Funzionamento cerebrale e decisioni funzionali alla vita
I 1450 grammi, circa, del bioelaboratore di cui ognuno di noi è gratuitamente fornito fin dalla nascita, il cervello umano, dispone di circa 90 mld di neuroni (Henry Markram, direttore del Blue Brain Project al Politecnico di Losanna), tutti perennemente disponibili alla continua formazione e modifica di sinapsi connettive per la costruzione di circuiti logici, simbolici, simulativi, comparativi, e così via.
Il numero di differenti configurazioni binarie di un simile sistema è sbalorditivamente alto: 8.100.000.000.000.000.000.000 (sono 8.000 miliardi di miliardi).
Se consideriamo la dinamica di un processo di elaborazione, formato da cambiamenti di configurazioni, vediamo che con k cambiamenti di stato sono possibili (90 mld)^2k differenti processi logici.
Ma non basta: sul pianeta si trovano interconnessi, quali membri di un sistema di mutue interazioni, ben 7 mld di cervelli attivi, in quanto viventi, il che significa che il supercomputer a blocchi interconnessi “specie umana” dispone di 630.000.000.000.000.000.000 neuroni, capaci di 396.900.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
configurazioni differenti in un istante solo, tutte variabili temporalmente a formare processi logici alternativi in quantità sterminata.
Come termine di paragone, gli attuali computer Blue Gene arrivano al limite massimo artificiale di 300.000 processori (analogo artificiale dei neuroni) correlati, una autentica inezia risibile se confrontata con la capacità dei cervelli umani.
Seguono spontanei alcuni commenti.
1) L’idea di sostituire ai processi decisionali umani quelli computerizzati si rivela per ciò che è, una illusione puerile senza senso, paragonabile al sostituire un treno merci con un triciclo in miniatura dichiarando di voler risolvere i problemi dei trasporti.
2) Di fronte a tanta disponibile biopotenza di elaborazione umana appare completamente inaccettabile che le vicende del pianeta siano dirette da poche menti malate a suon di missili nucleari e guerre militari per la contesa delle risorse e dei mercati, e simultaneamente devastano l’ecosistema comune,un modo di agire che risulta disgustoso insulto alla potenzialità dell’intelligenza umana.
3) Forse aveva davvero ragione Einstein, quando sosteneva che siamo abituati ad impiegare meno del 10% delle potenzialità della mente, aggiungendovi che forse gli uomini di governo si limitano al 10% dell’impiego medio, corrispondente all’ 1% del potenziale singolare effettivo.
4) Anche oggi è un giorno nuovo, con la possibilità di sperimentare pensieri ed elaborazioni diverse da quelle abituali e già viste: utilizzare la creatività disponibile potrebbe essere un buon modo per cambiare positivamente il flusso degli eventi in corso.
I metodi di ieri li abbiamo già visti in azione, e sappiamo già come funzionano. Non sprechiamo l’opportunità di elaborare qualcosa di nuovo.
5) Aveva ragione anche Isaac Asimov, nel considerare che l’intelligenza crea pure problemi, ma non sarà certo l’ignoranza a risolverli.
Se vogliamo essere più precisi, il problema non si riduce alla semplice ignoranza, bensì anche alla uniformità di pensiero allineato univocamente. 100.000 persone che pensano la stessa identica cosa non svolgono una attività intellettuale più utile di uno solo che pensa quella cosa.
Così ora sapete che cosa penso dei partiti politici.
6) La “società” è : ciò che facciamo.
Se il risultato vi aggrada va bene, ma io non escluderei di riprovare daccapo, sarebbe uno spreco non tentare.
7) L’idea di “obbedienza all’autorità” è abbastanza stupida e limitante. Se una persona ha risolto un problema di mio interesse prima di me, e valuto giusta la soluzione, sarò pronto ad adottarla. Se non lo ha risolto, o la sua soluzione appare sbagliata, la cosa migliore da fare sarà scartare la sua proposta e passare ad altro.
Il punto (7) fa riferimento ad ogni eventuale caso di rappresentante di sedicente autorità civile o religiosa. Gli esseri umani hanno bisogno di verità, non di autorità. Siamo dotati di una mente per pensare e dirigere le nostre azioni tanto quanto siamo dotati di gambe per camminare, occhi per guardare, orecchie per ascoltare, ed altri organi destinati a svolgere qualche funzione per il nostro benessere.
Turn On, Tune In, Drop ut. To live life.
Vincenzo Zamboni