Ignoramus – Del merito professionale dei docenti, della buona scuola e della mala fede
Qui si ribalta la realtà: si accusano gli insegnanti di non volere essere valutati. Vediamo: La commissione dell’ARAN istituito in base all’art 22 del CCNL del 2003 ha elaborato un progetto di valorizzazione del merito condiviso da tutta la scuola.
Quel documento proponeva un modello di carriera centrato sulla valorizzazione professionale, condiviso da tutte le espressioni sindacali, da tutte associazioni professionali, dal Ministro Moratti e dal Ministro Fioroni ed è stato inserito nell’art. 24 – del Contratto di Lavoro del 2006 e che recita: “Le Parti confermano gli esiti, sottoscritti il 24 maggio 2004, della Commissione che ha operato ai sensi dell’art. 22 del CCNL 24.07.03. Le Parti stesse si impegnano a ricercare, in sede contrattuale, in coerenza con lo sviluppo dei processi di valutazione complessiva del sistema nazionale d’istruzione e con risorse specificamente destinate, forme, modalità, procedure e strumenti d’incentivazione e valorizzazione professionale e di carriera degli insegnanti. “
Quel contratto fu approvato in assemblee di docenti con maggioranze bulgare.
La domanda di riconoscimento del merito, però, di tanti insegnanti,è rimasta inevasa e delusa. L’art 24 del CCNL è ora, di fatto, carta straccia.
La responsabilità non è dei docenti che vogliono il merito professionale ( certificato dalle assemblee che hanno approvato il contratto 2006/2009) ma nell’ordine del ministro Gelmini che ne ha rimandato, per mancanza di soldi, di tre anni l’applicazione La responsabilità è del governo Monti e del governo Renzi che hanno bloccato i contratti dei docenti.. Questi politici si dichiarano per il merito e poi fanno esattamente il contrario.
Nella buona scuola non c’è un progetto di valorizzazione del merito professionale c’è una elemosina (piccole mance) che il Preside potrà elargire a pochissimi.
La verità è che non ci sono i soldi ( non si vogliono usare per la scuola? ), e che questo governo non vuole sbloccare il contratto .Si apra una nuova stagione contrattuale e si riparta dall’art,24 del vecchio CCNL. La scuola in modo condiviso avrà una carriera di merito professionale buona e condivisa.
Omer Bonezzi
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Integrazione/commento
“La cultura è un ponte. E noi ci stiamo in mezzo, senza saper dove andare… né di qua né di là…” (Saul Arpino)
“…forse non è mai troppo tardi? Che arrivi questa crisi di coscienze…: Sei andato a scuola e ti hanno detto “siedi al tuo posto”, e già lì hai smesso di credere che il tuo posto sia dappertutto. L’ha scritto Silvano Agosti, ne Il Ritorno di Pinocchio. Ce lo auguriamo tutti e tocca dirlo e farlo…” (Doriana Goracci)
E intanto il governo spende miliardi per armamenti e in guerre costosissime quanto inutili, spacciate per missioni di pace che hanno messo in subbuglio mezzo mondo.
Non esiste in Italia una politica per la scuola che sia degna di questo nome. Essa si basa da decenni solo e unicamente sui tagli. Nelle finanziarie che sono state approvate dagli ultimi governi alla scuola sono state destinate solo briciole.
Spesso nelle scuole superiori i laboratori multimediali, quando esistono, sono insufficienti e desueti. Nell’insegnamento delle lingue, mancano le giuste attrezzature. L’edilizia scolastica è fatiscente e in molte scuole non esistono le necessarie condizioni di sicurezza.
Dati gli stipendi bassissimi, nella scuola cominciano a scarseggiare gli insegnanti di matematica e quelli di diverse materie tecniche, meccanica ad esempio.
Renzie non conosce la scuola e nemmeno la lingua italiana, lo ha dimostrato scrivendo “cultura umanista” al posto di “cultura umanistica” (vedi foto soprastante e link http://www.treccani.it/enciclopedia/umanista-o-umanistico_(La_grammatica_italiana)/).
“Le nostre lingue hanno chiuso le saracinesche, le nostre bocche sono appestate dal fetore di un “cibo” che non ci appartiene, ogni parte di noi sa che sta recitando un ruolo ormai scaduto da tempo. Eppure il macabro spettacolo continua tra il silenzio e l’indifferenza! Si, perché anche là dove si tenta di “parlare”, ma non si “urla” abbastanza forte quello che si sta dicendo.. beh, anche lì si permette al “mostro” di agire indisturbato tra schiamazzi e risa di noncuranza!” (Antonella Pedicelli)
Paolo D’Arpini
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Articolo collegato:
http://www.radioarticolo1.it/articoli/2015/05/15/7523/un-uomo-solo-davanti-alla-lavagna