La sinistra borghese continua a parlare e non sa di essere già morta
La sinistra borghese continua a parlare e non sa di essere già morta. Questo è il pensiero che viene alla mente leggendo l’articolo Ombre danzanti sulle macerie – Dov’è la festa che Luciana Castellina ha pubblicato su il manifesto di sabato 8 novembre 2014, a commento della caduta del muro di Berlino (9 novembre 1989). Anche se un simile articolo valesse solo per il credito che Luciana Castellina ancora riscuote e per l’influenza che un suo articolo esercita, sarebbe comunque utile mettere in allarme ogni persona preoccupata del corso delle cose, data l’autorevolezza della sua autrice. Ma esso è rappresentativo del modo e del metodo di ragionare di tutta la sinistra borghese e alla sinistra borghese appartengono oggi ancora gran parte dei promotori della mobilitazione delle masse popolari; in altre parole, la sinistra borghese mantiene ancora tra le masse popolari molta dell’influenza che ha ereditato dalla disgregazione del vecchio PCI. Il metodo di ragionare di Luciana Castellina è il metodo tipico della sinistra borghese. Per questo il suo articolo merita che lo consideriamo con attenzione: proponiamo ai nostri lettori di studiarlo con cura e lo riproduciamo in Appendice a questo Avviso ai naviganti.
Consideriamo quindi l’articolo di Luciana Castellina alla luce della situazione in cui ci troviamo.
Il nostro paese è in una situazione grave. È sempre più coinvolto nelle guerre che i gruppi imperialisti europei, ma soprattutto i gruppi imperialisti americani e sionisti scatenano in ogni angolo del mondo. Una parte crescente dei lavoratori dipendenti e autonomi, dei pensionati e dei giovani affonda nella precarietà, nella disoccupazione e nella miseria. Basta che piova qualche ora a dirotto e vi sono inondazioni, frane e crolli: il governo centrale ha abbandonato la manutenzione del territorio e sostiene gli speculatori; le amministrazioni locali o sono in mano agli speculatori o sono succubi del governo centrale e si attengono al “patto di stabilità finanziaria” che il governo centrale ha imposto. Il governo Renzi-Berlusconi impiega tutte le sue risorse e la sua autorità per spremere i lavoratori e le masse popolari a beneficio del capitale finanziario.
In questa situazione il compito è lottare per costituire un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate, il Governo di Blocco Popolare. Quindi spronare le masse popolari e in primo luogo gli operai a organizzarsi, a costituire Organizzazioni Operaie in ogni azienda capitalista e Organizzazioni Popolari in ogni azienda pubblica e in ogni località, a coordinarsi tra loro, a prendere ovunque in mano la situazione diventando le nuove autorità locali, in modo da rendere il paese ingovernabile dal governo centrale della Repubblica Pontificia e dalle sue autorità locali, costituire Amministrazioni Locali d’Emergenza e coordinarsi fino a costituire e fare ingoiare ai vertici della RP la costituzione del GBP. Ecco un programma realistico, che poggia unicamente sulle masse popolari che hanno interesse a realizzarlo e sulla capacità di noi comunisti di mobilitare le masse popolari.
In questa situazione due sono gli ostacoli che noi comunisti dobbiamo superare per mobilitare le masse popolari a imboccare la sola strada di salvezza che hanno.
Da una parte abbiamo la Lega Nord e i gruppi che scimmiottano il fascismo del secolo scorso. Essi con i mezzi che ricevono dalla classe dominante cercano di mobilitare le masse popolari contro gli immigrati come se fossero questi, con la loro miseria e le manovre con cui si arrangiano, la causa principale dei mali del nostro paese: Lega Nord e gruppi fascisti cercano di distogliere le masse popolari dai loro veri nemici.
Dall’altra parte abbiamo la sinistra borghese che ha ereditato dalla storia una grande influenza tra le masse popolari e ostacola in mille modi la loro mobilitazione a conquistare il potere. La sinistra borghese mostra grande passione per il benessere delle masse popolari, ma moltiplica proposte inconsistenti e analisi sconclusionate che hanno il denominatore comune di restare nell’orizzonte del sistema capitalista e opporsi all’instaurazione del socialismo: quindi rendono impotenti le masse popolari, le dividono e demoralizzano.
