Jainisti vegetariani antesignani e nonviolenti
Il Giainismo è una corrente religiosa nata all’interno dell’Induismo, fondata nel VI secolo a.C. da Mahavir (che significa il grande coraggioso, colui che ha vinto paura, lussuria, ira, ecc), un membro dell’alta aristocrazia al tempo dei Veda. Successivamente il Giainismo fu allargato da una linea di altri 23 maestri detti Costruttori del Ponte.
Mahavira, contemporaneo di Buddha, al termine di dodici anni di pratiche spirituali, giunse all’Illuminazione e dedicò i rimanenti trent’anni della sua vita al benessere di tutte le creature viventi. Rifiutò i tanti dogmi, pregiudizi, false dottrine, superstizioni che in quel tempo popolavano l’India; si oppose ai sacrifici animali e umani, abolì la divisione in caste e il divieto allo studio per le donne e per le classi povere. Promosse il cammino della nonviolenza (l’Ahimsa,) del distacco, della consapevolezza, dell’austerità, dell’equanimità. Per il Giainismo la nonviolenza universale e il rispetto della vita di ogni essere è regola fondamentale. “Ovunque vi sia un essere vivente lì è Dio. Vivi e lascia vivere. Ama tutti, servi tutti”. La nonviolenza implica la necessità assoluta di essere rigorosamente vegani.
Benché ridotta a circa un milione e mezzo di adepti e a sei milioni di aderenti, la comunità giainista conserva una notevole importanza economica in quanto i suoi membri praticano soprattutto attività commerciali, perché in base alla teoria dell’Ahimsa sono vietati mestieri manuali. Ma malgrado il numero esiguo rispetto alla totale popolazione, in India i giainisti occupano posizioni importanti nel mondo degli affari e in quello della scienza. Godono anche di una certa importanza nella cultura indiana, avendo contribuito in modo significativo allo sviluppo della filosofia, dell’arte, dell’architettura, della scienza e della politica dell’intero paese.
L’Ahimsa cardine del giainismo è tra le dottrine orientali quella che più si è evoluta in merito al rispetto per gli animali. Alcuni seguaci usano camminare con una garza sulla bocca per evitare di ingerire moscerini. Alcuni spazzano per terra prima di camminare. Accanto ai templi giainisti si trovano spesso rifugi per animali anziani o feriti; hanno ospedali per animali che spesso acquistano per liberarli.
Nell’Ahimsa del giainismo viene condannato non solo chi alleva o uccide l’animale, ma chi lo mangia, chi lo vende, chi lo cucina ecc. Tutti gli animali in India sono rispettati, compresi quelli ritenuti impuri. Più rigoroso del buddismo nel quale si paga per le intenzioni, nello jainismo anche per gli errori inconsapevoli. Si annoverano diverse incarnazioni di Dio in varie forme di animali tra cui il pesce, il cavallo, la tartaruga, il cinghiale. Gli animali come gli umani hanno la possibilità di raggiungere le alte vette della spiritualità.
Il Giainismo ha lo scopo di guidare l’anima verso la via della liberazione per il raggiungimento del Nirvana attraverso tre mezzi: la via diritta, la conoscenza diritta, la condotta diritta. L’anima e la materia sono sostanze identiche: l’una cosciente, l’altra incosciente. Esistono due categorie di anime: quelle libere o perfette (le anime dei profeti, l’ultimo dei quali è Mahavira), e le anime trasmigranti cui comprendono gli uomini, gli animali, i vegetali, i minerali.
Il Giainismo è un’antica religione ma soprattutto è una filosofia in quanto non implica divinità definite. È basato sugli insegnamenti di Mahavira che indicava la via alla perfezione umana sulla base della nonviolenza. Secondo la sua dottrina, la filosofia giainista diventa un modo di vivere e un modo di comprendere e codificare le verità eterne e universali che occasionalmente si manifestano all’umanità e che riemergono negli insegnamenti degli uomini che hanno raggiunto l’illuminazione.
Il giainismo insegna che ogni singolo essere vivente, dal moscerino all’uomo, è un’anima eterna e indipendente, responsabile dei propri atti. I giainisti ritengono che il loro credo insegni all’individuo come vivere, pensare e agire in modo tale da rispettare e onorare la natura spirituale di ogni essere vivente, al meglio delle proprie capacità.
Per il Gianismo l’universo è eterno, non ha né inizio né fine, e non include la concezione di un Dio creatore. Dio è concepito come il Signore fra le anime che rappresenta l’infinita conoscenza, percezione, coscienza e felicità.
