Politica ed amministrazione in transizione – Lettera pubblica di Franca Oberti
Si parla tanto di debito pubblico, ma a me non risulta di aver mai avuto debiti con nessuno. Com’è possibile che uno Stato che ha fatto scelte assurde, imprevidenti e sconsiderate, si debba ora rifare sui suoi concittadini per pagare i “suoi” debiti? Comincio ad essere stanca di pagare per gli altri.
Se lo Stato ha dei debiti, bisognerebbe che tutti coloro che furono e sono coinvolti in questi debiti, fossero resi pubblici e chiedere a loro di pagare i suddetti debiti.
Dopo tutto non si fanno mancare nulla, nemmeno assicurazioni e avvocati di ultimo grido. Posseggono beni pignorabili, hanno barche, auto e aeroplani. Gioielli, abiti costosi e si tolgono tutti gli sfizi recandosi ovunque in hotel cinque stelle. Fanno viaggi e crociere e percepiscono stipendi da favola.
Ma a questi sconsiderati politici viene mai chiesto un sacrificio?
Paga Pantalone??? C’è tanta gente che la pensa come me, come si può fare per costringere i veri debitori a pagare per i loro errori? Noi li abbiamo votati credendo facessero gli interessi di tutti, invece hanno fatto solo i loro e ora “noi” dobbiamo pagare!
E’ un meccanismo che va ricostruito alla rovescia.
La piramide che si è creata in 60 anni di storia va ribaltata. Cominciamo a governare dal basso e sono sicura che quando arriveremo alla cima della piramide, ci sarà una bella pulizia, sempre che tutto sia fatto con onestà, lealtà ed etica.
I comuni sono l’organo più vicino alla gente e sono diventati, ad oggi, i primi vessatori del popolo. Esiste un sindaco che desideri il bene dei suoi concittadini e il suo in egual misura? Con la povertà dilagante, forse, siamo arrivati al punto nodale.
Non ci sono più le corse al cadreghino comunale perché non c’è più latte da succhiare!
Si candidano i soliti figuri, quelli che la gente ha sempre visto lì, in quel posto, senza nemmeno capire cosa ci vanno a fare. Si candidano quelli che hanno “i soldi” così trovano contatti per investire e spadroneggiare. Si candidano quelli che pretendono di comandare e stabilire le “loro” regole. Raccontano favole con le loro parlantine, contando ancora sull’ingenuità delle persone. Tentano le scalate per arrivare alla vetta di quella malsana piramide, ancora e ancora e ancora.
Ecco che in questo momento i “giorgio la pira” che covano tra la gente, potrebbero finalmente uscire allo scoperto! Le donne che sanno governare una casa, possono governare anche un comune. Non hanno mire, perché sentono ancora l’appartenenza ad una famiglia che richiede la loro presenza. Non si montano la testa – forse alcune, quelle che da sempre sono convinte che è giusto emulare il maschio – sanno stare al loro posto e tengono testa a tutti, con la logica femminile dell’accoglienza e del rispetto per l’altro.
Il presidente dell’Uruguay Mujica ha dato un esempio talmente positivo in tutto il mondo da suscitare commenti ovunque. In Italia, per lungo tempo, giravano video Youtube dove lui esponeva il suo punto di vista; poi tutto è sfumato nelle nebbie padane e negli aranceti del sud. L’Italia è prevalentemente agricola, ma gli agricoltori si sono montati la testa e pretendono di produrre per esportare, invece stanno facendo ammalare i terreni e lasciano che le multinazionali importino tutto da altre nazioni, con la scusa che l’economia è globale. Un’agricoltura a misura d’uomo potrà salvare il carrozzone Italia e sfamare il suo popolo senza bisogno di controllare i vari PIL, le borse, gli andamenti di mercato.
Lo spreco energetico è diventato insostenibile. Da decenni ci si lamenta degli uffici che tengono i riscaldamenti al massimo e poi aprono le finestre… ma dove esiste!!?! Chiudete ‘ste finestre e mettetevi un maglione! Abbassare al livello che lo Stato ha deciso per tutti sarebbe un atto più che dovuto, invece anche qui si fanno figli e figliastri e nelle case siamo obbligati, mentre nei luoghi di potere no! Un po’ di meno a tutti e un po’ di più per tutti, sembrerebbe un controsenso, ma è quello che un politico futuro potrebbe adottare come slogan, sapendo che è solo uno tra tanti, non il migliore, né il superiore, e neppure l’eletto!
