Sette estreme – “Il più pulito ci ha la rogna!”
Delfeil de Ton è il giornalista brillante di un settimanale francese Altrettanto brillante: “Le Nouvel Observateur“, diretto da un intellettuale ebreo di prima grandezza Jean Daniel.
Corrispondente da Roma è Marcelle Padovani, maritata con un noto militante sindacale scomparso nel 2007, Bruno Trentin.
Uno dei suoi libri, scritto con Giovanni Falcone è ” Cose di casa nostra”.
Un ex segretario nazionale del Partito Radicale italiano – Giovanni Negri- vanta con Delfeil una parentela che cita volentieri.
Anche per attivisti in estrema malafede sarà difficile dare del fascista o dell’antisemita sia al giornale che al giornalista.
DDT dice che “il troppo è troppo” e racconta due episodi sui quali non si sa se piangere o ridere. Lui sconsiglia il riso perché ritiene sia giunto il momento di farli smettere una buona volta.
Traduco le prime righe: ” non vorremmo aver l’aria antisemita, ma notiamo una spinta febbrile ultra ortodossa da parte ebraica che supera sempre più spesso le frontiere di Israele e, poiché gli eccessi richiamano altri eccessi, non vorremmo dover scoprire – in queste contrade che si vantano d’essere laiche – che le provocazioni ripetute non suscitino più il riso per aver eccitato altri ultras ma di segno opposto spingendoli a reagire con violenze sempre temibili quando si brandiscono stendardi religiosi.”
Primo episodio: a Stamford Hill, a nord di Londra, un nucleo di ebrei ultra ortodossi si sono organizzati in ghetto, ma a volte, per forza di cose, devono uscirne. Turbati da quel che vedevano, hanno effettuato una sortita e affisso dei pannelli chiedendo a tutti gli abitanti DONNE di camminare su un solo lato della strada in maniere da poterle evitare.
Un cineasta abitante del quartiere, ha filmato i pannelli di cartone bilingui e fatto affiggere manifestini che invitavano le donne a camminare dove preferivano, chiosando ” siamo nel 2014″.
Un giovane religioso in nero ( con tanto di riccioli e cappellino) ha fatto il giro in bicicletta di tutte le strade togliendo i manifestini.
Lo scompiglio è stato evitato mercé l’intervento del comune che ha portato via i cartelli.
Secondo episodio: siamo su un volo EL AL in viaggio tra New York e Tel Aviv . Pochi minuti dopo il decollo, una ventina di ebrei ortodossi si alza dai propri posti e chiede che le passeggere (DONNE) vengano raggruppate in un luogo solo, non potendo essi tollerarne la vicinanza.
Al rifiuto delle signore (e dei mariti) a separarsi dai rispettivi coniugi, i venti religiosi, per protesta occupano il corridoio del velivolo e iniziano a cantare e salmodiare per tutte le undici ore del tragitto, inibendo di fatto l’accesso alle toilette nella impotenza dell’equipaggio. Non possono sfiorare alcuna donna. Delfeil, racconta che questo ” movimento”‘ inizió a Gerusalemme anni fa tra l’ilarità generale, la curiosità le barzellette. Poi è subentrata l’irritazione ed infine la constatazione che era troppo tardi per fermarli.
A ogni ”conquista” ottenuta i cosiddetti ortodossi ne hanno fatto seguire un altra e poi un’ altra ancora.
Dopo Gerusalemme, Israele e adesso anche oltrefrontiera. La stessa irritante tecnica viene usata nel nostro paese dalla lobby omosessuale.
Chiariamo subito, niente concessioni sotto la cintura.
Antonio de Martini