Parcellizzazione degli stati in nord Africa e medio Oriente – La frantumazione benvoluta da USA e sion

il percorso verso un grande israele

“Non dimentichiamo che la parcellizzazione degli stati che circondano israele è nei programmi -da sempre- della strategia sionista. Tanti piccoli stati in antagonismo religioso ed etnico fra loro e che non diano fastidio a sion…” (Saul Arpino)

Il califfo è ben voluto dagli USA – Scrive Marco Palombo: “Nella parte finale dell’articolo leggibile al link di seguito, Alberto Negri sul Sole24ore di ieri si chiede se gli USA sono disposti ad accettare un nuovo stato sunnita tra Iraq e Siria. Uno stato che presto non si chiamerà più Califfato ma avrà un nome più digeribile per l’Occidente. – http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-05-26/gli-usa-accusano-soldati-iracheni-063707.shtml?uuid=ABMywfmD – Ma petrolio e religione non spiegano tutto. Iran e Arabia Saudita non sono i soli da avere l’ambizione di rifare la mappa del Medio Oriente. Forse anche gli stessi strateghi americani si stanno arrendendo all’idea di costituire un nuovo stato sunnita in Mesopotamia con pezzi di Siria e Iraq per soddisfare il desiderio di rivincita di Riad, per placare i suoi timori rivolti al contentimento dell’Iran ma anche per venire incontro alle ambizioni della Turchia di Erdogan, bastione della Nato, che vorrebbe estendere la sua influenza sulla provincia industriale di Aleppo e sui curdi. L’America di Obama, non troppo diversamente da quella dei repubblicani, non si vuole sbilanciare: non intende compromettere le vecchie alleanze con la dinastia degli Al Saud, potenza finanziaria e ricco mercato di export di armi, e allo stempo persegue un accordo con Teheran sul nucleare. È in questa incapacità di scegliere che il Califfato si consolida: presto forse dovremo chiamarlo con un altro nome, più adatto ai sensibili palati delle democrazie occidentali…”

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Integrazione commento di Pier Pagliani:
Alberto Negri è uno dei pochissimi giornalisti mainstream senza fette di salame sugli occhi. Non è una sorpresa che sia stato il primo corrispondente dei media blasonati a fare questa ipotesi.
Io e Pierluigi Fagan ci eravamo posti questo problema all’inizio dell’anno. Ad esempio questa ipotesi è adombrata nel mio “Sull’orlo di un momento storico” (http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=116512).
Se si rilegge la storia passata e si ha coscienza di che razza di scorpioni siano gli imperialisti, certe ipotesi sorgono spontanee, almeno come domande sensate. Ovviamente spesso vengono prese come bizzarrie, o peggio.
Ad esempio in “Laicismo 2.0″ (3 settembre 2012 http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=65496) scrivevo così:
“Si capiscono a questo punto alcune mosse preliminari. Ad esempio le polemiche sulla famosa lectio magistralis di Ratzinger a Ratisbona. Fece infuriare tutti i politically correct per un presunto attacco all’Islam. In realtà in quella lezione non aveva detto nulla di particolarmente grave. Però, e lo si capisce col senno di poi, il papa poteva interferire con un discorso di collegamento religioso con la linea di collegamento politico tra gli USA e l’Islam, linea che fu esplicitamente santificata col famoso discorso di Obama al Cairo, tre anni dopo.

In quel discorso, tanto osannato, il succo era che gli Stati Uniti volevano rilanciare il compromesso con l’Islam politico e col fondamentalismo (che tanti frutti aveva dato in Afghanistan contro l’Unione Sovietica). Il fine di questo compromesso lo si è visto con le “primavere arabe” altrettanto osannate dai politically correct.”

Quell’articolo fece imbufalire la sinistra e i politicamente corretti di ogni ordine e grado e così ricevetti insulti e molti amici ed ex compagni di militanza si confermarono nell’idea che ero ormai rinstupidito. Per prima cosa difendevo uno “scandalo” di Ratzinger considerato imperdonabile (con tutto che io sono protestante), uno scandalo che aveva dato fiato alle sdegnate trombe di tutto il sinistrume laicista.
In secondo luogo avevo affossato l’osannato discorso “di riconciliazione” tra Obama e l’Islam. Idioti o in malafede! Se il capo dell’imperialismo mondiale si “riconcilia” con l’Islam vuiol dire che ha in mente qualcosa di molto, ma molto losco.
Vincenzo mi ha informato qualche mese fa che la professoressa Scarcia Amoretti, una delle massime esperte di islamistica in Italia, pensa la stessa cosa del discorso di Obama al Cairo.
Credo che dovremmo fare un punto, come una specie di “scuola quadri” (non ce la facciamo prima dell’estate ad organizzare un convegno), con la professoressas Scarcia Amoretti, per capire ad esempio fino a che punto la suddivisione sunniti-sciiti sia anche politica, come opera quella tra wahhabiti e Fratelli Musulmani e cosa potrebbe bollire in MO. Per l’occasione posso cercare di far venire anche Mostafà El Ayoubi di “Confronti”.
Piero – pier.pagliani@gmail.com

