L’Algeria vuole rimanere indipendente da influenze straniere

Lunario Paolo D'Arpini 24 luglio 2015

Algeria libera

Per bocca del suo ministro per gli Affari del Maghreb, dell’Unione
africana e della Lega araba, Abdelkader Messahel, intervenuto alla
vigilia dell’apertura della Conferenza internazionale sulla lotta
contro l’estremismo, l’Algeria ha ribadito il suo rifiuto a qualsiasi
base straniera sul suo suolo.

Per giustificare una tale posizione, Messahel ha usato un linguaggio
diplomatico abbastanza rilevante. Egli ha sostenuto che uno “stato
capace” non ha bisogno di basi straniere per combattere la minaccia
terroristica, sapendo che le potenze straniere che vogliono stabilire
basi militari in Nord Africa in genere utilizzano il pericolo del
terrorismo per giustificare la loro richiesta.

Messahel ha affermato per l’ennensima volta che lo Stato algerino ha tutte
le capacità per affrontare la minaccia del terrorismo ai suoi confini
e nel suo territorio, ma è stato un modo intelligente per ingraziare
alcune potenze straniere interessate a installare le basi militari.

La posizione algerina così come è stata esposta da Messahel aiuta a
respingere le pressioni, che stanno aumentando ultimamente, per
stabilire basi straniere sul territorio nazionale, evitando che il
rifiuto algerino venisse interpretato come un segno di ostilità nei
confronti di questi stessi paesi la cui facoltà di nuocere non deve
essere mai trascurata.

Il richiamo della posizione algerino su questa delicata questione da
parte del Ministro Messahel è quello di mantenere i contatti con
l’ultimo punto di un altro alto funzionario algerino. Infatti, come
parte della sua ultima apparizione mediatica, Ahmed Ouyahia, come
segretario generale della RND (un partito politico algerino) e capo di
Gabinetto della Presidenza della Repubblica ha chiaramente ribadito i
motivi che potrebbero spiegare le sfide Algeria nella attuale
situazione regionale e internazionale.

Ouyahia ha ricordato, in particolare, il fatto che l’Algeria si
rifiuta di inviare il suo esercito in guerra al di fuori dei suoi
confini (in Libia e Medio Oriente) e per il fatto che, oltre alla
Siria (si sa cosa è accaduto) l’Algeria è l’unico paese arabo a
rimanere in piedi a fianco del popolo palestinese contro l’occupazione
israeliana. Ouyahia è giunto al punto di dichiarare che l’Algeria
giuridicamente è ancora in guerra contro Israele.

Gli osservatori diplomatici non esitano a mettersi in relazione queste
posizioni ufficiali dell’Algeria contro l’interventismo delle grandi
potenze nella regione e le pressione ricevute, compresa la forma di
azioni di destabilizzazione per minare la pace civile e l’unità
nazionale, come è accaduto di recente nel wilaya di Ghardaia.

Al Manar
[Trad. dal francese per ALBA informazione di Francesco Guadagni]
http://albainformazione.com/

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