Caso Moro – La verità non piacque alla tresca

caso Moro

Il generale Nicolò Bozzo, classe 1934, era il braccio destro di Carlo Alberto dalla Chiesa e ha rilasciato un’intervista a Il Fatto Quotidiano in cui racconta la sua verità sul rapimento e sull’omicidio di Aldo Moro.

Bozzo dà delle informazioni importanti e allo stesso tempo inquietanti sull’affaire Moro, come questa riguardante alcuni ragazzi legati agli ambienti di sinistra che avevano iniziato a “fare un lavoro di muratura dentro un appartamento a Roma”. Dove? In via Montalcini, dove fu preparato l’appartamento di dentenzione di Moro.

Quindi Bozzo afferma di aver denunciato il tutto “a chi di dovere”: “Andai io personalmente dal capo di Stato maggiore dell’Arma, il generale Mario De Sena. Gli raccontai tutto, per noi era una notizia importante, ma lui, alla napoletana, mi rispose: ‘Guagliò quello delle Brigate rosse è un problema vostro, del Nord, qui a Roma di Brigate rosse non c’è traccia’. In pratica sottovalutò quella notizia, e con ciò non intendo dire che non volle approfondirla, in quel momento erano convinti che la Capitale non correva grandi pericoli. Subito dopo, però, ci fecero il vuoto attorno”

Dalla Chiesa inviò il generale Bozzo a Roma, ma non potè fare nulla: “Passavo le giornate con le mani in mano”.

Andrea Riva

(Fonte: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/caso-moro-generale-conoscevamo-covo-br-1117569.html?)

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Commento di Marco Marzilli Historiamilitaria: “Hanno scoperto l’acqua calda. Che senso ha dare oggi queste notizie che erano già note? Il nascondiglio dove era tenuto Moro fu trovato da alcuni esponenti della Banda della Magliana quando furono contattati da Servizi Segreti e DC. Ma quando questi diedero l’informazione “qualcuno” aveva già deciso che Moro non doveva uscire vivo da quella vicenda. Ah, prima che arrivi qualcuno che mi da del “Fantasista”: questa notizia è negli atti del processo alla Banda.”

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