Perché per la sinistra borghese non occorre instaurare il socialismo: i disastri che la borghesia impone alle masse popolari, tutti gli avvenimenti capitano a caso o per errore di questo o quell’uomo politico o partito. Questa è la sua filosofia della storia, una filosofia che esclude la scienza delle attività con cui gli uomini fanno la storia.
L’articolo di Luciana Castellina è una dimostrazione esemplare, rappresentativa data la storia e la collocazione politica dell’autrice, dell’incapacità della sinistra borghese di pensare scientificamente. Scientificamente, nel senso di ricercare e fissare i nessi causali e le relazioni tra i fenomeni, deducendoli dall’esperienza e verificandoli. Il sole passa davanti a noi, sul muro dietro di noi si staglia un’ombra che in qualche modo ci rassomiglia e che si sposta con il sole. La sinistra borghese constata i due fenomeni, perfino la loro contemporaneità, ma tace (non importa se non capisce o nasconde) la connessione tra di essi. Questo è il metodo di pensiero che Luciana Castellina sistematicamente dispiega nel suo articolo (al di là dei giudizi di valore che dà dei singoli fenomeni, di quello che ci vede, di quello che mette in luce e di quello su cui tace).
Prima (fino agli anni ’50) era il governo italiano che negava a Luciana Castellina il passaporto per andare nei paesi socialisti. Poi (dopo gli anni ’50) erano i paesi socialisti che si chiudevano a riccio sulla difensiva e le negavano l’ingresso. Che tra il prima e il poi ci sia stato l’abbandono da parte della Unione Sovietica, finita nel 1956 sotto la direzione della destra del Partito comunista sovietico allora capeggiata da Kruscev, della costruzione del socialismo all’interno dei suoi confini e a livello internazionale del ruolo di base rossa (base d’appoggio) della rivoluzione proletaria mondiale, a Luciana Castellina sembra non passare neanche per la testa. Non si chiede perché prima la borghesia imperialista e il clero avevano paura dell’influenza dell’Unione Sovietica e del movimento comunista e poi erano i paesi socialisti ad avere paura dell’influenza della borghesia imperialista e del clero. Non si chiede il perché delle cose: le constata e se ne compiace o le deplora a secondo dei suoi gusti. Siamo nel campo dell’individualismo e del soggettivismo, al di qua di ogni approccio scientifico, razionale e sperimentale ai fenomeni.
Che le potenze imperialiste “meno di due anni dopo la fine di quella calda” abbiano lanciato la guerra fredda contro l’Unione Sovietica e gli altri paesi socialisti, è un caso o un errore: la guerra fredda “è scoppiata”.
Che il movimento comunista dalla Rivoluzione d’Ottobre in poi si fosse propagato tra le masse popolari nel mondo intero fino a costituire in ogni paese una minaccia per la borghesia imperialista e il suo clero e che dagli anni ’60 in poi invece i paesi socialisti siano diventati fragili e decadenti, sulla difensiva, è anche questo un caso.
Che nel 1989 siano arrivati alla dissoluzione, anche.
Che persino l’Unione Sovietica che aveva fatto fronte vittoriosamente sia all’aggressione di tutte le potenze imperialiste (1918-1920) sia alle orde nazifasciste (1941-1945), nel 1990 si sia dissolta, è un caso o una buona azione di Gorbaciov.
Che la dissoluzione dei paesi socialisti non abbia aperto un’epoca di pace e progresso, ma un’epoca di guerra e “capitalismo selvaggio”, è un errore.
