che da parte sua cerca di bloccare i gruppi che tentano di forzare il tunnel sotto la Manica tra Francia e Inghilterra, o altri paesi dell’Europa del Nord, come la Svezia.
Di fronte a questi fenomeni i nostri politici ed i nostri mass media si dividono in due correnti ben distinte: da un lato, chi fa riferimento al partito di governo si scioglie in lamenti sulla triste sorte dei migranti che annegano nei frequenti naufragi o sono respinti alle frontiere, ma senza delineare soluzioni o fare un’analisi sulle cause e le conseguenze del fenomeno; dall’altro la Lega ed altri partiti di destra si abbandonano a dichiarazioni razziste ed intolleranti.
Chi scrive ritiene che sia inaccettabile ogni manifestazione di intolleranza e di razzismo, ma che contemporaneamente sia inaccettabile ogni falso umanitarismo che diventa ipocrisia e demagogia, se non si esamina il problema considerandone cause e conseguenze.
Il flusso proveniente dalla Libia comprende africani di varia provenienza, Palestinesi e Siriani. Prima del violento abbattimento del governo di Gheddafi, la Libia era il paese più ricco dell’Africa; dava lavoro a due milioni di lavoratori africani immigrati ed era un elemento di stabilità per tutta l’area. Oggi la Libia è un buco nero dominato da bande di fanatici criminali. Non solo i lavoratori africani, ma anche due milioni di Libici sono fuggiti dal paese, e gli stati vicini, come il Mali e altri stati dell’Africa Occidentale sono destabilizzati da gruppi islamici un tempo bloccati proprio dallo stabile governo di Gheddafi. In quanto ai Palestinesi, essi fuggono dai bombardamenti e le persecuzioni di Israele, stretto alleato dei nostri governi occidentali. I Siriani fuggono da una guerra che i paesi occidentali, e i loro alleati come la Turchia (importante membro della NATO), e come l’Arabia Saudita ed altre orribili dittature confessionali del Golfo Arabico, alimentano sostenendo con armi e denaro i rivoltosi jihadisti.
Anche il flusso che va verso la Grecia e la Macedonia è essenzialmente formato da Siriani. Oltre 10 milioni di Siriani sono fuggiti dalle zone invase dallo Stato Islamico (ISIS) e altri gruppi estremisti. La maggioranza ha raggiunto le zone controllate dal governo, ma molti cercano di raggiungere l’Europa, vista (forse illusoriamente) come la terra di ogni opportunità. Inoltre le sanzioni imposte alla Siria dall’Italia e dagli altri paesi della NATO, con la contemporanea rottura delle relazioni diplomatiche, hanno gravemente abbassato il livello di vita della popolazione di quel paese, già vittima degli attacchi degli estremisti foraggiati dall’esterno.
Il nostro governo, il PD, gli altri governi europei fingono di ignorare le cause e cercano di coprire le loro responsabilità, che riguardano le guerre neo-coloniali scatenate in Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Costa d’Avorio, ecc. e nello sfruttamento cui sono sottoposti da secoli i paesi coloniali ed ex-coloniali. La loro cattiva coscienza li porta ad un atteggiamento ipocritamente e falsamente “umanitario” evitando di analizzare il fenomeno. Questa ipocrisia ricorda quella denunciata in un suo articolo da Marinella Correggia (http://www.circolovegetarianocalcata.it/2015/08/20/palmyra-ed-il-caso-asaad-occidente-ipocrita-e-baro-piange-il-morto-per-non-aver-difeso-il-viso/) a proposito dell’assassinio ad opera dell’ISIS dell’archeologo Khaled al-Asaad, responsabile del sito di Palmyra, quando il PD, da sempre sostenitore della guerra contro il governo siriano, ha commemorato la morte del noto intellettuale tacendo sulle proprie dirette responsabilità.
Inoltre, di fronte alla demagogia razzista della destra, non si possono nemmeno ignorare le possibili conseguenze delle massicce migrazioni. A costo di dire cose impopolari, non si può ignorare che l’afflusso privo di regole di grandi masse che hanno scelto la via dell’emigrazione (non dimentichiamo che molti altri scelgono di rimanere a lottare nei rispettivi paesi per un avvenire migliore) tende ad abbassare i salari e i diritti dei lavoratori dei paesi verso cui si dirigono. Questo era previsto dallo stesso Marx quando parlava dell’utilità per il capitalismo dell’ “esercito industriale di riserva”, cioè disoccupati o sottoccupati disponibili a lavorare in condizioni peggiori e per salari minori, con la conseguenza di abbassare salari e diritti di tutti. Forse solo all’interno del movimento “5 Stelle” si è innescato un dibattito reale con diverse posizioni sull’argomento.
Il drammatico problema della migrazione va affrontato, a parere di chi scrive, indicando le cause, le responsabilità e i possibili antidoti, che consistono innanzitutto in una lotta senza quartiere contro l’imperialismo, lo sfruttamento internazionale, e per la pace, per permettere a tutti i cittadini del mondo una vita decente, inducendoli a non affrontare i difficili viaggi della speranza, spesso solo illusori, talvolta mortali, e a non innescare una guerra tra poveri che inevitabilmente si colora di demagogia razzista.
Vincenzo Brandi – brandienzo@libero.it