E poi basta con l’elemosina… è solo un gesto che libera la coscienza, ma non educa chi la riceve. Offrire lavoro è molto più utile, risolve i problemi interni e aiuta le persone ad essere dignitose e grate. Chi non lavora non mangia, è ovvio! Certo è che se per ogni lavoretto umile e limitato nel tempo ci sia subito uno Stato/aquila che coi suoi artigli si risucchia tutto il piccolo guadagno… la gente preferisce NON LAVORARE! E magari farsi mantenere dalle istituzioni che ci sguazzano in questi incartamenti e riescono a conservare tanti posti di lavoro inutili.
La burocrazia va ribaltata: paga solo chi può avere un esubero consistente, non chi con quei pochi soldi di tasse ci potrebbe mangiare un mese perché non ha altro, nemmeno più un lavoro.
I controlli ci sono perché la gente è disperata e l’aumento di ogni tassa o tributo serve solo ad alimentare i focolai di ribellione. “Che l’innse?” diceva il Balilla per provocare la rivoluzione che scacciò gli austro-ungarici dalla Liguria.
E’ un urlo che mi sale dal cuore spesso… ma la voce non esce, bloccata dalle mille e una regole, dalle scadenze, incombenze, tributi, tasse, gabelle ed elemosine.
E’ un drammatico periodo di transizione, occorre che le persone ne siano consapevoli.
Quando saranno finiti anche i pochi e risicati risparmi, forse, ricominceremo a vivere e progettare il futuro e impareremo di nuovo a capire cosa vuol dire condividere ed essere solidali.
Franca Oberti
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Commento integrazione di A. M. C.:
“Sono totalmente d’accordo con Franca Oberti e ritengo che lo Stato, attraverso i Governi incompetenti che lo gestiscono, non ha il diritto di indebitarsi in un sistema a tasso variabile.
Ma come è possibile una tale leggerezza, neanche io che sono una pulce mi sono mai lasciata incastrare con prestiti a tasso variabile mentre i nostri governanti lo hanno fatto senza porsi problemi con estrema leggerezza e ora stanno con il fiato sospeso sull’andazzo dello « spread », anzi ci stanno i cittadini che sono quelli che devono sempre pagare il conto degli errori di chi li governa.
La realtà è una sola : lo Stato è stato esautorato dalla finanza internazionale, i nostri veri governanti non sono più quelli che eleggiamo, i quali fanno ormai solo da paravento, coloro che ci governano sono i capifila dell’economia e della finanza mondiale annidati sulle alture di Wall Street. C’è da chiedersi cosa fare, come uscire da questa dittatura della finanza mondiale e se il termine « democrazia » sventolato ai quattro venti in qualsiasi occasione ha ancora un senso e come restaurarlo, a pieno tittolo, senza sommosse e rivoluzioni che temo si stiano preparando negli animi dei cittadini di tutta Europa oppressi dalle imposture dell’economia e della finanza mondiale.
Noi Italiani siamo particolarmente malmessi con il Paese occupato dalla fine della seconda Guerra Mondiale, con duecento basi militari delle forze occupanti dotate di testate nucleari su tutto il nostro territorio, non possiamo neanche respirare senza chiedere il permesso. Trasformati in pattumiera degli occupanti, ora, siamo anche obbligati ad ospitare i soldati statunitensi che rientrano dalle missioni in Africa alfine di evitare gli isterismi della popolazione che si sono manifestati, a casa loro, a causa della paura di un epidemia di Ebola.
Mi chiedo, giorno e notte, come l’Italia e l’Europa potranno uscire da questa situazione senza pagare un altissimo prezzo, con sommosse e spargimenti di sangue, ma non trovo risposta, non vedo profilarsi all’orizzonte personalità europee capaci di realizzare questo miracolo politico, economico e culturale.”