Russia svelata – Se Putin fosse creduto… il mondo andrebbe in un’altra direzione
Il 26 aprile 2015 la principale emittente televisiva nazionale della
Russia, Rossiya 1, ha celebrato il presidente Vladimir Putin in un
documentario creato per il popolo russo nel quale venivano esposti gli
eventi dell’ ultimo periodo storico, compreso l’ evento dell’
annessione della Crimea, quello del colpo di Stato in Ucraina
supportato dagli Stati Uniti, e lo stato generale dei rapporti fra
Russia e Stati Uniti e Unione Europea. Nelle sue parole si è potuta
apprezzare la franchezza e la schiettezza. Nel bel mezzo del suo
intervento l’ ex capo del KGB russo ha “sganciato una bomba” politica
comunque già di conoscenza dei servizi segreti russi da circa due
decenni.
Putin ha dichiarato senza mezzi termini, che, a suo parere, l’Occidente sarebbe stato contento nell’avere una Russia debole, sofferente e mendicante, condizione che però, chiaramente, dato il loro carattere e l’indole, il popolo russo non sarebbe disposto a subire. Durante il suo intervento, il presidente russo ha detto, per la prima volta pubblicamente, qualcosa che in realtà l’intelligence russa conosce già da quasi due decenni, rimasta però in silenzio fino a quel momento, molto probabilmente, nella speranza di un’epoca di migliori e tranquille relazioni fra Russia e Stati Uniti.
Putin ha dichiarato che il terrorismo in Cecenia e nel Caucaso russo
nei primi anni ‘90 è stato attivamente sostenuto dalla CIA e dai
servizi segreti occidentali per indebolire deliberatamente la Russia.
Ha osservato che la FSB russa (Servizi federali per la sicurezza della
Federazione russa) straniera di intelligence avesse con sè la
documentazione del ruolo segreto degli Stati Uniti, senza fornire
dettagli.
Che Putin, un professionista di intelligence di altissimo livello,
stesse soltanto accennando a tutto questo nel suo discorso, lo ho
potuto documentare nel dettaglio anche da fonti non russe. Questo
resoconto ha enormi implicazioni nel rivelare al mondo la lunga
“agenda” nascosta degli influenti circoli di Washington allo scopo di
distruggere la Russia come Stato sovrano funzionale, un “ordine del
giorno” che includeva anche il colpo di stato neo-nazista in Ucraina e
la guerra caratterizzata da gravi sanzioni pecuniarie nei confronti di
Mosca. Quanto segue è tratto dal mio libro, Amerikas ‘Heilige Krieg.
Le guerre della CIA in Cecenia
Non molto tempo dopo che i Mujahideen, finanziati dalla CIA e dai
servizi segreti sauditi, avevano devastato l’Afghanistan alla fine del
1980, costringendo l’uscita da lì dell’ esercito sovietico nel 1989, e
la dissoluzione dell’Unione Sovietica qualche mese più tardi, la CIA
iniziò a cercare nuovi possibili luoghi di collasso dell’ Unione
Sovietica, dove i loro addestrati “Arabi Afghani” avrebbero potuto
essere reimpiegati per destabilizzare ulteriormente e indebolire l’
influenza russa nello spazio eurasiatico post-sovietico.
Erano chiamati “Arabi Afghani” per il fatto che furono reclutati fra i
musulmani wahabiti sunniti ultraconservatori provenienti dall’ Arabia
Saudita, dagli Emirati Arabi, dal Kuwait, e in altre parti del mondo
arabo in cui era praticava l’ ultrarigida wahabita dell’ Islam. Giunti
in Afghanistan nei primi anni 1980 furono portati da una recluta della
CIA saudita (inviata proprio in Afghanistan) dal nome di Osama bin
Laden.
Con l’ex Unione Sovietica nel caos totale e allo sbando,
Amministrazione di George HW Bush decise di “prenderli a calci quando
sarebbero stati a terra”, un errore molto infelice. Washington
reimpiegò i propri terroristi veterani afghani per portare caos e
destabilizzzione in tutta l’ Asia centrale, finache all’ interno della
Federazione Russa stessa, proprio in una fase di crisi profonda e
traumatica durante il collasso economico dell’ era Yeltsin.
