Ucraina – Soluzione militare impossibile….
Il 3 settembre 2014 l’”Arena di Verona”, antico quotidiano di provincia, ha informato in prima pagina i propri lettori che una signora italiana ha annunciato all’europarlamento “In Ucraina non esiste alcuna soluzione militare”. A conferma del fatto che ogni tanto, sia per errore, per distrazione, o per disperazione, perfino nelle istituzioni qualcuno dice qualcosa di sensato.
Infatti, la soluzione militare è così evidente che non esiste da essere dunque giunta persino alle orecchie della UE: la guerra è persa, non è risolvibile, il mondo attende che i responsabili se ne accorgano.
A quel punto, il quotidiano aggiunge: “Sconcerto ed agitazione tra gli europarlamentari”.
IL che significa che:
- o l’ “Arena” mente, perchè non c’è stato alcun sconcerto,
- o gli europarlamentari sono dei minus quam habens affetti da cretinismo demente, perché solo un minorato mentale può pensare di vincere uno scontro contro una regione determinatissima a difendersi e sostenuta dalla Russia, con cui confina.
L’aspetto comico in questa tragedia (perchè di feroce sadica tragedia si tratta, fatta di finanziamenti e sostegno ad una giunta nazisionista terrorista stragista di Kiev che bombarda sanguinariamente gli abitati civili di Donetsk e Lugansk, assassinandoli nel colpevole silenzio generale della politica ed informazione europea) è che dove c’è bisogno di una soluzione vuol dire che c’è un problema, e il problema lo hanno creato gli euroamericani, assieme ai nazigolpisti di Kiev.
Perché non solo gli stragisti di Poroshenko stanno al potere in virtù di un colpo di stato finanziato per due anni da Fmi ed UE (con la partecipazione dichiarata di criminali plutocrati come George Soros), ma per quanto riguarda lo sviluppo militare è stato il governo di Kiev ad attaccare in guerra la Repubblica Popolare del Donbass, non il contrario, con la logica conseguenza (anche ai sensi del diritto internazionale) che l’esercito di Novorussia esercita la legittima difesa.
Il che significa che UE, Fmi, Nato e banditi associati hanno costruito con le proprie mani un problema che non sanno risolvere perchè non ha soluzione.
Solo i genii della stupidità riescono a fare tanto.
Chi è causa del suo mal, pianga dunque se stesso.
Forse, però, la lezione è servita a qualcosa: a differenza dei leaders del cocciuto Terzo Reich, quelli dell’odierno Quarto Reich europeo hanno l’occasione di capire per tempo che il pianeta non è una loro proprietà privata, nemmeno se in associazione con una vecchia ex colonia inglese d’oltreoceano.
Il pianeta Terra è molto più grande di Europa e Nordamerica (due soli continenti su cinque), cosa di cui aspettiamo che il mondo politico, rivelatosi studente assai somaro, si renda conto.
Perché i conti, in ogni impresa umana, bisogna pur farli con la realtà di fatto.
E i sogni di glorioso superomismo da razza padrona eletta, sedicente destinata a dominare il mondo intero, storicamente finora hanno sempre fatto una brutta fine. Nonostante ogni potenza imperiale che ci abbia provato. E’ ridicolo attendersi che l’impero eurostatunitense possa sovvertire una regola storica da sempre assodata, ed è molto più probabile che si trovi, piuttosto, costretto a dover fare i conti con le proprie contraddizioni interne, sempre meno risolvibili, man mano che i delirii di espansione mondiale si spengono davanti alla banale realtà della sua impossibilità.
Per non sbagliarci, nel frattempo, continueremo tutti a praticare il boicottaggio del codice a barre “729-….”, in modo da dare un altro piccolo contributo a raffreddare i bollenti spiriti dei nazisionisti medioorientali di israele, alleati ingombranti di un impero occidentale sempre più in difficoltà.
Visto che nell’insieme quell’impero siamo tutti noi, con i nostri stili di vita, possiamo contribuire al perenne tentativo di sospingerlo verso una esistenza diversa, fatta di pace, coesistenza e cooperazione tra i popoli, invece che di continue predatorie aggressioni.
“Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”.
Appunto: gli anni passano, De Andrè non c’è più, ma quanto ha cantato è sempre vero.
Vincenzo Zamboni