Il Parlamento italiano non ha alcun potere di controllo sulle forze armate
La logica degli acquisti di armamenti non ha nulla a che fare con la “difesa della patria”, e men che meno con l’efficienza della stessa. I vari corpi (esercito, marina, aeronautica, carabinieri) concorrono tra loro per avere l’ultimo modello di certi sistemi d’arma, un po’ come i figli degli industriali di una certa città che devono far vedere di avere l’auto (o la moto, o la droga, ecc) più fica del momento.
Non lo diciamo noi, ma un’indagine della Commissione Difesa: «L’assenza di un organismo di controllo sulla qualità degli investimenti ne circoscrive le valutazioni all’interno di un circuito chiuso rappresentato dai vertici industriali e dai vertici militari. L’autoreferenzialità è accentuata dal fenomeno ricorrente costituito dalla presenza di figure apicali del mondo militare che vanno ad assumere posizioni di rilievo al vertice delle industrie della difesa». Traduzione minima: i generali e gli ammiragli che più hanno deciso di spendere finiscono la loro gloriosa carriera nei consigli d’amministrazione delle aziende da cui hanno costretto lo Stato a comprare sistemi d’arma…
Fulminante l’esempio dei cacciabombardieri (il sistema d’arma più costoso, per un paese come il nostro). L’Italia “deve” comprare gli F35 americani (Napolitano aveva presieduto da par suo un apposito “consiglio superiore della difesa” in cui aveva sentenziato che il Parlamento non ci doveva mettere bocca) e contemporaneamente partecipare al “progetto europeo” degli Eurofighter. Un doppione? Per la logica sì, per il bilancio no. I primi vengono pagati con il budget del ministero della Difesa, i secondi con quelli del ministero dello Sviluppo.
Per ultimo ci sono naturalmente anche le banche, che in queste vicende non possono mai mancare. Nemmeno Sergio Rizzo è riuscito a sapere chi fosse il genio contabile che aveva previsto di spendere 1,6 miliardi per “interessi sul mutuo” acceso per il rinnovo della flotta della Marina Militare. Va da sé che lo Stato, quando decide di spendere in armamenti, non fa mutui con banche private. Vi immaginate che possa essere accesa un’ipoteca su una squadra di cacciatorpediniere? Poi la banca, eventualmente, cosa ci fa? Le mette all’asta? Però è interessante come dimostrazione del genio italico. [...]
Il mutuo per navi da guerra con gli interessi al 30 per cento…
Stralcio da: Spesa militare, furto colossale
http://contropiano.org/politica/item/28746-spesa-militare-furto-colossale