Predicando un’assoluta nonviolenza, il Giainismo prevede una forma estrema di veganismo: la dieta del fedele esclude anche molti vegetali; persino l’acqua viene filtrata al fine di non ingerire involontariamente piccoli organismi.
I giainisti credono che l’esistenza in questo mondo significhi inevitabilmente sofferenza. Né le riforme sociali né quelle dei singoli individui possono impedire la sofferenza. L’unico modo per liberarsi dalla sofferenza è fuggire completamente dall’esistenza umana. I giainisti credono che le vite, o reincarnazioni, sono in numero indefinito.
Conseguenza delle azioni cattive è un karma pesante, che costringe a scendere in un livello più basso nella scala dell’esistenza, mentre conseguenza delle buone azioni è un karma leggero, che permette di innalzarsi nella vita successiva ad un livello superiore, dove c’è meno sofferenza da sopportare. Ma le buone azioni da sole non sono sufficienti ad attuare la liberazione. Il modo per eliminare il vecchio karma consiste nel ritirarsi il più possibile da tutti i coinvolgimenti del mondo.
Da un lato, ci sono i monaci, che praticano un rigido ascetismo e si sforzano perché questa loro nascita sia l’ultima. Da un altro lato, ci sono i laici che perseguono pratiche meno rigorose sforzandosi di ottenere la fede razionale e di fare buone azioni in questa vita.
Nel loro sforzo di liberazione i giainisti credono che nessuno spirito o essere divino possa aiutarli in alcun modo; questa deve essere raggiunta dagli individui attraverso gli sforzi personali. Neppure gli angeli possono raggiungere la loro liberazione finché non siano reincarnati come umani per subire le difficili prove di rimuovere il karma.
Il codice etico del Giainismo, riassunto nei Cinque Giuramenti, seguiti sia dalle persone laiche sia dai monaci, è: Nonviolenza, Verità, Non-furto, Castità, Non-possesso. Per le persone laiche ‘castità’ significa limitare l’esperienza sessuale al rapporto matrimoniale. Per i monaci e le suore, significa totale celibato. Le passioni nascono dall’ignoranza e del mondo fisico. L’ignoranza può essere rimossa con l’attento studio degli insegnamenti dei maestri liberati.
Le tre gemme del Giainismo sono: la giusta fede, la giusta conoscenza e la giusta condotta: giusta fede per ottenere la giusta conoscenza; buona condotta per fare il bene degli altri. Per ottenere questo si deve prestare i cinque grandi giuramenti:
1) praticare estrema attenzione nelle azioni quotidiane, al fine di evitare di recare danno a qualsiasi essere vivente;
2) tenere a freno pensieri, parole e azioni fisiche;
3) perdono, umiltà, chiarezza (ovvero assenza di inganno), sincerità, pulizia, autolimitazione, austerità, autosacrificio, celibato, distacco dai beni materiali;
4) meditare sulla verità;
5) vincere tutti i dolori e i disagi che nascono da fame, sete, caldo, freddo, ecc. attraverso la volontà.
Tutto questo deve essere rafforzato a seconda la propria capacità e volontà.
Questa filosofia di vita sembra abbia favorito la nascita del pensiero buddista. Gandhi fu profondamente influenzato dalla filosofia giainista che non danneggia nessuno e che integrò nel suo personale stile di vita.
Inoltre, superamento di ogni differenza di religione, pensiero, appartenenza.
Per il Giainismo la divinità è nella vita, ma è la Vita stessa. Ogni singolo essere vivente, considerato divino e sacro, contiene un’anima individuale eterna, potenzialmente perfetta.
Gli asceti giaina, i più perfetti, non possiedono nulla: hanno solo la scopa e la pezzuola sulla bocca: elemosinano il cibo e l’acqua nel palmo della mano.
Contrariamente a quanto accade presso altre religioni, dove con il salire nelle gerarchie ecclesiastiche si acquista un sempre maggiore prestigio, nel Giainismo con il progredire sul piano spirituale aumentano le rinunce e le restrizioni: i monaci e le monache possiedono solo un abito bianco, una ciotola per elemosinare il cibo e l’acqua, un bastone, una scopa per rimuovere gli insetti dal loro cammino ed una pezzuola sulla bocca per non nuocere ai batteri dell’aria.
Il Giainismo, attualmente diffuso pressoché esclusivamente in India e in USA, è costituito da due scuole principali: Digambara (vestiti di cielo) e Svetambara (vestiti di bianco).
Franco Libero Manco