Libia, guerra eterodiretta dalla mafia USA (CIA)… e commento del Major General Smedley D. Butler

Solo Babbo Natale pensa che gli avvenimenti di questi giorni in Libia non siano eterodiretti. La Libia è l’ennesimo anello di una strategia fallimentare mirata a favorire il ricambio dei regimi nordafricani e mediorientali con democrazie islamiche moderate e filoccidentali. La prevedibilissima disgregazione della Libia post-Gheddafi in aree tribali ha portato al minimo l’export petrolifero, e messo in pericolo gli investimenti che le potenze che hanno rovesciato Gheddafi hanno fatto.

Esattamente come sta avvenendo in Egitto, si torna ai cari, vecchi, regimi militari, che tengono sotto controllo il salafismo militante e le spinte all’autonomia tribale. L’ex generale che sta conducendo il colpo di Stato, perché di questo si tratta, è uno che era caduto in disgrazia con Gheddafi dopo la sconfitta in Ciad, e che, guarda caso, durante l’esilio, ha vissuto in un posto degli USA che si chiama Langley,e secondo Monde Diplomatique è stato allevato dalla CIA, per tornare in Libia con un ruolo primario. Eccolo qui il ruolo primario.
[ Tupac Amaru ]

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USA. Guerra e mafia – I spent thirty-three years and four months in active military service as a member of this country’s most agile military force, the Marine Corps. I served in all commissioned ranks from Second Lieutenant to Major-General. And during that period, I spent most of my time being a high class muscle-man for Big Business, for Wall Street and for the Bankers. In short, I was a racketeer, a gangster for capitalism. Looking back on it, I might have given Al Capone a few hints. The best he could do was to operate his racket in three districts. I operated on three continents.” ― Major General Smedley D. Butler, USMC, The Most Decorated Marine In US History

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