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Articolo in sintonia di Vincenzo Brandi:

Diffondo un mio articolo sulla presa di Palmyra da parte dell’ISIS e sull’ipocrisia occidentale che ora versa lacrime di coccodrillo sui monumenti in pericolo, ma non sui massacri dell’ISIS, che continua da parte sua ad agire indisturbato nonostante i farseschi annunci di guerra totale da parte della “coalizione” di volenterosi ….
Chi vuole riciclarlo e diffonderlo è benvenuto. Comunque esso sarà pubblicato sul numero di giugno della Voce in cui vi saranno anche molti altri interessanti articoli (tra cui il mio solito articoletto sulla storia del pensiero scientifico, questa volta dedicato al filosofo amico e rivale di Cartesio, Gassendi)

Sotto è allegata anche una versione in inglese che mi è stata richiesta da amici di lingua inglese: a Patrick e Anna chiedo se c’è qualche miglioramento da fare alla verione inglese.

I barbari a Palmyra. La farsa della lotta all’ISIS e l’ipocrisia dell’Occidente.

Palmyra (o Tadmor per gli Arabi) è una magica città monumentale posta in un’oasi di palme al centro del deserto siriano, passaggio obbligato fin da tempi antichissimi delle carovane che transitavano tra la Mesopotamia (oggi Iraq) e la Siria. Quando l’ho visitata pochi anni fa sono rimasto affascinato, come capita a tutti i visitatori, dai resti dei grandi colonnati dell’antica città romana, dell’elegante teatro, dall’imponenza degli edifici costruiti nel grandioso stile siro-romano che si può ammirare anche a Baalbeck in Libano, dal castello di epoca islamica, attribuito a Saladino, che sorge su una collina vicina.
Ora il sito archeologico è stato occupato dalle bande criminali dello Stato Islamico (ISIS per gli Occidentali, Daesh per gli Arabi), formate da fanatici e mercenari affluiti in Siria ed Iraq da più di 80 paesi con la complicità della Turchia, dell’Arabia Saudita e di altri paesi limitrofi. Queste bande, nella loro furia iconoclasta verso tutte le grandi civiltà pre-islamiche, hanno già distrutto i grandi siti archeologici assiri del nord della Mesopotamia come Niniveh e Nimrud. Ora anche il sito archeologico di Palmyra si trova nello stesso pericolo, mentre nell’attigua città moderna imperversano gli assassini che massacrano funzionari governativi, le famiglie sostenitrici del governo o appartenenti a minoranze religiose, e decapitano i soldati governativi presi prigionieri che avevano tentato disperatamente di difendere la città.
Ora da parte di tutti i media occidentali vengono versate lacrime di coccodrillo sulla triste sorte di Palmyra sopraffatta dai barbari. Ma è proprio la sciagurata politica occidentale verso la Siria, che consiste nel mettere come primo obiettivo di ogni azione politica o militare la caduta del governo Assad, ad aver causato questo disastro, ed il fatto mi indigna profondamente. Da anni gli Stati Uniti perseguono la politica di una completa ristrutturazione del mondo arabo-islamico che prevede la disgregazione degli stati laici nazionali come la Siria, l’Iraq o la Libia (e 40 anni fa l’Afghanistan socialista). I loro piani trovano alleati come la Turchia islamica di Erdogan ed il Qatar , legati alla Fratellanza Musulmana, o l’Arabia Saudita, dominata dalla setta estremista wahabita, che vuole eliminare tutti gli stati alleati dell’Iran sciita . E’ evidente che l’esercito siriano, che difende accanitamente da più di 4 anni il territorio nazionale dagli attacchi concentrici, finanziati da Arabia Saudita, Qatar, Stati Uniti e altre petro-monarchie semifeudali, e provenienti dal territorio turco o da quello giordano, si trova in difficoltà a dover lottare su innumerevoli fronti. In molti casi le armi statunitensi o di altri paesi occidentali non vengono fornite direttamente alle formazioni più estremiste come Daesh o Al Sham (formazione armata direttamente dalla Turchia), o Al Nusra (ramo siriano di Al Queda) ma vengono fornite ai combattenti “moderati” dell’FSA (Esercito Libero Siriano) addestrati in Turchia e Giordania. Ma di solito, dopo essersi infiltrati in Siria, questi combattenti passano rapidamente ad Al Nusra, che ha in gran parte occupato le province di Idlib e Deraa/Golan poste rispettivamente al confine con la Turchia e a quello con Giordania e Israele, o direttamente a Daesh.