Che i “nuovi partiti di sinistra” che Luciana Castellina & Co hanno ripetutamente cercato di costruire (lo cercano ancora oggi) siano nati “impasticciati” e si siano dissolti senza lasciare traccia, anche. Non pensa Luciana Castellina che gli errori e le opinioni sono infiniti e i gusti tanti quanti sono gli individui, mentre la verità è unica e tutti ci si ritrovano. Di partiti di sinistra che ogni persona autorevole e dotata di risorse costruisce secondo i suoi gusti e pregiudizi, inevitabilmente ce ne sono tanti quanti sono i loro promotori. Ma altrettanto inevitabilmente mantengono le dimensioni dell’influenza dei loro promotori perché i gusti e i pregiudizi sono individuali e arbitrari. Anche il partito comunista si costruisce a partire da poco, ma perché diventi grande bisogna che i suoi promotori assimilino e usino la scienza (sperimentale, verificabile, sviluppabile: ma in definitiva una tesi o è giusta o è sbagliata per tutti) delle attività con cui gli uomini fanno la loro storia: il marxismo, la concezione comunista del mondo. Infatti è su questa base che si sono costruiti prima i partiti socialisti e poi i partiti comunisti che hanno fatto la storia.
Con questa scienza si scorge anche la relazione tra i vari fenomeni che invece secondo Luciana Castellina si succedono o accadono assieme casualmente o per malaugurato errore di questo o quell’uomo politico e partito. Con la concezione comunista del mondo si capisce perché certi errori individuali restano caratteristiche personali e invece altri “errori” diventano una forza politica che incide nella storia dell’umanità. Essa insegna
- che la storia dell’umanità nella nostra epoca è caratterizzata dalla contraddizione tra il carattere sociale delle forze produttive che l’umanità impiega e i rapporti capitalisti con cui la borghesia le manovra;
- che questa contraddizione si traduce nella lotta di classe tra proletariato e borghesia,
- che la lotta politica all’interno dei singoli paesi e a livello internazionale non è che l’espressione concentrata di questa lotta di classe, nelle svariate forme dettate dalla storia che abbiamo alle spalle e dalle circostanze;
- che la cura dei mali del presente è l’instaurazione del potere politico delle masse popolari organizzate, l’espropriazione dei capitalisti e la gestione pubblica e pianificata della produzione e distribuzione dei beni e servizi, la crescente partecipazione di tutta la popolazione alla gestione della società e alle attività specificamente umane: in altre parole l’instaurazione del socialismo.
La sinistra borghese deplora (ogni suo esponente a suo modo, per carità: questa è la sua “libertà”!) che il mondo vada come va, ma non spiega perché va così, non spiega perché la classe dominante lo vuole così.
L’austerità è distruttiva (per alcune classi e anche per alcune cose d’interesse universale come l’ambiente). Ma se i gruppi imperialisti che hanno fatto l’UE sono arrivati all’austerità e persistono, ci sarà pure qualche ragione che li spinge o addirittura costringe. Se i gruppi imperialisti americani e sionisti portano la guerra in ogni angolo del mondo, ci sarà pure qualche motivo che li spinge a questo o addirittura li costringe a fare così. La sinistra borghese denuncia e deplora ma attribuisce ogni avvenimento al caso o all’incomprensione di questo o quell’uomo politico o partito. Il risultato è che porta le masse popolari che la seguono ad agitarsi a vuoto, fino a demoralizzarsi. L’intellettuale e l’esponente ricco della sinistra borghese si ritira dalla politica, il lavoratore si dispera o subisce.
Assimilare la concezione comunista del mondo, il marxismo-leninismo-maoismo, è indispensabile per finirla con l’agitarsi a vuoto attorno a piattaforme rivendicative o a scadenze elettorali. Bisogna finalizzare tutto alla conquista del potere, a partire dalla costituzione del Governo di Blocco Popolare. Ogni conquista, anche se le masse popolari riescono a strapparla, è precaria finché il governo del paese è nelle mani della borghesia e del suo clero. Se le masse popolari organizzate prendono il governo del paese, possono realizzare ogni conquista.
Data l’influenza che ancora conserva, noi comunisti dobbiamo “mettere alla prova” dei fatti la sinistra borghese: o collaborerà alla costituzione del GBP o perderà prestigio e influenza. Questo è il senso della linea che noi comunisti seguiamo. La sinistra borghese ha influenza tra le masse popolari, ma se non contribuisce a costituire il GBP, a crearne le condizioni, la perderà. Non le piattaforme rivendicative né le scadenze elettorali, ma la lotta per costituire il governo d’emergenza delle masse popolari organizzate è la via maestra: a questo va subordinata e finalizzata ogni attività delle masse popolari.
npci – nuovopci@autistici.org