La politica NATO UE per l’Europa Orientale: “Destabilizzare e prepararsi alla guerra d’aggressione”

Speranze

“La Russia del Brics che sta creando una finanza alternativa a quella tedesco – americana, viene accerchiata dalle basi nato, gli viene imputato senza prove l’abbattimento del Boeing 777 in ucraina. Non potendo muovere guerra armata perché si mobilita il web contro e perché quel poco di prove che ci sono vanno se mai contro il governo di Kiev appoggiato dalla nato, iniziano le sanzioni economiche e si torna alla guerra fredda. Ora viene assassinato l’oppositore di Putin e tutti i media giù contro la Russia. Una nuova rivoluzione colorata (come quelle inscenate nei paesi dove Soros ha spinto un golpe politico mascherato da opposizione al governo in corso) si profila all’orizzonte. Accusare Putin è facile, troppo facile al punto che puzza di marcio..”

Articolo corroborativo:
La politica degli Stati Uniti in Ucraina e nei Paesi baltici è di destabilizzare la regione, inoltre Washington conta sull’estrema destra e sui regimi nazionalisti, scrive il World Socialist Web Site.
Le provocazioni statunitensi alle frontiere con la Russia non solo sottolineano la trasformazione di tutta la regione in una zona di confronto, ma inoltre minacciano i popoli dell’Europa orientale e l’intero pianeta di conseguenze catastrofiche, scrive il World Socialist Web Site.

Come esempio di tali provocazioni il portale riporta la partecipazione di mezzi militari americani con le bandiere statunitense nella parata militare svoltasi a Narva in occasione del 97° anniversario dell’indipendenza dell’Estonia.

Come rilevato da World Socialist Web Site, questo fatto è avvenuto ad 1 anno dal colpo di stato di Kiev “organizzato dagli Stati Uniti”.

Nei Paesi baltici, come pure in Ucraina, Washington persegue la sua politica estera antirussa appoggiando l’estrema destra e i regimi ultranazionalisti, rileva il portale.
(Fonte: http://it.sputniknews.com/)”

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Integrazione di Vincenzo Zamboni: “Dunque….gli Usa costruiscono e finanziano gruppi armati (Al Quaeda, Isis) a spese dei contribuenti (così si chiarisce a cosa contribuiscono), per un po’ li usano, scatenando guerre, battaglie e devastazioni, poi fanno finta di averne perso il controllo, e spiegano che bisogna combatterli, così finanziano altri gruppi armati, detti “eserciti di stato”, sempre a spese dei contribuenti (così ri-sappiamo a cosa contribuiscono), scatenando nuove guerre, battaglie e devastazioni, per la felicità e i guadagni di armaioli e corporations di guerra.
La guerra è SEMPRE un grande affare del capitale sulla pelle e sul sangue del popolo.
Finchè il popolo creda alle panzane del capitale, naturalmente.
E se smette di credere ai sicofanti e pennivendoli di regime ?
Potrebbe essere, finalmente, una buona idea.
Un buon inizio può essere il boicottaggio della propaganda di regime veicolata da Al Mass Media, via stampa e tv mainstream.
E’ indispensabile una politica di riconversione industriale civile della produzione militare, e la sospensione irrevocabile delle esportazioni di armamenti.
Diamoci da fare.
Una politica del genere non sarà mai costruita dal capitale, può costruirla solo il popolo.
Cominciando almeno col riappropriarsi della moneta, espropriata dai banchieri privati grandi usurai, tra i quali spiccano Fed, Bce e Banca d’Inghilterra.”

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