Treia vuole bene al Tibet
Anche Treia è un pezzo di Tibet in molti l’hanno pensato e non solo per le aspre rupi e la vegetazione rigogliosa. Si tenne un convegno sul Tibet il 14 marzo dello scorso anno organizzato al Comune di Treia da Andrea Mozzoni. A cui anche il sottoscritto assistette.
Ed in questo momento di precario equilibrio sociale nel Tibet cerchiamo anche noi di aggiustare con le nostre riflessioni e meditazioni la tensione psichica in corso.
In Tibet vivono 6 milioni di tibetani e la loro cultura viene distrutta dalle continue ingerenze del governo cinese ciò nonostante non c’è guerriglia per le strade, non ci sono attentati dinamitardi né kamikaze, è molto viva invece una campagna di recupero della propria tradizione ed identità che i tibetani portano avanti con iniziative pacifiche.
I bonzi che si danno fuoco? Essi uccidono se stessi e non le guardie cinesi. Ed infatti nella tradizione buddista ci fu in passato l’esempio di auto-immolazione di alcuni santi che per il bene della comunità si sono sacrificati rinunciando alla loro propria vita…
Ricordiamo che nel luglio del 2009. Matteo Renzi, allora sindaco di Firenze, si rifiutò di aprire il portone di Palazzo Vecchio al presidente della Repubblica popolare cinese Hu Jintao in visita nella città, perché – disse – “La Cina è un paese che non rispetta i diritti umani”.
L’11 giugno 2014, Matteo Renzi, nella sua nuova veste di presidente del Consiglio, ha incontrato a Pechino il presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping. Nella capitale cinese il buon Matteo guida la delegazione italiana che partecipa, nella sede dell’Assemblea nazionale del popolo, al primo business forum Italia-Cina…
Oltre a promuovere gli affari commerciali Matteo Renzi spingerà il Governo cinese a trovare una soluzione ragionevole per mantenere l’autonomia culturale dei tibetani?
Paolo D’Arpini – Presidente Circolo vegetariano VV.TT.
Via Sacchette, 15/a Treia (Mc) – Tel. 0733/216293