Rome & You: anglicizzazione trans/identitaria – “Non sei a Roma ma a “Rome”, non sei Tu ma “You”
Di solito, non voglio involgermi negli affari italiani, dato che non sono italiano, però francese. Tuttavia, questa volta, mi sembra che ho il diritto di reagire, perché il nuovo slogan de Roma è proprio concepito per i stranieri che vengono a Roma; per piacergli, si dice, per dargli un’immagine più moderna della sua capitale.
« È un orrore », mi hanno detto alcuni amici innamorati di Roma quando gliene ho parlato ; « un orrore e un errore », e anche : « non è la Roma che amano, la quale non si dice mai in inglese ».
Mi dirà : « certo, però lei è uno straniero che parla un po’ italiano, mentre la maggior parte dei turisti ha bisogno del inglese quando viene a Roma. »
È vero, ma questo argomento non basta. In effetti, molti viaggiatori vogliono sentire la realtà del paese dove vanno, e dunque vogliono udire e leggere la lingua locale, anche se non la conoscono e se, dopo avere detto « buongiorno, signore », è necessario parlargli in un’altra lingua.
Così il slogan « Rome & You » non ci sembra necessario, però strano. Dà un’immagine diversa della Roma che ci piace, e sopratutto un’immagine falsa, sebbene sia concepito per dare, al contrario, un’immagine cool. Che idea ! Roma non è e non sarà mai una destinazione cool. Lei è troppo cara e troppo culturale. La sua storia è proprio ciò che attira i turisti. Perché dovrete cambiare questo ?
È anche pericoloso. Quest’inglese inutile e quest’immagine cool servono a fare somigliare Roma a tutte le altre destinazioni turistiche del mondo. Ciò che è proprio Roma non apparisce più. Come se tutte le citta’ dovessero essere parchi di divertimenti, dove la gente cercherebbe solo il fun. Come se noialtri, i turisti, fossimo dei bambini. O come se i turisti che sono così fossero più importanti e rispettabili dagli altri.
D’altronde ce ne sono davvero, dei turisti che cominciano la loro giornata con un english breakfast, che vengono a Roma perché si deve « fare » Roma, e che finiscono la notte in un night club. Però non posso credere che siano la maggior parte dei turisti, o che siano più importanti.
Al contrario. I turisti che amano e conoscono l’Italia, dove tornano spesso, sono proprio quelli che la aiutano a risplendere nel mondo. Scrivono su Roma, ne parlano ai suoi amici, ma ci sarebbe un rischio che lo facessero un po’ meno se Roma fosse Rome.
Purtroppo, questo slogan disprezza tutti gli stranieri che amano Roma, che fanno degli sforzi per parlare un po’ l’italiano, che rispettano gli italiani e la loro lingua. Favorisca invece i pigri. È concepito per loro, soltanto per loro – come si l’Italia fosse colonizzata.
Si può anche ricordare che la lingua del turismo non è l’inglese, ma la lingua del turista. E che l’inglese non è « la » lingua internazionale, sebbene molte persone lo pensino ; ci sono moltissime lingue nel mondo, tra le quale l’italiano, che non è meno bella o precisa.
Così ha fatto un errore, il sindaco de Roma, un errore che non dispiace solo a alcuni fasciste italiani, ma anche a molti stranieri che, invece, vogliono lottare contro il fascismo del monolinguismo.
Tutto ciò, finalmente, non è tanto strano : il sindaco ha sopratutto fatto l’errore di ascoltare uno di quei specialista della communicazione che credono che l’inglese è la lingua interzionale e che tutti gli stranieri vogliono parlarlo sempre. Però non aiuta Roma, almeno che la vostra capitale voglia diventare il new Disneyland.
Pierre Brasseur – (http://www.eraonlus.org/)