Spilamberto… e gli amici della musica
A Modena abbiamo la fortuna di avere un’associazione che si occupa di Musica, quella con la M maiuscola, si chiama Associazione Amici della Musica, che piano piano sto imparando a conoscere.
Organizzano già da diversi anni un programma di bellissimi concerti sparsi tra diversi paesi della provincia e fortunatamente per me che sono un po’ pigra, anche a Spilamberto.
Sabato sera (11 aprile 2015) c’era il terzo concerto spilambertese di questa stagione; il primo aimé l’ho perso, il secondo l’ho apprezzato molto e non potevo mancare l’ultimo e, come al solito, ci sono andata da sola.
Amici e amiche che amano passare un sabato sera ascoltando musica, pur se, secondo me, divina, non ne ho, oppure si, ma la distanza, la stanchezza, gli altri impegni impediscono questa partecipazione. Io non me ne dolgo, anzi, godersi un concerto in solitudine, è alquanto rigenerante ed emozionante.
Arrivo lì sempre un po’ in anticipo e mi diverto ad osservare le persone, tutte in compagnia, che approfittano dell’attesa per chiacchierare, ridere, scherzare. Sono per la maggior parte persone di una certa età, purtroppo la musica “seria” fa poca breccia nei cuori dei ragazzi. Ricordo che più di 20 anni fa, quando vivevo a Bologna, un anno feci un abbonamento ad un intero ciclo di concerti di musica classica per cui ho goduto moltissimo di quell’esperienza (anche lì da sola).
Il pianista, giovane, grande virtuoso e anche simpatico (faceva certe facce!) si chiama Marco Vergini ed ha eseguito le 6 Bagatelle op. 26 di Beethoven, La Fantasia quasi sonata “Aprè une lecture du Dante” di Liszt e Carneval; Scenes mignonnes sur quater notes, op.9 di Schumann.
Soprattutto l’esecuzione delle ultime due ha riscosso un gran successo. Il pubblico si è alzato in piedi ad applaudire. Sollecitato dagli applausi ha concesso un paio di bis, il primo con un movimento allegro, l’altro melodico e lento, una sorta di ninna nanna propiziatoria dei saluti e del sonno che ci (almeno a me ) attendeva.
Ho pensato al lavoro e al tempo che sarà stato necessario all’interprete per raggiungere quel livello. Me ne sono tornata a casa beata e soddisfatta.
Ma la giornata era stata ricca di altri momenti; al pomeriggio ero tornata in un luogo, vicino ad un campo, sul ciglio di una strada bianca dove avevo visto crescere delle piante bulbose che non avevo mai visto, con dei bellissimi fiori gialli, dei piccoli gigli, ne ho strapiantati alcuni per provare a metterli nel mio giardinetto e altrettando ho fatto la sera prima di andare al concerto, andando a “prendere in prestito” alcuni fiori di latte di gallina o Stella di Betlemme, che crescono ai piedi di alcuni Ginko biloba, in un viale di Spilamberto.
Spero che resistano alle mie non proprio esperte e delicate operazioni di trapianto e di poterle entrambe ritrovare l’anno prossimo!
Caterina Regazzi