L’anti Francesco papa… Triste analisi sui comportamenti anti francescani del gesuita Bergoglio
La delusione e l’amarezza è grande per noi animalisti che abbiamo atteso per più di un anno che il papa si esprimesse in difesa degli animali. Ma l’attesa è stata vana. Non solo finora non ha manifestato il pur minimo interesse per le nuove istanze dello spirito umano, ma nelle poche occasioni ha manifestato distacco, indifferenza verso il dramma universale cui sono condannati gli animali. Chiusura che legittimerà, secondo la più oscurantista, anacronistica visione antropocentrica, a continuare, come nel più triste passato, a considerare gli animali massa indistinta, “materia bruta”, senz’anima della quale l’uomo può disporre a suo piacere. E a causa di questo miliardi di animali soffriranno e troveranno la morte.
In un momento storico-sociale in cui anche le pietre invocano rispetto per gli animali, per quale assurdo motivo la Chiesa resta sulle posizioni dell’infausto invito avuto in sogno da San Pietro: “Alzati Pietro, ammazza e mangia”? (Atti: 10,12), o come dice lo stesso San Paolo in Corinzi 10, 25-27 a dimostrazione del fatto che il tipo di alimentazione era un problema molto sentito dalla prime comunità cristiane, la cui applicazione letterale aprirebbe prospettive inquietanti: “Tutto ciò che è in vendita sul mercato e tutto quello che vi viene posto davanti mangiatelo pure sena indagare per motivi di coscienza”.
La peculiare caratteristica del santo di Assisi era il suo amore per gli animali fino a considerarli fratelli e sorelle. E’ difficile immaginare papa Bergoglio chiamare fratelli gli animali. Allora mi chiedo: perché il papa ha scelto di chiamarsi Francesco? Ci siamo illusi che papa adottasse lo spirito francescano; d’altronde cosa potevamo aspettarci da un papa gesuita, un papa che trae le sue regole dalla parte più ortodossa e zelante della dottrina cattolica. Avrebbe fatto meglio ad adottare il nome di Agostino o Tommaso per essere coerente con il suo attuale operato. Un papa che ha parole di compassione, di misericordia e di attenzione per tutti, meno che per gli animali vittime degli uomini. Certo non si può non apprezzare il suo richiamo alla pace, alla tenerezza, al rispetto dell’altro; peccato che questi sentimenti siano limitati alla sola specie umana: è come se un padre s’interessasse solo della sorte del primogenito e manifestasse totale disinteresse verso la condizione e la sofferenza, che questo causa, al resto della famiglia, con l’autorizzazione e la benedizione del padre.
Ci può forse essere pace nella famiglia dei viventi se la parte più piccola e agguerrita è autorizzata ad usare ogni crudeltà nei confronti della maggioranza dei suoi componenti? È il cuore e la coscienza dell’uomo a fare la storia, a determinare il comportamento pacifico e mite degli esseri umani. Ma se questi sono insensibili alla sofferenza dei più deboli e innocenti come possono essere sensibili e giusti nei confronti dei loro simili? Io non potrei convivere con l’idea che una mia frase in difesa degli animali e della scelta vegetariana salverebbe da sicura sofferenza e morte milioni, se non miliardi, di animali innocenti. Per me sarebbe un peso che non mi lascerebbe dormire.
L’ennesima occasione perduta per aprirsi al mutare dei tempi e alla maturità spirituale del popolo che avanza nonostante la più retrograda, refrattaria visione della Chiesa. Altro che innovazione: è un passo indietro rispetto i precedenti pontefici, almeno per ciò che concerne il rispetto per gli animali. Ma per quale assurdo motivo il papa e la Chiesa si ostina a non chiedere amore anche per tutte le creature di Dio? Basterebbe una frase, una sola frase: rispetto per tutte le creature di Dio. Ma questo darebbe dignità all’animale che invece deve essere sempre sinonimo di bestialità, lontano dagli uomini fatti ad immagine di Dio. Valorizzando l’animale si ha il terrore ossessivo di togliere l’uomo dal suo piedistallo, dalla sua arrogante centralità, mentre gli darebbe quella grandezza spirituale invocata dai più grandi Santi e Mistici di ogni tempo e paese.
Noi abbiamo il dovere di denunciare la percezione limitata di questo papa, abbiamo il dovere di accusarlo di insensibilità e indifferenza verso la sofferenza dell’universo animale; abbiamo il dovere di accusarlo di ignorare l’edificante cultura della fratellanza biologica universale che preme nelle coscienze di questa nuova progenie amante della verità e della vita. Ma disgraziatamente sembra che il disprezzo per il mondo non umano, ed una spiccata propensione per le bistecche, sia la condizione a priori per essere parte del clero.
Significativo è l’episodio in cui in visita dal papa un non vedente accompagnato con il suo cane guida, il papa ha salutato con calore l’uomo ma per il cane vicino che gli allungava il muso nemmeno una parola, una carezza. Circostanza in cui anche un macellaio, un vivisettore o un cacciatore avrebbe manifestato riconoscenza, se non altro per il bene fatto alla persona non vedente.
In un altro episodio riportato di recente dal quotidiano Repubblica il 3.6.2014 i papa dice: “Tu puoi andare a conoscere il mondo, in vacanza, puoi avere una villa in campagna, tu stai tranquillo. Ma è meglio forse, più comodo, avere un cagnolino, due gatti e l’amore va ai due gatti e al cagnolino. E’ vero o no questo? Lo avete visto voi? E alla fine questo matrimonio arriva alla vecchiaia in solitudine, con l’amarezza della cattiva solitudine”. Cioè, non sprecate affetto e risorse per gli animali, ma fate figli che vi assisteranno durante la vecchiaia. E si torna a ribadire l’infausto comando biblico “crescete e moltiplicatevi”: una vera e propria bomba ad orologeria che sta portando l’umanità a tensioni internazionali imprevedibili per l’accaparramento delle risorse naturali. Così vanno le cose.
Franco Libero Manco
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Commento di Giorgio Vitali:
“Questo bel pezzo dell’amico Franco Libero mi ha ricordato come gli inglesi beccavano le spie tedesche in Inghilterra durante gli anni più duri della guerra.
Infatti, poiché alle spie non potevano essere date tutte le informazioni possibili, esse cadevano facilmente in uno sbaglio…come quello di pagare in certi ristoranti che erano invece gratuiti, utilizzare male gli spiccioli nell’acquisto di un giornale, sbagliare durante gli-inevitabili-interrogatori fatti ad arte…..GLI INGLESI NON ERANO…E NON SONO GLI ITALIANI…SPECIE QUELLI CHE TRATTAVANO CON GLI ANGLOAMERIKANI CHE BAZZICAVANO IMPUNEMENTE A ROMA CITTà APERTA. Perché è il dettaglio quello che conta. Allora, queste notizie dateci dall’amico Franco Libero NON ci stupiscono affatto, abituati come siamo alle menzogne dei PRETI. Falsi, ipocriti, sepolcri imbiancati, come li definiva Gesù.”