Milano, Cimitero Maggiore – 70 alberi deceduti per la Via dell’Acqua (morta)
Nel giro di un paio di giorni sul viale del Cimitero Maggiore hanno massacrato 70 alberi. Per proseguire nei lavori della VIA D’ACQUA utili solo ai corruttori e ai corrotti che non vogliono restituire la pattuita mercede (non è detto che sia denaro contante, potrebbe essere la promessa di una carica di sindaco).
Cantone non ha colpito o fermato la corruzione.
Il ritornello di corruttori e corrotti è: “SE CANTONE NON INTERVIENE, VUOL DIRE CHE TUTTO VA BENE”.
Cantone dichiara ai giornali:”Ho ricevuto la rassicurazione che non ruberanno”.
Non basterebbe ricevere questo messaggio tramite internet? I giga sono
pochi!
E’ proprio indispensabile il tigivi Napoli-Milano-Napoli?
La Pinotti-candidata al settennato-non potrebbe prestargli un volo d’addestramento militare un giorno alla settimana? Cantone potrebbe atterrare sulla piattaforma EXPO scortato da droni e ladroni.
Avrebbe così più tempo per vedere qualche scempio compiuto o compiendo nel corso di inutili e loschi lavori. Sono tanti e potrei accompagnarlo io.
Se la corruzione è prescritta se iniziata prima della nomina è questa la ragione per cui il ragazzotto-già scomunicato dai vescovi per eccesso di falsa testimonianza (8. comandamento)- l’ha ritardata di tre mesi?
C’era qualche COCOOP da salvare?
“L’ALBERO DELLA VITA SI FARA’”.
Cantone ha detto si ma a una condizione rigorosissima: l’ideatore non può essere il progettista.
Ma lo stesso ideatore aveva già detto-tre mesi fa-di non essere capace di fare il progetto.
Cantone ha approvato la spesa ma come avrà fatto a stabilire che è giusto il costo di un’opera senza avere visto prima il progetto? Cosa ovvia perché non sarà pronto prima di quattro mesi.
E’ quindi un albero venduto tanto al chilo ma con la proibizione di pesarlo.
Ho la sgradevole impressione che di questi appalti Cantone abbia scarse
conoscenze.
E’ capacissimo per contro di dire cosa dovrebbe fare DE MAGISTRIS. Ma li’ basta la circumvesuviana e il deficit pubblico aumenta di poco.
Alla prossima.
Luigi Caroli da Milano