A cento anni dalla I guerra mondiale imperialista.. il nemico è sempre nel nostro paese!
Un secolo fa lo straccione imperialismo italiano entrava nella I guerra mondiale – generata dagli antagonismi del regime capitalistico – spinto dalla volontà di una minoranza di elementi reazionari, avventurieri, sciovinisti e interventisti asserviti agli interessi delle classi possidenti.
Dopo la guerra libica, la borghesia italiana continuava a perseguire una politica espansiva e mirava alle “terre irredente” sotto dominio austriaco. La scelta di uscire dalla neutralità e di schierarsi con la Francia e l’Inghilterra, contro la Germania e l’Austria, fu dettata dall’opportunità di sedersi al tavolo della spartizione del bottino e conquistare territori.
Gli industriali videro nella guerra l’occasione per lauti profitti, gli agrari il modo per liberarsi dalla pressione dei contadini poveri. Tutte le classi dirigenti fecero del paese una grande caserma nel tentativo di trovare all’esterno la soluzione della crisi della società italiana. La guerra fu pagata interamente dalle masse popolari, col massacro di circa 1,2 milioni di contadini e operai, soldati e civili, con rovine e distruzioni.
I partiti e gli intellettuali borghesi, la stampa, la chiesa, si trovarono in prima linea a sostenere le posizioni “patriottiche” delle potenze imperialiste, a istigare l’inganno nazionalista e la frenesia guerrafondaia.
In Italia il PSI si distinse per un’opposizione alla guerra dal carattere equivoco e illusorio. Dapprima non mobilitò né organizzò seriamente la classe operaia che era contro la guerra.
Successivamente si dimostrò incapace di sfruttare la crisi e di appoggiarsi sui movimenti operai e popolari del dopoguerra, dal momento che non aveva posto, né risolto, nessuno dei problemi fondamentali dell’organizzazione politica del proletariato. Di conseguenza entrò ben presto in una situazione di disgregazione e incapacità programmatica, organizzativa, strategica e tattica, che l’avanguardia del proletariato risolse con la fondazione del P.C.d’I. – Sezione della III Internazionale comunista.
A cento anni dalla sua entrata nella prima guerra mondiale imperialista, la corrotta borghesia italiana fa della preparazione della guerra di rapina al carro della NATO sul piano esterno e della trasformazione reazionaria dello Stato sul piano interno gli elementi fondamentali della sua politica.
Dovere del movimento operaio e comunista è opporsi e sabotare in tutti i modi possibili i piani di guerra imperialisti denunciando il vero carattere di queste guerre, smascherando senza pietà le menzogne e gli inganni sulla “difesa della libertà” e gli obiettivi “umanitari” diffusi dalla borghesia, lottando anzitutto contro il proprio imperialismo.
Non a caso nel maggio 1915, in occasione dell’entrata in guerra dell’Italia, Karl Liebknecht concludeva il suo appello con le parole “Il principale nemico è nel nostro paese!”, che oggi i comunisti e i proletari avanzati devono far proprie.
24 maggio 2015
Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia