Grecia – Oxi al 61,3%… ed ora?

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I greci hanno votato più OXI che NAI: è una bella notizia, questa vittoria del NO al referendum. Il messaggio lanciato dal popolo greco va letto nell’unico modo possibile: vogliamo stare nell’euro, ma con dignità.

I negoziatori con la Troika (e con chicchessia) vogliamo sceglierceli noi, devono essere nostri uomini di fiducia: e non lacché della finanza globale (nella sua articolazione europea).

Ora si aprirà un nuovo negoziato che cambierà il focus dei colloqui precedenti. Non si discuterà più di diminuzione delle pensioni in un Paese in cui l’economia è al collasso grazie anche all’”austerità”: ci scommettiamo?

Grexit è da escludere anche per ragioni geopolitiche: gli “equilibri” nel Mediterraneo e in Medio Oriente vanno sicuramente cambiati, la NATO va sciolta, ma questo deve avvenire con politiche accorte che sappiano contrastare le ambizioni di potenza di TUTTI gli imperialismi.

Il piano merkeliano di un commissariamento eurocratico del Sud Europa, spacciato per “maggiore integrazione politica”, subisce una battuta d’arresto.

Il debito verrà “ristrutturato” e la “condizione” concordata sarà la “modernizzazione” dello Stato greco: il governo di Syriza la interpreterà come capacità di costruire un vero Stato di diritto, sfrattando l’oligarchia corrotta, “evasora” e sprecona che lo ha occupato.

Si aprono spazi per le forze europeiste che danno la parola ai popoli e quindi alle esigenze dei popoli: no all’austerità, si a una conferenza generale sui debiti statali di tutti, un grande piano di investimenti pubblici indirizzati all’obiettivo dell’economia ambientalmente sostenibile.

Si ad una maggiore integrazione politica dell’Europa, ma su basi realmente democratiche.

Quello di cui ci sarebbe bisogno sarebbe un grande referendum europeo sull’austerità: non c’è dubbio che la Merkel avrebbe problemi a vincerlo persino in Germania!

Alfonso Navarra, obiettore alle spese militari e nucleari (www.osmdpn.it)

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Commento di Franco: “Una nota su un particolare lessicale che vado dicendo a tutti: non dobbiamo chiamarla “austerità”, ma, se siamo convinti che sia in realtà un drenaggio di soldi dai poveri ai ricchi, le definizioni più appropriate sono “rapina, estorsione, ruberìa, ricatto, ladrocinio, strangolamento, imbroglio, ecc.”

Commento di Doriana Goracci (ex bancaria addetta alla borsa per 31 anni): “I mercati chissà che faranno…dopo il no della Grecia: Il mercato che conosciamo noi donne e uomini è ben altro…E’ quello dove ti aggiri per far quadrare i conti della settimana, dove arrivi a fine giornata per avere il prezzo migliore e portarti via quello che avanza sul banco, è il mercato dove il venditore conosce chi compra e ci si aiuta, NON E’ UN GIOCO al massacro.”

Commento di Piero: “Io mi limiterei a salutare con gran gioia e fragore la vittoria dei No che è una vittoria popolare e democratica e avrà ripercussioni politiche (ripeto “politiche”) immediate, tra i restanti PIIGS, a partire dalla Spagna.
In altri termini, la vittoria dei No è innanzitutto una vittoria della democrazia contro l’oligarchia. Per essa dobbiamo indubbiamente ringraziare l’accorta conduzione dei negoziati da parte del governo greco. Probabilmente il problema più importante che ci troveremo di fronte sin da subito sarà il tentativo delle spaventate élite europee di tagliare le gambe a ogni espressione democratica sostanziale e non puramente formale.
Cosa succederà a livello finanziario ed economico, a oggi credo che non lo sappia veramente nessuno. Solo ipotesi, più o meno ragionevoli, ma solo ipotesi che secondo me non ha senso mettere in una dichiarazione a freddo per festeggiare la vittoria dei No.”

Commento di Fulvio Grimaldi: “Ad Atene Syriza ha fatto le coccole a Svendola e ai suoi trasformisti piroiettanti tra PD e quant’altro si riesce ad acchiappare, e ha schizzato i 5 Stelle: conferma della collocazione politica e morale di Tsipras, da me ripetutamente analizzata sul blog nel corso dei progressivi cedimenti tsiprasiani. Si potrebbe anche supporre che le dimissioni di Varufakis, a dispetto della stravittoria del no, dell’ex-ministro insultato dagli eurocriminali e sbertucciato da Tsipras con la collocazione ai suoi lati di due angeli custodi “moderati”, siano avvenute perché l’uomo non ci tiene a essere corresponsabile della resa finale di Tsipras.
Tutto questo é molto triste, alla luce di quanto e con quale coraggio e capacitá di sacrificio i greci hanno lottato per 4 anni contro i loro boia, per vedersi ora, proseguendo la discesa con Tsipras, definitivamente assegnati alla sconfitta.
E pensare che c’erano lí i BRICS pronti ad accoglierli. Forse in quel caso i militari, infeudati alla Nato, avrebbero ripetuto il golpe del’68, ma forse non gli sarebbe andata tanto liscia e forse la Nato avrebbe subito una prima, esiziala incrinatura.
Ipotesi B: Tsipras, nonostante che questi anni di traccheggiamenti e cedimenti su pensioni, Iva, privatizzazioni, esenzioni per gli oligarchi, salari, le rassicurazioni su euro, Ue, Nato, minino qualsiasi fiducia nel personaggio, si vede costretto dalla forza di massa ancora una volta espressa dai figli di Leonida e Demostene, a raddrizzare la spina dorsale e ad aprire all’uscita dal braccio della morte.”

Commento di Luca Fausto Canapini: “Qui tutti parlano della Grecia. Anche la tipa che fa le piadine con tanto strutto e tanto prosciutto ha la sua ricetta politica per salvare il mondo. Dev’essere la sapienza del porco che per contatto, è giunta al suo ricettivo encefalo. Ho sentito pure dire “Socrate ci ha salvato”.
Ostia. Parole grosse. Anche al bar della mattina, quello del bombolone alla crema, vengo intercettato per ragionare sul caso greco da due signori.
Vorrei dire la mia, ma taccio, perché ho molto caldo, perché oggi ho pure malditesta forte, e perché l’entusiasmo altrui -anche se infondato- è un bene raro soprattutto di questi tempi oscuri e deprimenti.
Navigo a vista, mi dedico all’essenziale e cerco accuratamente di dribblare la fuffa perché c’è più fuffa di quello che molti cuori sarebbero disposti ad accettare.”

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