Per quanto riguarda Daesh, dopo la grande avanzata di questa formazione in Iraq con la conquista di Mosul, seconda città del paese, si è formata una variopinta coalizione che dovrebbe fare la “guerra all’ISIS”. Di questa strana coalizione fanno parte paesi i cui servizi segreti e i cui gruppi dirigenti hanno chiaramente finanziato Daesh, come l’Arabia Saudita, ma anche gli Stati Uniti il cui candidato repubblicano alla presidenza Mc Cain è stato immortalato in video che lo ritraggono mentre parla amichevolmente con il “califfo” dell’ISIS Al Baghdadi (già “prigioniero” dell’esercito americano in Iraq e poi opportunamente “riciclato”) e il responsabile militare dell’FSA, generale Idriss.
La “guerra all’ISIS” si è quindi dimostrata un farsa, un inganno per le opinioni pubbliche occidentali sempre più ignoranti e credulone. Daesh continua ad avanzare in Siria e in Iraq. L’intera provincia strategica irachena di Anbar è nelle mani di Daesh, che, dopo aver occupato il capoluogo Ramadi, minaccia direttamente Baghdad. La coalizione guidata da Stati Uniti ed Arabia frena l’azione delle milizie sciite filogovernative, sostenute da “consiglieri” iraniani, che sarebbero le uniche in grado di fermare l’avanzata di Daesh. Lo scopo degli USA è quello di mantenere in uno stato di perenne debolezza il governo di Baghdad considerato troppo filo-iraniano e confermare la divisione di fatto dell’Iraq in tre tronconi ottenuta con la caduta di Saddam Hussein.
-Al governo italiano che, succubo degli USA e della NATO, ha sposato queste politiche e partecipa alla distruzione di Libia, Siria, Iraq e di altri stati nazionali laici;
-agli altri governi occidentali che, alleati delle peggiori monarchie arabe reazionarie, contribuiscono al fallimento di ogni politica nazionale-laica che porti questi paesi verso la modernità e favoriscono oggettivamente l’avanzata di Daesh e delle altre formazioni jihadiste,
noi diciamo “VERGOGNA”.
Ma diciamo “VERGOGNA” anche alle opinioni pubbliche occidentali spesso ostaggio di propagande governative, e di saggisti e giornalisti chiusi nella loro fasulla ideologia liberale, per cui “noi” siamo i paesi “civili”, fonte di ogni libertà, mentre quei paesi dell’Asia, dell’Africa o dell’America Latina, che cercano faticosamente una loro via verso uno sviluppo economico e culturale indipendente, che è alla base di ogni stile decente di vita, vengono spesso arbitrariamente indicati come “dittature” e quasi come caricature di stati. Ci siamo dimenticati, noi Occidentali, di aver gestito per secoli il traffico degli schiavi, di aver sfruttato ferocemente il resto del mondo con le colonie e gli imperi, di aver imposto ai Cinesi con due guerre nell’800 di acquistare il nostro oppio, di aver creato il Fascismo e il Nazismo, di sostenere l’oppressione sionista in Palestina, degli orrori di Abu Ghraib e Guantanamo, delle leggi liberticide come il Patriot Act che rendono tutti i cittadini americani meno liberi con la scusa della lotta al terrorismo (che in realtà noi stessi finanziamo).
Diciamo “VERGOGNA” anche quei gruppetti sedicenti ultrarivoluzionari, ultrademocratici, o “trozkisti”, che continuano a sostenere che in Siria è in corso una grande rivoluzione democratica e che lo stesso avevano sostenuto per la Libia fino alla completa distruzione del paese, fornendo così giustificazioni agli interventi armati esterni ed alla destabilizzazione di quei paesi.

Roma 24/05/15 Vincenzo Brandi

The barbarians in Palmyra. The farce of the war to ISIS and the hypocrisy of the West

