Ricostruire l’Europa dei popoli su base federativa

L’Unione Europea è nata su basi sbagliate, succube degli interessi economici degli USA e si è sviluppata ancor peggio dando mano libera al “mercato” ed alla grande finanza che lo governa e lo usa per rendere globale il suo potere.

Alla Banca Centrale Europea sono stati conferiti pieni poteri sovrani su finanza ed economia, sottraendoli agli stati, al Consiglio d’Europa e al parlamento europeo, nonché la proprietà stessa della moneta.

Le quote proprietarie della Banca Centrale Europea sono ripartite tra Banche Centrali dei paesi membri (che per la maggior parte sono in mano a banche private, come in Italia dove lo Stato detiene solo il 5%).
Va rilevato che la nostra Costituzione reca scritto all’art.11: (..) “consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”, ed è quindi evidente che l’avvenuta cessione di sovranità monetaria, economica e finanziaria alla BCE è incostituzionale.

Potremmo individuare il 1981, anno del divorzio tra Ministero del Tesoro e Banchitalia, l’avvio della china lungo la quale ci hanno condotto partiti, logge e banche, rendendoci succubi delle decisioni assunte negli organismi elitari riservati a poteri occulti, grande finanza e le sue lobby industriali, bancarie, mediatiche, militari, chimiche, farmaceutiche, ecc.

I profondi danni di tali scelte sono: l’indebitamento “pubblico”, anche per coprire le fallimentari speculazioni finanziarie delle stesse banche; la svendita delle industrie pubbliche che avevano fatto il “miracolo economico” dell’Italia nel dopoguerra; l’impossibilità di difendere l’agricoltura, l’allevamento, la pesca, l’industria, l’artigianato e i servizi italiani, con drammatiche ricadute sui livelli occupazionali, dalla impari competizione con sistemi paese in cui vigono tributi, salari, costi energetici e tutele ambientali enormemente più ridotti; la riduzione dei finanziamenti per la scuola, la ricerca, la cultura, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e architettonico del paese.

Si può sfuggire alla globalizzazione che mortifica imprese, posti di lavoro, salari, stipendi, pensioni e pubblici servizi, solo uscendo dal sistema che la impone.
B – Per una moneta di proprietà del popolo, con cui ci libereremo dal debito e aiuteremo imprese e persone

L’attuale debito italiano sarà ripulito da crediti verso altri stati, dai frutti dell’usura e dell’anatocismo (interessi sugli interessi) praticato da BCE e dalle grandi banche internazionali.
Governanti, Amministratori e Dirigenti pubblici, dovranno rispondere di ruberie e dissipazioni di denaro e patrimoni pubblici, con i patrimoni da loro accumulati.

Recederemo da contratti militari e accordi ora secretati, che implicano uso scorretto e/o incostituzionale di denaro e proprietà pubbliche, compreso i costi per le guerre e per il mantenimento delle basi straniere sul nostro territorio. Fatte queste “naturali” pulizie del debito pubblico, sul debito residuo andranno aperti dei negoziati, sulla base della legislazione internazionale.

L’uscita dalla moneta-debito, Euro (comprata, a debito e con interessi, dai banchieri della BCE), e l’istituzione della moneta a credito, vecchia £, di proprietà della Banca d’Italia a totale proprietà pubblica, doterà il paese dello strumento indispensabile per:
una sensibile riduzione della tassazione su imprese e persone;
attuare corrette e prioritarie politiche industriali, economiche, sociali, ambientali e culturali, decise dalle istanze democratiche del popolo e sottratte all’arbitrio della speculazione;
onorare i depositi bancari ed i titoli di Stato legalmente posseduti dai cittadini italiani;
supportare la funzione di servizio delle banche commerciali, separandole da quelle di investimento, i cui ambiti e modalità di intervento andranno rivisti e diversamente normati al pari delle speculazioni in Borsa e della attività delle Agenzie di rating;
eliminare la disoccupazione;
fare le necessarie opere di risanamento degli ambienti inquinati e mettere in sicurezza idrogeologica il territorio;
recuperare e valorizzare, anche a fini turistici, l’enorme patrimonio storico, artistico, culturale e architettonico, oggi in totale abbandono;
disporre di finanziamenti adeguati per potenziare tutti gli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata, alla corruzione e alle ruberie di denaro pubblico che riceveranno un colpo mortale anche dalla conquista della sovranità popolare e della Democrazia Diretta.

Per ottenere finanziamenti pubblici dalla Banca d’Italia, le imprese che, per innovazioni di processo e/o di prodotto, introdurranno riduzioni dell’impatto ambientale e migliori condizioni di lavoro e di salute per dipendenti e acquirenti dei beni ivi prodotti, non avranno interessi da pagare.I prestiti-finanziamenti saranno garantiti da quote pubbliche di pari importo nella proprietà degli immobili e/o in quote azionarie (come viene in parte praticato dai Lander tedeschi), ma restando fuori dalla gestione dell’impresa, che dovrà ripartire utili e i profitti pro quota, anche con la Banca d’Italia. L’impresa, quando vorrà e potrà, procederà alla riduzione-restituzione del capitale e delle relative garanzie patrimoniali.

Il parere sui finanziamenti sarà deciso dalle comunità locali di riferimento, supportate da un rappresentante della Banca d’Italia.
Se una impresa delocalizzata o acquistata da multinazionali per essere chiusa e/o per sfruttarne il solo marchio, (oppure imprese acquistate durante gli shopping delle attività produttive italiane sostenuti dalla complicità dei precedenti governi e da capitali inventati dalla grande finanza), dovessero decidere di “non partecipare” al pieno recupero occupazionale e produttivo deciso dal nostro Governo, queste verranno confiscate e indennizzate con partecipazione azionaria. Verranno ripristinati i dazi doganali al fine di difendere le produzioni nazionali.

Un’auto, un abito, un mobile, così come vino, olio, arance, ecc. potranno entrare in Italia pagando la differenza tra i loro costi di produzione e i nostri migliori minor costi, finché lo stato in oggetto non avrà adeguato i propri standard salariali e e sociali).

Fernando Rossi

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Commento di Marco Bracci: “Non mi stancherò mai di dire che gli USA, a cui vengono attribuiti tutti i mali della nostra epoca, non sono altro che il braccio armato. Chi architetta tutto lo sfascio che c’è e c’è stato sono ben altri. Infatti uno degli eventi catastrofici, per il popolo e l’umanità, ma ottimamente riuscito per il Potere, è stata la dittatura di Pinochet e tutto ciò che ne è conseguito (Iraq, Russia 1989, Afghanistan, ecc.). Tali eventi non sono stati altro che la messa in pratica delle teorie di Nelson Friedman e suoi predecessori, istituzionalizzate dal gruppo di studenti e professori della “Scuola di Chicago”, Università gestita dai Gesuiti. Lì è il vero male, soprattutto ora che sono riusciti a mettere uno di loro anche sul trono di Pietro.”

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