Omaggio all’asino, l’animale più intelligente del pianeta
L’asino intelligente che da solo vale più di cento somari. Una storia rilevata da Animal Science.
L’asino di un mercante cadde in un pozzo. Non si era fatto male, ma non poteva uscire e continuava a ragliare, mentre il proprietario richiamato dal bacano, pensava cosa era meglio fare. Finalmente il mercante prese una decisione piuttosto crudele: concluse che l’asino era ormai molto vecchio e non serviva più a nulla, mantenerlo in pensione sarebbe stato contro producente e curarlo avrebbe tolto risorse alla casta, il pozzo era secco e in qualche modo bisognava chiuderlo.
Non valeva la pena di sostenere costi aggiuntivi per tirare fuori l’animale dal pozzo.
Il Mercante chiamò i suoi amici vicini per aiutarlo a seppellire vivo l’animale.
Ognuno di loro prese un badile e cominciò a gettare palate di terra dentro al pozzo.
L’asino non tardò a rendersi conto di quello che gli stavano facendo e con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate di terra che gli cadeva addosso, l’asino se ne liberava, scrollandosela dalla groppa e salendoci sopra. In questo modo, in poco tempo, l’asino riuscì ad arrivare fino al bordo superiore ed uscire dal pozzo trotterellando.
La storiella può essere interpretata come un invito alla meditazione per uscire dalla M maiuscola in cui si trova il nostro paese, con una situazione simile a quella dell’asino in fondo al pozzo.
Tutti i Premier incaricati attraverso tre regolari colpi di Stato, tendono a peggiorare la situazione.
Le Ditte continuano a chiudere e per nascondere la forte disoccupazione nel Paese hanno pensato di dividerla fra disoccupati al 13% e inattivi al 20%, promettendo regolari speranze di ripresa e promesse tutte utopiche.
Le rivendicazioni ancora in corso e per nulla considerate per porcate commesse dalle Regioni e dai partiti della Chiesa, attualmente tutti aggrappati al PD per uscire impuniti, mentre il Paese continua ad affondare con le moderne guerre Economiche, l’invasione dei clandestini, rifornimenti esteri, la casta di avvoltoi, i Partiti della Chiesa e le sceneggiate di piazza e negli stadi.
L’Unione Europea, l’Euro, la Merkel, ecc., sono tutti pretesti senza fondo. Se avessimo ancora la Lira il nostro debito pubblico sarebbe quintuplicato.
L’Economia non è un vegetale di cui è sufficiente avere la terra, l’acqua, il concime e poi la natura fa il suo corso, ma richiede innanzi tutto una politica competente, il funzionamento onesto della Giustizia, oltre alla serietà, onestà, tecnologie, Capitali, prezzi concorrenziali e un adeguato mercato sicuro, abbiamo perso persino il mercato interno mentre le Banche si dividono i migliardi distruggenge le nostre Industrie e il nostro mercato. Tutte funzioni che a noi mancano e ci trascinano sempre più giù.
Per risolvere il grave problema del Paese ci vorrebbe un Asino amico.
Anthony Ceresa