Tiana – La storia di Apollonio, il pagano vegano antesignano
Apollonio di Tiana nasce a Tiana, in Cappadocia, nel 1° secolo d.C. e muore ad Efeso nell’anno 97. Portatore un messaggio nuovo, cosmopolita, è considerato il Gesù pagano, conosceva la religione di Zarathustra. E’ vegano, taumaturgo e filosofo, conduce vita ascetica osserva un periodo di silenzio di cinque anni, pratica il celibato, compie miracoli, cura, resuscita, scaccia demoni; si nutre solo di verdura, frutta secca e pane, gira scalzo non indossa lana o pelli di animali ma solo lino, evita come la peste il denaro e crede nella comunanza dei beni. Apollonio cerca in ogni modo di abolire la violenza verso gli umani e non umani, si batte per abolire i sacrifici di animali, i sacrifici dei tori e la sofferenza dei cavalli. Segue la via tracciata da Pitagora, che più tardi seguiranno Empedocle, Eraclito, Teofrasto Plutarco e Porfirio; mentre viene osteggiato da altri come Lattanzio, Eusebio, Agostino, Giovanni Crisostomo, Gregorio Nazianzeno che lo considerano nemico della Chiesa.
Pregiudizi e leggende sono scaturite intorno alla figura di Apollonio. L’imperatore Alessandro Severo lo considerava un dio; per i pagani era un essere superiore a Gesù stesso , ma per i cristiani era un anticristo; alcuni lo ritenevano un extraterreste altri addirittura, hanno messo in dubbio la sua stessa esistenza. Flavio Filostrato di Lemno, vissuto nel 3° secolo, nella Vita di Apollonio di Tiana, dice che divenne assistente del medico Esculapio, che era solo un sapiente, e che fin da giovinetto volle diventare pitagorico per aiutare i poveri curandoli con la medicina.
Il pensiero di Apollonio: “E’ cosa migliore non offrire sacrificio di alcuna specie a Dio, non accendere alcun fuoco in Suo onore, e non assegnare a Lui alcuno di quei nomi dei quali si servono gli uomini per designare degli oggetti materiali ; Egli è infatti al di sopra di tutte le cose: è il primo; gli altri dei vengono solamente dopo di Lui. Egli nulla attende dagli altri dei, meno ancora da noi, poveri umani… Per domandare a Colui che sta al di sopra di tutti, quello che a noi conviene, noi dovremmo servirci di ciò che vi è di superiore in noi, cioè dello spirito; ora lo spirito non ha bisogno di alcun aiuto materiale per formulare la sua preghiera. Perciò non consumate alcun sacrificio per Dio, l’Onnipotente, che sta al di sopra di ogni cosa. Se taluno si dice mio discepolo, non frequenti luoghi pubblici, non uccida alcun essere vivente, non mangi carne, sia esente da invidia, da malignità, dall’odio, dalla calunnia, dal risentimento, ed abbia esso il proprio nome iscritto fra i nomi di coloro che hanno conseguito la liberazione. Seguendo queste regole i miei discepoli acquistano un senso innato della giustizia e della verità, nessuna posizione sembrerà loro più invidiabile di quella in cui si trovano, essi incutono timore ai tiranni in luogo di essere loro schiavi. Gli dèi benediranno essi più per le loro piccole offerte che non coloro che spargono sui loro altari il sangue dei vitelli”.
“La terra produce ogni cosa e chi vuole essere in pace con gli esseri viventi non ha bisogno di alcunché, poiché i suoi frutti si possono cogliere, e altri coltivare secondo le stagioni, in quanto essa è la nutrice dei suoi figli: ma la gente, come se non udisse le sue grida, affila le spade contro gli animali per trarne cibo e vestimento. I Bramani dell’India invece non approvano tale condotta e istruirono i Ginni dell’Egitto a respingerla: da costoro Pitagora, che fu il primo dei Greci a frequentare gli Egizi, prese la sua dottrina che lasciava alla terra gli esseri animali; e affermando che i suoi prodotti sono puri e adatti a nutrire il corpo e la mente, di questi si cibava. Sostenendo inoltre che gli abiti che si portano solitamente sono impuri, in quanto provengono da esseri mortali, si abbigliava di lino; e per la stessa ragione intrecciava il vimine per farsene calzature”.