Riassunto italiano dal dopoguerra ad oggi…
C’è stato un tempo in cui gli USA avevano deciso, in quanto vincitori della guerra, di includerci fra i loro baluardi contro l’URSS: per questo, e solo per questo, hanno incentivato la nostra “spesa pubblica”, foraggiata da loro col “piano Marshall”.
Piccolo inconveniente: la classe politica allora al potere (DC) la indirizzò al Welfare, cosa del tutto inappropriata dal punto di vista americano, ma lo tollerarono perché eravamo “troppo” vicini ai Paesi del blocco sovietico.
Poi cadde (1989) il muro di Berlino, e dopo di esso (1991) finì l’URSS.
Da allora gli USA persero ogni interesse a tollerare la nostra attitudine spendacciona: a tutti gli effetti, strategicamente non contavamo più una cippa.
Ecco che allora, “per miracolo”, tornò in auge il progetto di Unione Europea con moneta unica ed espropriazione della sovranità monetaria.
Bisognava “fare presto”, ed infatti, non a caso, Maastricht e Tangentopoli sono del 1992: coincidenza? Solo un cretino potrebbe crederlo.
Gli USA “comprarono” la nostra cosiddetta sinistra, ormai ridotta a patetica farsa occhettiana, e la magistratura ad essa legata (”Mani pulite”).
Venne eliminata la classe politica della “prima Repubblica”, corrotta ma solidamente statalista, e ad essa venne sostituita una classe dirigente direttamente controllata dalle lobbies finanziarie, con un modesto incidente di percorso presto eliminato: Berlusconi.
L’imperativo categorico era: demonizzare ed impedire la spesa pubblica
Vincenzo Zamboni
Post Scriptum:
Negli anni ‘50 e ‘60, fino alla prima metà degli anni ‘70, il pil è cresciuto costantemente del 4-8% annuo, la disoccupazione è andata dal 4% (1960) all’8% (1975), impiegati ed operai si comperavano la casa col mutuo, è stato costruito lo stato sociale a fronte di una tassazione enormemente più bassa di quella vorace e rapinatrice odierna (si ricordi che l’Ige era appena al 12%), le aziende italiane si sono sviluppate continuamente, e il debito, grazie all’esercizio della sovranità monetaria, non superava il 60% pil, e il paese non era in guerra con nessuno.
Il “nuovo” è la catastrofe anti-lavorativa della disoccupazione al 14%, ma la giovanile oltre il 42% ci dice dove siamo diretti, sottoccupazione, precarietà, distruzione dell’industria italiana, debito al 135% grazie alla rapina di sovranità per imposizione della moneta debito, sanguinaria guerra coloniale continua (dal 1991 ad oggi, 24 anni), distruzione e svendita dello stato sociale, una situazione eticamente, economicamente, politicamente ed umanamente semplicemente ripugnante, tutto ciò in omaggio al cretinismo economicista della grande finanza speculativa cosiddetta neoliberista, con la complicità di un mondo ex di sinistra ex ex sindacale che ha tradito i lavoratori, infischiandosene di loro.
Semplicemente ripugnante.