Nei primi anni 1990, la società di Dick Cheney, Halliburton, esaminò
le potenzialità petrolifere “offshore” di Azerbaigian, Kazakistan, e
dell’ intero bacino del Mar Caspio. La regione venne stimata essere
“un altra Arabia Saudita”, ma dal valore molto maggiore di diversi
miliardi di dollari se valutato sul mercato contemporaneo. Gli Stati
Uniti e il Regno Unito erano determinati a mantenere quella “miniera
d’oro” (rappresentata dall’ olio) fuori dal controllo russo con tutti
i mezzi a disposizione. Il primo obiettivo di Washington fù quello di
organizzare un colpo di stato in Azerbaijan nei confronti del
presidente eletto Abulfaz Elchibey per farvi insediare un nuovo
presidente più “amichevole” nei confronti dell’ idea che l’ oleodotto
Baku-Tbilisi-Ceyhan (BTC) fosse controllato dagli Stati Uniti, “la
conduttura più politicizzata del mondo”, che porta l’olio dall’
Azerbaijan attraverso la Georgia verso la Turchia e il Mediterraneo.
A quel tempo, l’ unico oleodotto esistente da Baku era uno dell’ epoca
sovietica che prendendo l’ olio di Baku attraversava la capitale
cecena, Grozny, portandolo verso nord attraversando la provincia del
Daghestan in Russia, e, attraverso la Cecenia, giungere al porto russo
del Mar Nero di Novorossiysk. L’oleodotto risultava l’ unico maggiore
ostacolo verso una via alternativa però molto più costosa per
Washington e per le major petrolifere britanniche e statunitensi.
Il presidente Bush Sr. concesse ai suoi vecchi amici alla CIA il
mandato di distruggere quell’ oleodotto russo-ceceno creando così un
tale caos nel Caucaso che nessuna società occidentale o russa
avrebbero considerato l’ idea di usare oleodotto russo di Grozny.
Graham E. Fuller, un vecchio collega di Bush e ex vice direttore del
Consiglio Nazionale sull’ Intelligence della Cia fù un architetto
chiave nella strategia della CIA riguardo i Mujahideen. Fuller
descrisse la strategia della CIA nel Caucaso durante primi anni ‘90:
“La politica di guidare l’ evoluzione dell’ Islam sostenendoli contro
i nostri avversari funzionò meravigliosamente bene in Afghanistan
contro l’Armata Rossa. Le stesse dottrine possono ancora essere usate
per destabilizzare ciò che resta del potere russo.”
La CIA utilizzò per l’operazione anche un veterano, il generale
Richard Secord, esperto in “sporchi trucchetti”. Secord creò una
società di copertura della CIA, la MEGA Oil. Secord fù già stato
condannato nel 1980 per il suo ruolo centrale nelle operazioni
illegali di armi nel caso Iran-Contra ( caso anche conosciuto come
Iran-Gate) e droga da parte della CIA.
Nel 1991 Secord, ex Vice Assistente Segretario alla Difesa, sbarcò a
Baku costituendo la società di facciata della CIA, MEGA Oil. Era un
veterano delle operazioni segrete della CIA dell’ oppio in Laos
durante la guerra del Vietnam. In Azerbaijan, costituì una compagnia
aerea con lo scopo di far volare segretamente, dall’ Afghanistan in
Azerbaijan, centinaia di Mujahideen appartenenti ad al-Qaeda e bin
Laden. Nel 1993, la MEGA Oil reclutò e armò 2.000 Mujahideen,
convertendo così Baku in una base per operazioni terroristiche dei
Mujahideen nel Caucaso.
L’ operazione segreta dei Mujahideen del Generale Secord nel Caucaso
dette il via al succitato colpo di stato militare che ebbe come esito
il rovesciamento del presidente Abulfaz Elchibey eletto quello stesso
anno e installandovi Heydar Aliyev, un più flessibile e bendisposto
fantoccio degli Stati Uniti. Un rapporto segreto dell’ intelligence
turca, trapelato al Sunday Times di Londra, affermò che “due giganti
del petrolio, BP e Amoco, inglesi e americani, rispettivamente, che
insieme formano l’ AIOC (Consorzio dell’Olio internazionale dell’
Azerbaijan), sono dietro il colpo di Stato.”
