Crudismo, sufi e sufismo – Una breve introduzione
Il temine Sufi deriva dalla parola greca Sofia e dalla parola araba Saf, che vuol dire, saggezza, purezza: una saggezza del cuore non mentale ma spirituale. Una corrente di pensiero in armonia tra buddismo e induismo che unisce l’oriente all’occidente, le origini si perdono nella notte dei tempi, ma lo sviluppo maggiore si ebbe tra il 12° e il 14° secolo.
La filosofia sufi integra tutti gli esseri in un unico essere, la cui evoluzione morale si manifesta in tre aspetti fondamentali: reciprocità, buone azioni, e rinuncia. Il punto di partenza è l’essenza e la similarità di tutte le religioni e l’unità degli ideali religiosi.
Guardare le cose da due punti di vista: il proprio e quello degli altri. Si vede in ogni manifestazione della vita la presenza del divino: amore per la natura, essere in armonia con se stessi e con gli altri, percepire la bellezza visibile e invisibile presente in tutte le cose.
Il sufismo è un culto universale, celebra l’unità nella diversità. Durante i rituali si accendono 7 candele rappresentanti le 7 grandi religioni: la settima per le religioni non note. Nell’’ambito del culto vengono letti brani dei libri di ogni tradizione religiosa che evidenzia la l’analogia dell’unico messaggio , dei contenuti morali e l’invito all’auto perfezionamento.
L’alimentazione di questi asceti era rigorosissima, quasi sempre fruttariana, eccezionalmente vegan. In questo ascetismo importante è la componente etica, cioè l’estremo rispetto per qualunque essere vivente. Si racconta che il sufi Abu Yazid tornò indietro da un lungo viaggio perché in un pacchetto di semi di cardamomo, che aveva portato con se, aveva trovato delle formiche: era urgente riportarle al formicaio, e così fece. Il mistico arabo Mis’aribn Kidam disse: “Un uomo che si accontenta di mangiare vegetali non sarà mai ridotto in schiavitù”.
Franco Libero Manco