Sionazismo… e testimonianza diretta da Gaza
Sionazismo.
L’aviazione israeliana lancia migliaia di volantini.
L’esercito sionista emette migliaia di sms.
Il messaggio è lo stesso, indirizzato alla popolazione civile
palestinese a Gaza.
“Evacuate, stiamo per bombardare.”
E questo, gli mette in pace la coscienza.
“Noi, esercito di uno stato di diritto”
Noi, Tsahal, esercito di Israele,
li abbiamo avvisati.
Poi, bombe, missili, razzi, cannonate.
Le case squarciate, i morti che si ammucchiano.
Non sono evacuati. Colpa loro. Ben gli sta.
Certo. La stampa occidentale se la beve, per intero
e così i Tg.
Vi invito a guardare una cartina geografica.
Striscia di Gaza.
Sono duecentomila persone.
Sul mare, come Salerno, più o meno.
Senza troppe colline, solo palazzi e campi profughi.
Israele attacca dall’aria, dal mare, via terra.
Su due lati, a nord e est, è territorio israeliano.
A sud, Rafat, il valico verso l’Egitto.
Sotto, nel cuore di Gaza, underground gazawi,
tunnel, tunnel per fare entrare di tutto, dalle medicine, alle armi.
Dal cibo alla benzina, le persone, semplicemente.
Sono tunnel, non è il caso di infilarcisi
durante un bombardamento aereo.
F 16, mica quei loffi e farlocchi F 35 che i nostri governi,
corrotti, acquistano dagli Usa, Gli F 16 funzionano bene.
Bombe da una tonnellata.
Dunque, la popolazione di Gaza, assediata,
dovrebbe evacuare. Dove.
Con quali mezzi. Perchè.
Se misi cacciasse di casa, da casa mia,
se avessi un’ascia, io la userei.
Vorrei poter morire in piedi.
A che serve errare per un mondo che ti massacra e disprezza?
Israele lo sa.
E macella, macella carne umana che nessuno vuol proteggere.
Sionazismo è il termine giusto.
Indica mancanza di qualunque scrupolo.
Sono ferrei soldati. Per ammazzare il nemico,
val bene ammazzare tutta la sua gente.
Si, sionazismo: sionismo razzista.
Arabi: cani. Lo scrivono, in Israele.
Tranquillamente.
Sionazismo.
Teodoro Margarita
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Testimonianza diretta del chirurgo norvegese Mads Gilbert dallo Shifa hospital, Gaza.
Carissimi amici,
La notte scorsa è stata estrema. L’”invasione di terra” di Gaza ha
provocato decine e vagoni di mutilati, lacerati, insanguinati, tremanti,
moribondi – tutti i tipi di palestinesi feriti, di tutte le età, tutti
civili, tutti innocenti.
Gli eroi nelle ambulanze e in tutti gli ospedali di Gaza stanno lavorando
in turni di 12-24 ore, grigi dalla fatica e dai disumani carichi di lavoro
(senza paga tutti quelli dell’ospedale Shifa da 4 mesi), si prendono cura,
fanno il triage delle emergenze, cercano di capire qualcosa
nell’incomprensibile caos di corpi, organi , taglie, arti, esseri umani
che camminano, che non camminano, che respirano, che non respirano, che
sanguinano, che non sanguinano. Esseri umani!
Ora, ancora una volta trattati come animali dall’”esercito più morale del
mondo” (sic!).
Il mio rispetto per i feriti è infinita, nella loro contenuta
determinazione in preda a dolore, agonia e shock; la mia ammirazione per
il personale e i volontari è infinita, la mia vicinanza al “sumud”
[resilienza] palestinese mi dà forza, anche se a occhiate voglio solo
urlare, tenere qualcuno stretto, piangere, sentire l’odore della pelle e
dei capelli del bambino caldo, coperto di sangue, proteggerci in un
abbraccio senza fine – ma non possiamo permettercelo, né possono loro.
Volti grigio cenere – Oh NO! non un altro carico ancora di decine di
mutilati e insanguinati, abbiamo ancora laghi di sangue sul pavimento
nell’Emergency Room, mucchi di bende insanguinate gocciolanti da spazzare
via – oh – addetti alle pulizie, ovunque, in fretta spalano sangue e
tessuti di scarto , capelli, vestiti, cannule – gli avanzi della morte -
tutto portato via … per essere pronti ancora una volta, per ripetere
tutto da capo. Più di 100 casi arrivati allo Shifa Hospital nelle ultime
24 ore, gia’ tanto per un grande ospedale ben attrezzato con tutto, ma
qui – quasi nulla: elettricità, acqua, materiale monouso, medicine o
tavoli, strumenti, monitor – tutto arrugginito e come se preso da musei di
vecchi ospedali. Ma non si lamentano questi eroi. Vanno avanti cosi’ come
guerrieri, a testa bassa, immensamente resoluti.
E mentre vi scrivo queste parole, da solo, su un letto, le mie lacrime
scorrono, lacrime calde ma inutili, di dolore e di pena, di rabbia e di
paura. Questo non sta accadendo!
Ed ecco, proprio ora, l’orchestra della macchina da guerra israeliana
inizia la sua macabra sinfonia di nuovo, proprio ora: salve di artiglieria
dalle navi della marina appena giù sulla spiaggia, gli F16 che ruggiscono,
i droni nauseanti (in arabo ‘Zennanis’, che mugolano), e gli Apache che
creano scompiglio. Tutto fatto e pagato dagli Stati Uniti.
Obama – ce l’hai un cuore?
Ti invito – passa una notte – solo una notte – con noi nello Shifa
Hospital. Travestito da addetto alle pulizie, magari. Sono convinto al
100% che cambierebbe la storia. Nessuno con un cuore E potere potrebbe
mai allontanarsi da una notte nello Shifa senza essere determinato a porre
fine al massacro del popolo palestinese.
Ma i senza cuore e i senza pietà hanno fatto i loro calcoli e pianificato
un altro assalto “dahyia” [la dottrina elaborata dal generale israeliano
Gadi Eizenkot dell’infliggere la massima sofferenza alla popolazione
civile come metodo di deterrenza] a Gaza.
I fiumi di sangue potranno continuare a scorrere la notte a venire. Posso
sentire che hanno sintonizzato i loro strumenti di morte.
Per favore. Fate quello che potete. Questo, questo non può continuare.
Mads
Gaza, Palestina Occupata
Mads Gilbert MD PhD
Professor and Clinical Head
Clinic of Emergency Medicine
University Hospital of North Norway
N-9038 Tromsø, Norway