Il capo dei servizi segreti sauditi, Turki al-Faisal, diede
disposizioni che il suo agente, Osama bin Laden, che mandò in
Afghanistan all’inizio della guerra in Afghanistan nei primi anni
1980, avrebbe usufruito della sua organizzazione afgana Maktab
al-Khidamat (MAK) per reclutare “Arabi Afghani” per quella che
rapidamente stava diventando una Jihad globale. I mercenari di Bin
Laden furono così utilizzati come truppe d’ assalto dal Pentagono e
dalla CIA per coordinare e sostenere le offensive musulmane non solo
in Azerbaigian, ma poi anche in Cecenia e, in seguito, in Bosnia.
Bin Laden inserì un altro saudita, Ibn al-Khattab, per divenire
Comandante, o Emiro del Jihadista Mujahideen in Cecenia (sic!) insieme
al ceceno Shamil Basayev, signore della guerra. Poco importa che Ibn
al-Khattab fosse un saudita arabo che parlasse a malapena una parola
di ceceno, e per niente il russo. Sapeva però come riconoscere i
soldati russi e come ucciderli.
La Cecenia era, per tradizione, una società prevalentemente Sufi, un
ramo più “morbido” dell’ Islam apolitico. Ma la crescente
infiltrazione dei benpagati e ben addestrati terroristi Mujahideen
predicanti la Jihad o Guerra Santa contro i russi e sponsorizzati
dagli Stati Uniti trasformò del tutto l’ iniziale movimento riformista
di resistenza cecena. Si diffuse così l’ ideologia della linea dura
islamista di al-Qaeda in tutto il Caucaso. Sotto la guida di Secord,
le operazioni terroristiche dei Mujahideen furono così anche
rapidamente estese nel vicino Daghestan e in Cecenia, trasformando
Baku in un punto di spedizione per l’ eroina afgana alla mafia cecena.
Dalla metà degli anni ‘90, bin Laden pagava i capi guerriglieri
ceceni, Shamil Basayev e Omar ibn al-Khattab, la bella somma di
diversi milioni di dollari al mese, la fortuna di un re pensando ad
una Cecenia che nel 1990 era economicamente desolata, consentendo così
loro di emarginare la maggioranza moderata cecena. I servizi segreti
americani furono profondamente coinvolti nel conflitto ceceno fino
alla fine degli anni 1990. Secondo Yossef Bodansky, l’ allora
direttore del Congressional Task Force degli Stati Uniti sul
terrorismo e sulla guerra non convenzionale, Washington partecipò
attivamente alla “ennesima jihad anti-Russia, cercando di supportare e
potenziare le forze islamiste anti-occidentali più virulente.”
Bodansky rivelò in dettaglio l’ intera strategia della CIA nel Caucaso
nel suo rapporto, affermando che i funzionari del governo statunitense
vi parteciparono,
“Una riunione formale in Azerbaijan nel dicembre 1999, in cui vennero
discussi e concordati i programmi specifici per la formazione e l’
equipaggiamento dei Mujahideen dal Caucaso, Asia del sud e Centrale e
nel mondo arabo, culminò con un tacito incoraggiamento di Washington a
vantaggio di entrambi gli alleati, i musulmani (principalmente Turchi,
Giordani e dell’ Arabia Saudita) e le ’società di sicurezza private’
degli Stati Uniti. . . per aiutare i ceceni e i loro alleati islamici
a insorgere nella primavera del 2000 e sostenere la conseguente Jihad
per un lungo periodo … la Jihad islamista nel Caucaso come un modo
per deprivare la Russia di una via dell’ oleodotto percorribile
attraverso una spirale di violenza e terrorismo. ”
La fase più intensa delle guerre di Cecenia diminuì nel 2000 solo dopo
la pesante intervento militare russo che sconfisse gli islamisti. Fu
però una “vittoria di Pirro”, che costò un tributo enorme in vite
umane e distruzione di intere città. Il bilancio esatto delle vittime
causate dal conflitto ceceno istigato dalla CIA è sconosciuto. Stime
non ufficiali variavano da 25.000 a 50.000 fra morti e dispersi, per
la maggior parte civili. Stime di perdite russe erano vicine a 11.000
persone secondo il “Comitato delle Madri dei soldati”.
Le major petrolifere anglo-americani e gli agenti della CIA erano
felici. Ottennero quello che volevano: il loro oleodotto
Baku-Tbilisi-Ceyhan, bypassando l’ oleodotto di Grozny in Russia .
I jihadisti ceceni, sotto il comando islamico di Shamil Basayev,
continuarono però gli attacchi di guerriglia dentro e fuori la
Cecenia. La CIA si riorientò nel Caucaso.
