Putin: “L’ultimatum no, non l’abbiamo considerato…”
Manca poco all’inizio del vertice tra il presidente americano, Barack Obama, e la cancelliera tedesca Angela Merkel sull’Ucraina, in vista dell’atteso vertice di mercoledì 11 febbraio 2015 a Minsk, ma sono diverse le incognite che pendono sull’incontro.
A partire dall’incontro stesso, a cui potrebbe non presentarsi il presidente russo Vladimir Putin. L’estensione delle sanzioni ad ulteriori 19 individui, tra autorità russe e separatisti ucraini, e nove entità è stata ufficialmente approvata dai ministri degli esteri europei ma la loro applicazione “è stata sospesa fino al 16 febbraio per dare spazio agli sforzi diplomatici in corso” ed “in caso di nuovi sviluppi che richiedono cambiamenti, i cambiamenti dovranno essere decisi all’unanimità”, in base quindi ai risultati del summit di Minsk “se si terrà”, ha detto il ministro degli esteri francesi Laurent Fabius. In mattinata il Consiglio dei ministri degli esteri riunito a Bruxelles ha avverto: ‘Dobbiamo essere pronti a sanzioni economiche se i negoziati falliscono”. “La situazione in Ucraina è completamente bloccata”, con “l’iniziativa diplomatica del presidente Hollande e della cancelliera Merkel le cose hanno cominciato a muoversi, ma bisogna essere prudenti” perché “il risultato è tutt’altro che assicurato”, dice il ministro degli esteri francese. Fabius ha ricordato che in agenda per oggi c’è una riunione “dei segretari generali dei ministeri e dei direttori politici”, domani “a Minsk ci sarà una riunione dei consiglieri politici” e mercoledì “ci sarà, speriamo, una riunione nel ‘formato-Normandia’”, ovvero con Merkel, Hollande, Putin e Poroshenko, il cui “obiettivo è la de-escalation per la pace”. Rispondendo a chi chiede quali possono essere considerati risultati positivi, Fabius ricorda gli incontri della scorsa settimana di Merkel e Hollande a Kiev e Mosca e la “telefonata a quattro di ieri”, osservando che “resta del cammino di fare, perché c’è tutta una serie di questioni che si pongono”. Tra queste, “la principale è il ritiro delle armi pesanti” e di quanti chilometri. Poi indica come argomenti in discussione “come assicurare il rispetto delle frontiere” e “lo status giuridico delle province del Donbass e di Lugansk”. Mosca intanto ha smentito che vi sia stato un ultimatum da parte della Cancelliera a Putin: “Non accettiamo ultimatum da nessuno”. Dalle pagine di un quotidiano egiziano e alla vigilia della sua visita al Cairo, Vladimir Putin ha affermato che “In Ucraina c’è bisogno di “una tregua immediata” e della fine del blocco economico che Kiev ha decretato in autunno nelle zone occupate dai ribelli”. Il leader del Cremlino dà la sua versione dei fatti spiegando che la crisi non è colpa di Mosca, bensì degli Usa e dei loro alleati occidentali che si ritengono ‘vincitori’ della Guerra fredda e vogliono espandere dappertutto la loro volontà. Il presidente USA Barack Obama, nonostante le rassicurazioni da parte del segretario di Stato John Kerry, non avrebbe ancora preso alcuna decisione sulla possibilità di fornire armi all’Ucraina. Lo affermano fonti dell’amministrazione statunitense citate dai media Usa a poco più di un’ora dall’incontro alla Casa Bianca con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Il Vertice Obama-Merkel è in calendario alle 16:25 (ora Svizzera), seguito da una conferenza stampa dei due leader. Infine Obama e Merkel hanno in programma una cena alla presenza anche del vice presidente Usa, Joe Biden. Obama aspetterebbe proprio di vedere gli esiti di questo faccia a faccia per prendere una decisione, scrive il Wall Street Journal, sottolineando come sulla necessità o meno di armare Kiev – ipotesi finora avversata dalla Germania e dalla maggioranza dei Paesi Ue – il fronte occidentale rischia di spaccarsi.
(Fonte: IRIB)
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Commento integrazione di Vincenzo Zamboni:
Il diritto internazionale ripudia la guerra, fin dai tempi della Società delle Nazioni, in quanto illegittima ed illegale, delitto imperdonabile contro la persona fisica.
La Casa Bianca e l’Unione Europea sono colpevolmente nel torto e basta nelle tragiche vicissitudini che sostengono e finanziano contro i popoli del Donbass..
Gli Usa sono l’unica nazione condannata per terrorismo, dalla Corte Penale Internazionale, ai tempi dell’amministrazione del criminale di guerra Ronald Reagan.
Inoltre il governo russo è l’unico governo europeo ad avere rispettato la Quarta Convenzione di Ginevra nel Donbass, relativamente all’obbligo di assistenza alle popolazioni civili oppresse dalla guerra.
Degli altri governi europei bisogna solo provare profonda vergogna, disgusto e nausea irrimediabile.