La grande crisi ed il ruolo della finanza internazionale

conseguenze della crisi

Mi sembra chiaro che la cosiddetta “grande crisi” che ha colpito il mondo occidentale dal 2008 in poi, e che non accenna a finire ma, solo a chiazze, ad attenuarsi, sia dovuta in gran parte alla preponderante forza della finanza internazionale. Quando un gruppo di potere arriva a disporre e muovere risorse in masse ben maggiori di quelle di uno stato, e non si parla solo di Stati piccoli, non ci sono possibilità di difesa da parte del mondo della legalità. Il mondo è tornato ad una organizzazione del tipo che fino a pochi anni fa consideravamo primitivo: solo che al posto di re, principi ed aristocrazia che detenevano gran parte delle risorse, ci sono oggi banchieri, industriali, finanzieri, che detengono una porzione esagerata di risorse mentre tutto il resto dei sudditi (bisogna proprio chiamarli così) deve spartirsi, lottando, le briciole.

Il mondo occidentale è nominalmente organizzato nella forma chiamata ancora, anche se le varianti sono ormai molte, democratica, cioè basata sulle libere elezioni, ma il popolo di fatto è ben lungi dall’essere sovrano! Solo in occasione delle elezioni, gli viene fatto credere che quelli che governeranno si adopereranno per il bene comune, ma in realtà quelli non riescono nemmeno sempre a capire da che parte stia il bene comune e allora si arrangiano altrimenti, fino alle prossime elezioni.

Nell’Empireo dei potenti, finanzieri, industriali, banchieri, ci sono naturalmente anche i grossi capi della malavita, come si usava chiamarli non molti decenni fa. E infatti perché stupirsi: una volta che il bene supremo è il denaro, una volta raggiunto quello in gran quantità, mica si va più a vedere da dove viene e come viene utilizzato!

La politica ha il dovere di indirizzare e proteggere la vita associativa dei cittadini degli stati, ma consapevole di essere più debole delle grandi multinazionali, banche, lobbies, mafie, ecc., finisce per assecondare quelle, anche perché effettivamente dalle grandi tavole imbandite qualche mollica cade e con quelle il popolo si può sfamare. Il discorso in fondo è perfino corretto, ma rivela appieno il grande vuoto che abbiamo creato nel nostro mondo di umani occidentali ed evoluti del ventunesimo secolo: nessun valore ideale: l’onestà, l’aiuto reciproco, la libertà, l’eguaglianza potenziale di ognuno, il riconoscimento del merito, la dignità e quant’altro ci veniva insegnato nella nostra infanzia, a noi che oggi siamo vecchi, è rimasto in vita se non in forma del tutto ristretta di alcuni individui; anzi di questa perdita delle ideologie siamo addirittura fieri: solo il denaro col suo potere salvifico è rimasto come unico valore.

Un altro sintomo della veridicità del quadro che andiamo facendo, è il blocco del cosiddetto ascensore sociale: il popolo è stratificato in maniera pressoché impermeabile: il passaggio per merito da uno all’altro livello è diventato rarissimo, tanto che se ne fa un argomento giornalistico.

Mentre scrivo queste righe mi rendo conto che anche gli insegnamenti “morali” che ci venivano propinati anni fa, probabilmente contenevano una buona dose di ipocrisia e servivano anche ad indorare la pillola per le persone comuni, ma quello che oggi rende intollerabile la situazione è che il fenomeno si è enormemente allargato: crisi come quella iniziata nel 2008 ce ne saranno ancora e ben vicine nel tempo, ammesso che per alcuni periodi se ne possa uscire, visto anche che le autorità politiche non hanno voluto/potuto fare almeno delle leggi chiare che le rendessero meno probabili.

Nei nostri paesi europei, tornati ormai in pieno allo spirito degli Stati nazionali sovrani, soprattutto i giovani hanno grandissime difficoltà ad inserirsi, sia pure cercando di seguire la scala dei valori vincente, quella della ricchezza: ma molte porte sono chiuse e chi ha non molla. E’ ben vero che esistono molte possibilità di colloquio con coetanei: smartphone, social net, auto, moto, ma legate al passato, alle possibilità economiche dei padri o addirittura dei nonni: troppo poco è aperto alle loro capacità, al dimostrare la loro capacità oggi per il loro domani. La straordinaria diffusione della droga ha certamente una delle valide spiegazioni in questo tipo di atmosfera nella quale i giovani si trovano inseriti, ma insoddisfatti.

In quest’ultimo periodo, si sta facendo molto forte un pericolo di tutt’altra natura per il mondo occidentale: il fanatismo dell’IS, nel quale giovani fortemente ideologizzati arrivano a sacrificare, e volentieri nel loro pensiero, la loro stessa vita pur di colpire gli odiati nemici. Il fenomeno si collega, e si nutre, dell’altro grande evento che in misura eccezionale sta colpendo l’Europa occidentale: la migrazione di massa di gran numero di persone – in gran parte giovani uomini – in fuga da terre dove una guerra rende impossibile per loro la vita o dove per altre ragioni non riescono a condurre una esistenza decente.

Il fenomeno esistenziale. che è la prima spinta alla migrazione, si congiunge con questioni di differente religione e si complica tanto che lo spirito di accoglienza col quale gli europei li ricevono è decisamente peggiorato, tanto da diventare in molti paesi aperto rifiuto. Certo, si tratta di questioni di grande portata, ma proprio per questo dovrebbero essere affrontate con l’impegno che meritano, mentre invece si assiste ad una fuga dalla responsabilità che viene lasciata nelle mani di chi, per il fatto geografico di essere la prima terra di arrivo, si trova in pieno nella corrente migratoria.

Gli argomenti che abbiamo toccato sono tali da non lasciarci prevedere un periodo di ripresa, come tutti speriamo (e i governanti ce lo fanno credere), bensì di grandi mutamenti epocali che richiederebbero il meglio delle intelligenze umane per affrontarli, ma sembra che questo sia lo spirito col quale si opera.

Andrea Alessandri

(Fonte: Mondo Sabino)

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