Collegamento saudita di Basayev
Basaev fù fondamentale nella Jihad Globale della CIA. Nel 1992
incontrò il terrorista saudita Ibn al-Khattag in Azerbaijan. Dall’
Azerbaijan, Ibn al-Khattab portò Basayev in Afghanistan per incontrare
il suo compagno saudita Osama bin Laden. Il ruolo di Ibn al-Khattab è
stato quello di reclutare i musulmani ceceni disposti a intraprendere
la Jihad contro le forze russe in Cecenia per conto di una strategia
di copertura della CIA per destabilizzare la Russia post-sovietica e
garantire così il controllo britannico-statunitense sull’ “energia”
del Caspio.
Una volta tornati in Cecenia, Basayev e al-Khattab crearono la Brigata
Internazionale Islamica (IIB) con il denaro dell’ Intelligence
saudita, con l’ approvazione della CIA e coordinato attraverso la
relazione con l’ ambasciatore saudita di Washington nonché principe,
Bandar bin Sultan, intimo conoscente della famiglia Bush. Bandar,
ambasciatore saudita di Washington per più di due decenni, era così
intimo con la famiglia Bush che George W. Bush riferiva all’
ambasciatore playboy saudita come “Bandar Bush”, considerandolo una
sorta di membro onorario della famiglia.
Basayev e al-Khattab importarono in Cecenia i combattenti prelevandoli
dal ramo fanatico saudita wahabita dell’Islam sunnita. Ibn al-Khattab
ordinò che il suo esercito privato di arabi, turchi, e altri
combattenti stranieri venisse chiamato “Mujahideen arabi in Cecenia”.
Gli fù anche commissionato di creare campi paramilitari nelle montagne
del Caucaso e della Cecenia dove venissero addestrati ceceni e
musulmani delle repubbliche russe del Caucaso del Nord e dell’ Asia
centrale.
La Brigata Internazionale Islamica, finanziata dai sauditi e dalla
CIA, fù responsabile non solo del terrorismo in Cecenia. Essi
condussero nell’ ottobre 2002, al Teatro Dubrovka di Mosca, un
sequestro di ostaggi e si macchiarono inoltre del raccapricciante
massacro della scuola di Beslan nel settembre 2004. Nel 2010, il
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite pubblicò il seguente
rapporto su al-Khattab e sulla Brigata Internazionale Islamico di
Basayev:
la Brigata Internazionale Islamica (IIB) venne citata il 4 marzo
2003.. . per essere associata ad Al-Qaeda, Osama bin Laden e ai
Talebani per la “partecipazione al finanziamento, progettazione,
facilitazione, preparazione o perpetrazione di atti o attività da
parte di, in collegamento con, con il nome di, per conto o a sostegno
di” Al-Qaeda. . . la Brigata Internazionale islamico (IIB) fù fondata
e guidata da Shamil Basayev Salmanovich (deceduto) ed collegata al
Riyadus-Salikhin Reconnaissance e Battaglione di Sabotaggio dei
Martiri Ceceni (RSRSBCM). . . e alla Special Purpose Islamic Regiment
(SPIR). . .
La sera del 23 ottobre 2002, i membri della IIB, RSRSBCM e SPIR
operarono congiuntamente allo scopo di sequestrare oltre 800 ostaggi a
Teatro Podshipnikov Zavod (Dubrovka) di Mosca.
Nell’ottobre 1999, gli emissari di Basayev e Al-Khattab viaggiarono
alla casa base di Osama bin Laden, nella provincia afghana di
Kandahar, dove egli accettò di fornire assistenza militare e aiuti
finanziari, prendendo anche accordi per inviare in Cecenia diverse
centinaia di combattenti per la lotta contro le truppe russe e
perpetrare atti di terrorismo. Successivamente, nello stesso anno, Bin
Laden inviò ingenti somme di denaro a Basayev, Movsar Barayev (leader
di SPIR) e Al-Khattab, i quali sarebbe stati utilizzati esclusivamente
per la formazione di uomini armati, reclutamento di mercenari e di
acquistare munizioni.
La “via terrorista” Afgano-Caucasica di Al Qaeda, finanziata
dall’intelligence saudita, aveva due obiettivi. Uno era un obiettivo
specificamente saudita che era quello di diffondere la fanatica Jihad
wahabita nella regione dell’Asia centrale dell’ ex Unione Sovietica.
