L’assassinio di Abraham Lincoln ed il ritorno alla “moneta debito”

Un Abramo che non piaceva agli ebrei

Il presidente Lincoln, invece di finanziare la Guerra civile americana ricorrendo ai soliti prestiti dei banchieri internazionali (che pretendevano il pagamento di tassi di interessi tra il 24 e il 36 per cento), fece stampare la moneta di cui aveva bisogno in modo gratuito direttamente allo Stato.
Lincoln evito’ in questo modo di far sprofondare la nazione nella spirale del debito pubblico, provvedendo alla messa in circolazione di oltre quattrocento milioni di dollari non gravati da debito e da interessi, ovvero i cosiddetti ‘green backs’. Con questi soldi vennero pagati i soldati, gli impiegati pubblici e tutte le forniture di guerra.
I banchieri internazionali come i Rothschild, che fino a quel momento stavano finanziando entrambi gli schieramenti in guerra, tuttavia non potevano tollerare che qualcuno scoprisse le loro carte. Cosi’, poco tempo dopo l’approvazione del provvedimento del 1865 che dava via libera ai green bucks di Lincoln (1865), il presidente fu barbaramente assassinato da John Wilkes Booth; era il 14 aprile del 1865. Per cancellare ogni prova del coinvolgimento dei poteri forti nella vicenda anche Booth venne a sua volta tolto di mezzo da Judah P. Benjamin, un massone di alto grado e agente dei Rothschild. Successivamente alla morte di Lincoln torno’ tutto come prima, il governo revoco’ la legge sulle banconote di stato e mise fine al denaro esente da debito e interesse. L’elite fece infatti approvare una nuova legge bancaria nazionale e tutto il denaro torno’ a essere gravato da interesse.

”Abbiamo dato al popolo di questa repubblica la piu’ grande benedizione che abbia mai ricevuto, una moneta propria per pagare i suoi debiti…” Abraham Lincoln

(Fonte: Rivelazioni non autorizzate)

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