L’onorata società del Conte Giuseppino Scagazza
Nell’attesa che un nuovo Garibaldi riesca a trovare mille Italiani decisi a cambiare l’Italia occupata non più dagli Austriaci, ma da Galli interni esperti arrampicatori intenti a distruggere il Paese, nel frattempo mi dedico ai bei ricordi di gioventù. Amavo il mare, amavo la vita, amavo tutti ricchi e poveri ed avevo parole di conforto anche per i miserabili aiutandoli con ciò che possedevo. A volte un saluto o una caramella rincuora una persona abbandonata dagli uomini e da Dio.
Da bambino mi chiamavano il Conte Giuseppe Scagazza, anzi Giuseppino Scagazza, non era il mio vero nome ma il nome d’arte appioppatomi dagli abitanti dell’immobile dove abitavo. Per nulla paragonabile al Marchese del Grillo di cui non ho legami di parentela, piuttosto state a sentire come fantasticavo da bambino e come sono cresciuto vagando sin da piccolissimo per il mondo, prima con i genitori e poi con la mia famiglia.
Per un breve periodo ho avuto residenza anche a Roma in un immobile di fronte a Palazzo Chigi in Piazza Colonna. Nell’immobile abitavano tante famiglie ed io ero l’unico bambino molto amato soprattutto perché ero vispo e rispettoso con tutti quelli che meritavano il mio rispetto. Da qui nasce il titolo riconosciutomi di Conte Giuseppino Scagazza.
Sin da piccolo mi ero reso conto che purtroppo avevo un grave difetto, trascinandomelo dietro per il resto della vita. Mi ero specializzato nel leggere gli occhi delle persone e dalla forma della cucuzza riuscivo a definire il bellimbusto che mi trovavo di fronte. Con questo mio difetto o virtù non chiedetemi che cosa penso di Renzi e di tutta la banda di Governo. Posso soltanto dirvi: se prima vi lamentavate, domani sarà molto peggio. I nuovi debiti ed i nuovi disoccupati non rientrano nella contabilità dello Stato per figurare la ripresa, e se cercate lavoro, arruolatevi alla Legione Straniera.
Tempo permettendo, spesso mi fermavo sull’ingresso del fabbricato osservando le persone che passavano per strada. Avevo imparato a distinguere i politici e ad ogni uno di loro avevo attribuito un nome di cui il più comune era pezzo di merda, cacca da salotto, mantenuto dai lavoratori, culo da museo e tante altre definizioni peggiori, chiedendo scusa ai deboli di stomaco. Dio non me ne voglia per le limitate eccezioni , però avevo notato sin da bambino che tutti i buoni a niente si infilavano in Politica per assicurarsi il mensile senza faticare. Difatti, nel corso dei tempi molti Politici furono eliminati con sorpresa per le famiglie che li giudicavano ottime persone, punendo anche la scorta di teste di legno al loro seguito.
Alle mie imprecazioni ad alta voce, dirigendo lo sguardo da un’altra parte, lanciavo il mio messaggio, qualcuno si fermava guardandomi e fingendo di non aver sentito, naturalmente non potevano denunciarmi perché ero minorenne e poi nessuno meglio di un bambino riesce a dire la verità. Se mi avessero chiamato a rispondere dinnanzi alla giustizia per ciò che avevo detto, potevo comportarmi esattamente come fanno i Politici che negano di continuo le parole dette in precedenza, occupano le poltrone di comando senza cognizione e senza programmi, se rubano lo fanno per il bene della Nazione, col pieno appoggio della Giustizia o per Ragione di Stato.
L’uomo Politico era da me considerato un essere ignobile, inutile, senza coscienza e senza principi, oggi non potrei più definirli a mio giudizio per ciò che sono realmente, perché mi troverei di continuo in tribunale, ma almeno ho il diritto di pensarlo senza incorrere in denunce.
Da bambino farneticavo di poter un giorno non lontano costruire la bocca della verità dove i politici e i preti prima di prendere servizio pubblico dovevano infilare la testa in un bocca abbastanza grande per rilevare il livello etico e zac, una lama ben affilata di produzione Svedese per ghigliottina già usata in Francia, Italia, Germania, ecc., ed avrebbe staccato la testa per poterla esaminare se veramente contenesse della cacca al posto del cervello, in modo da creare un Governo composto da saggi.
Purtroppo c’è chi sostiene che senza politica l’umanità non sarebbe capace di sopravvivere, senza ladri non avremmo il servizio d’ordine e le carceri, senza mascalzoni non avremmo i Tribunali, senza Religioni non avremmo gli stolti disinformati, mentre se facessimo una lista di tutte le cattiverie, ingiustizie, corruzione e persino crimini di massa sostenuti dai Politici e dai vari Credo, consumeremmo rotoli di carta senza generare lavoro, ma creando il volta stomaco ai più accesi sostenitori.
Oggi invece vedo i Politici e la Politica con un occhio diverso, mi fanno pena, paragonandoli ad un frutto acerbo senza valore nutritivo ne per l’uomo e neanche per l’animale, guardateli bene quando parlano e quando si muovono, delle nullità svuotate internamente dai concetti essenziali della vita, arrecando in modo spietato gravi danni alla società.
Penso sia un fattore ormonale, la cura potrebbe essere una dozzina di supposte di ricino da infilare nella pubblica piazza con le televisioni mondiali che mostrano i bellissimi fondo schiena dei nostri politici, ma forse verrei considerato troppo immoralista, troppo democratico o troppo buono, perché a mio avviso la democrazia è soltanto una presa per il CUL sostenuta da una maggioranza a delinquere.
Intanto continuano a entrare numerosi i clandestini, potrebbe essere un vantaggio, dove poter trovare i mille e forse anche una contro figura di un Garibaldi affumicato per liberare il Paese dalla schiavitù, dalle ingiustizie e dalla corruzione, che si trascinano da anni senza la reale volontà al cambiamento.
Anthony Ceresa