Il secondo era l’ ordine del giorno della CIA di destabilizzare l’
allora ormai collassante Federazione Russa post-sovietica.
Beslan
Il 1 ° settembre 2004 i terroristi armati di Basaev e la IIB di
al-Khattab presero più di 1100 persone come ostaggi in un assedio che
includeva 777 bambini, e li tennero prigionieri nella School Number
One (SNO) a Beslan in Ossezia del Nord, repubblica autonoma nel
Caucaso settentrionale appartenente alla Federazione russa vicino al
confine della Georgia.
Il terzo giorno di “crisi” degli ostaggi, come alcune esplosioni
furono udite all’ interno della scuola, la FSB e altre truppe russe
presero d’ assalto l’ edificio. Alla fine, almeno 334 ostaggi furono
uccisi, tra cui 186 bambini, con un significativo numero di feriti e
dispersi. Divenne chiaro successivamente che le forze russe gestirono
male l’ intervento.
La macchina di propaganda di Washington, da Radio Free Europe a The
New York Times e CNN, non perse tempo a demonizzare Putin e la Russia
per la loro cattiva gestione della crisi di Beslan, anzichè
concentrarsi sui collegamenti di Basayev con Al Qaeda e i segreti
sauditi in quanto quest’ ultimo aspetto avrebbe portato l’ attenzione
del mondo verso le relazioni intime tra la famiglia del presidente
degli Stati Uniti George W. Bush e la famiglia del miliardario saudita
bin Laden.
Il 1 settembre 2001, appena dieci giorni prima del giorno degli
attentati al World Trade Center e del Pentagono, il principe Turki bin
Faisal Al Saud, capo dei servizi segreti sauditi, educato e formato
negli Stati Uniti, che diresse l’ Intelligence Saudita dal 1977,
includendo anche l’ intera operazione dei Mujahideen di Osama bin
Laden in Afghanistan e nel Caucaso, all’ improvviso e inspiegabilmente
rassegnò le dimissioni, pochi giorni dopo aver accettato un nuovo
mandato come capo dell’ intelligence dal proprio re. Egli non dette
alcuna spiegazione. Fù subito rieimpiegato a Londra, lontano da
Washington.
Le registrazioni dei legami intimi fra Bin Laden e famiglia di Bush è
stata sepolta, nei fatti del tutto cancellata per motivi di “sicurezza
nazionale” (sic!) nella relazione ufficiale sul 911 dalla Commissione
degli Stati Uniti. Lo sfondo saudita di quattordici dei diciannove
presunti terroristi del 911 a New York e Washington è stato cancellato
anche dal rapporto finale della Commissione 911 del governo degli
Stati Uniti, pubblicato solo nel luglio 2004 dall’ amministrazione
Bush, quasi tre anni dopo gli eventi.
Basayev reclamò meriti di aver inviato i terroristi a Beslan. Le sue
richieste includevano la completa indipendenza della Cecenia dalla
Russia, qualcosa che avrebbe offerto a Washington e al Pentagono un
enorme arma strategica proprio nel ventre meridionale della
Federazione russa.
Entro la fine del 2004, a seguito del tragedia di Beslan, il
presidente Vladimir Putin, come riferito, ordinò una missione segreta
da parte dell’ intelligence russa di “ricerca e distruzione” per dare
la caccia e uccidere i leader principali dei Mujahideen Caucasici di
Basayev. Al-Khattab fù ucciso nel 2002. Le forze di sicurezza russe
presto scoprirono che la maggior parte dei terroristi
ceceni-afgani-arabi erano fuggiti. Ottennero un rifugio sicuro in
Turchia, membro della NATO; in Azerbaijan, un altro membro della NATO;
o in Germania, un membro della NATO; o a Dubai, uno dei più stretti
alleati degli Stati Uniti negli Stati Arabi e nel Qatar, un altro
stretto alleato degli Stati Uniti.
In altre parole, ai terroristi ceceni venne offerto dalla NATO un
rifugio sicuro.
F. William Engdahl *
* Consulente di rischio strategico e docente, si è
laureato in scienze politiche dalla Princeton University ed è autore
di best-seller sul petrolio e geopolitica, in esclusiva per la rivista
online “New Eastern Outlook”.
Fonte: http://journal-neo.org
Tradiuzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GIULIANO MONTELEONE