Animali fastidiosi e dissidi fra umani

animali fastidiosi

Molti si lamentano a causa del guaire o abbaiare insistente di un povero cane lasciato in appartamento o sul balcone di casa, o quando per strada sporca dove non dovrebbe. C’è anche chi giustamente si lamenta nei confronti di chi lascia il suo gatto, o qualunque altro animale, libero di rovistare nella proprietà altrui; o nei confronti di chi lascia il suo merlo sul terrazzo ad emettere per mesi o anni richiami disperati e stridenti da 100 db, mettendo a dura prova la pazienza dei vicini.

E alle lagnanze a volte succede che alcuni usano reagire con strafottenza o frasi offensive. Ma costoro, a mio avviso, in rispetto alla nobiltà della nostra causa, dovrebbero usare la correttezza di non definirsi animalisti. E in effetti non basta avere in casa un animale d’affezione, o amare il proprio animale per essere tali: la vera coscienza animalista è ben altra cosa, e purtroppo, non si improvvisa.

Così succede che chi ha la compagnia di un animale domestico spesso arriva a generare dissidi, a rendersi detestabile dal vicino di casa per la poca responsabilità nel gestire con saggezza le esigenze dei loro animali e quelle dei vicini. E’ il danno maggiore lo subisce la causa animalista e soprattutto gli stessi animali che per questo alcuni arrivano ad odiare e a disprezzare, ritardando il varo di leggi a loro favore.

Ma se a tali persone fosse collocata una discoteca sotto la loro abitazione sicuramente capirebbero il disagio causato e certamente avrebbero da che lamentarsi.

Quando il cane abbaia ininterrottamente manifestando disagio, attirando l’ira degli umani, la colpa non è certo dell’animale ma di chi ne ha la custodia che probabilmente se ne infischia delle esigenze etologiche dell’animale e del vicinato. E questo è un comportamento poco congeniale dei riguardi della causa animalista che ripudia ogni menefreghismo, volgarità e violenza.

Ritengo l’indifferenza verso le esigenze altrui la madre di tutte le problematiche umane. La propensione a fregarsene del disagio causato dai nostri animali è ciò che maggiormente depaupera l’etica che distingue la nostra causa.

Ora è chiaro che ognuno di noi ha il diritto di avere in casa l’arca di Noè, a patto che gli effetti prodotti non superino il livello di tolleranza e della sopportazione del vicinato. Diversamente, significa infischiarsene delle esigenze e del disagio causato al prossimo è imporre in modo irresponsabile il nostro stile di vita e le nostre esigenze, che vanno rispettate finché non entrano in collisione con le esigenze degli altri.

Se noi ce ne infischiamo del disagio che possono causare le nostre scelte, che non dovrebbero mai essere in contrasto con il senso di un civile comportamento, come possiamo sperare di essere portatori di una morale più ampia, quella che renderà migliore questo mondo?

Franco Libero Manco

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