Palmyra (or Tadmor for Arabs) is a magic monumental city situated in a palms oasis placed in the center of tha Syrian Desert, obliged passage since the very ancient times for the caravans that passed between the Mesopotamia (nowadays Iraq) and Syria. When I visited it few years ago, I was fascinated, as it happens to all visitors, by the remains of the great colonnades of the old Roman city, of the elegant theatre, of the wide buildings erected in the magnificent Syrian-Roman style, that you can admire in Baalbeck, Lebanon, too, and by the castle of the Islamic Age , ascribed to Salah-ed-Din, placed on a hill that dominates the city.
Now the archeological site has been occupied by the criminal bands of ISIS (Daesh for Arabs) formed by fanatics and mercenaries flowed from more than 80 countries to Syria and Iraq, with the complicity of Turkey, Saudi Arabia and other neighbouring countries. These bands, in their iconoclastic fury towards all the great pre-Islamic civilizations, had already destroyed the great Assyrian archeological sites as Niniveh and Nimrud in the Northern Iraq. Now the archeological site of Palmyra is in the same danger, while in the adjoining modern town the killers are slaughtering the government’s functionaries and the families that support the government or belong to religious minorities, and are beheading the soldiers of the National Army, taken prisoners, that tried desperately to defend the city.
Now all the western media are pouring crocodile’s tears about the sad destiny of Palmyra overcome by the barbarians. But this disaster is just the logical consequence of the wicked policy of the Western countries, whose main goal remains the fall of the Syrian Government by whatever political or military action; and this shocks and offends me.
Since many years the US pursue the policy of a complete restructuration of the Great Middle East, it is of the Arab and Islamic World, that forecasts the destruction of the secular national states as Syria, Libya, Iraq (and 40 years ago the socialist Afghanistan). Their plans find allies as the Islamic Turkey of Erdogan and Qatar, linked to the Muslim Brotherhood, or the Saudi Arabia, dominated by the extremist Islamic sect of Wahabites, that wants to eliminate all the states allies of Shiite Iran.
It is evident that the Syrian National Army, that has defended obstinately since more 4 years the national territory against the concentric attacks financed by Saudi Arabia, Qatar, Turkey, US and other semi-feudal Arab Monarchies, and coming from the territories of Turkey and Jordan, is now in great difficulties having to face innumerable fighting groups and fronts.
In many cases the weapons supplied by US and other Western countries are not given directly to the most extremist groups as Daesh or Al Sham (a group armed directly by the Turkey), or Al Nusra (the Syrian branch of Al Queda), but are furnished to the so-called “moderate” fighters of FSA (Free Syrian Army) trained in Turkey and Jordan. But generally, after they have infiltrated into Syria, they join quickly Al Nusra , that occupied the province of Idlib adjoining the Turkish border and the provinces of Deraa and Golan adjoining Jordan and Israel, or directly ISIS.
About what concerns Daesh, after the great advance of this group in Iraq where it conquered Mosul, the second city of the country, a multi-coloured coalition was formed that should make the war to ISIS. But many states that financed ISIS belong to this strange coalition, as the Saudi Arabia , but even the US, whose republican candidate to Presidence Mc Cain was seen by million people in a video while talking friendly with the “Califf” of Daesh Al Baghdadi (former prisoner of American Army and then liberated and recycled) and with the military responsible of FSA, gen. Idriss.
Thus the “war to ISIS” appears as a farce, a deceit for the ignorant and ingenuous western public opinion. Daesh continues to advance in Syria and Iraq. The whole strategic Iraqi province of Anbar is in the hands of Daesh, that, after it occupied the provincial chief city of Ramadi, threatens directly Baghdad. But the coalition leaded by the US and Arabia retains the action of the pro-government Shiite Militias , leaded by Iranian “advisers”, that would be the only able to stop Daesh. The aim of US is to keep Iraq’s Government in a situation of weakness and the same Iraq divided in three parts as they obtained after the fall of Saddam Hussein.
-To the Italian Government that, faithful follower of US and NATO, embraced these politics and participated to the destruction of Libya, Syria, Iraq, Jugoslavia and other national secular states;
-To the other western Governments that, allies of the worst Arab reactionary monarchies, have contributed to the failure of any secular national politics of these states that could lead these countries towards modernity, and objectively favoured the advance of Daesh and of other jihadist groups,
We say :”SHAME!”.
We say “SHAME!” to the western public opinion too, often hostage of the Governments propaganda and of writers and journalists closed in their false liberal ideology, according to whom “we” are the “civil” countries , source of all the liberties, while those countries of Asia, Africa or Latin America, that are looking for an indipendent road towards an autonomous economic and cultural development, basis of any acceptable way of life, are often arbitrarily indicated as “dictatures” or “rough states�. We western people forgot we have organized the slaves trade for centuries, we have exploited the remaining of world for centuries with our colonies and empires, we imposed to the Chinese to buy our opium by two wars in the XIX century, we created the Fascism and Nazism, we support the Zionist oppression in Palestine, we created the horror of Abu Ghraib and Guantanamo and the Patriot Act that makes all the Americans less free with the excuse of the struggle against terrorism (that just we finance).
We say “SHAME!” to those little groups too, that call themselves ultra-revolutionary, ultra-democratic, “trozkists”, that continue to declare that in Syria is happening a great revolution, and declared the same for Libya till the complete destruction of that country, so furnishing excuses for armed interventions or violent regime changes.

Rome 24/05/15 Vincenzo Brandi

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Articolo in sintonia:

Il Califfato voluto dagli USA di Manlio Dinucci

http://www.marx21.it/internazionale/medio-oriente-e-nord-africa/25660-il-califfato-voluto-dagli-usa.html

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Video su Palmira: http://www.youtube.com/watch?v=yXZpWhhhQNc&sns=em

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