Nell’Artico continuano ad aumentare le temperature: un disastro annunciato per tutti noi!

Qualcuno tra nostri lettori potrebbe obiettare sul fatto che ci interessiamo troppo spesso dell’emisfero nord del pianeta e in particolare del Polo Nord. Non a caso, potremmo rispondere, insistiamo su questa area polare perché essa funge da “frigorifero” per l’intero pianeta. Essa infatti emette più calore verso lo spazio, rispetto a quello che assorbe, in questo modo il calore in eccesso, per l’equilibrio del clima del pianeta, viene scaricato nello spazio.

Secondo gli scienziati il continuo aumento della temperatura sul Polo Nord che negli ultimi 50 anni è salita di 2 gradi, contro quasi 1 grado del resto del pianeta, è un sintomo molto preoccupante. Infatti si teme un fenomeno di retroazione che potrebbe attivare un ulteriore riscaldamento globale (amplificazione artica).

Ad esempio, quando il ghiaccio marino bianco si fonde in estate, le zone d’acqua rimaste scoperte, più scure, tendono ad assorbire maggiore calore proprio in funzione della loro diversa colorazione. Ciò determinerebbe una sorta di circolo vizioso che causerebbe un ulteriore accelerazione della fusione dei ghiacci, con drammatiche ripercussioni su tutto il clima della Terra. Paradossalmente le isole inglesi tornerebbero ad essere più fredde a causa dell’arretramento della corrente del Golfo appesantita dall’acqua dolce proveniente soprattutto dallo scioglimento del ghiaccio della Groenlandia.

E’ comunque un dato di fatto che negli ultimi 30 anni il tempo dell’Artico è mutato a causa del cambiamento climatico causato dall’uomo. Il riscaldamento di tale regione sta causando sostanziali modifiche nei ghiacci marini, così come sull’innevamento e l’estensione del permafrost. Nel primo semestre del 2010 le temperature dell’aria nella regione artica, secondo i dati NOAA, sono risultate 4°C più alte rispetto al periodo di riferimento 1968-1996.

I dati da satellite mostrano inoltre che negli ultimi 30 anni la copertura di ghiaccio marino artico è diminuita del 30% nel mese di Settembre, il mese che solitamente segna la fine della fusione stagionale estiva, mentre anche la copertura nevosa via terra è diminuita, così come i ghiacciai di Groenlandia e Canada settentrionale si stanno ritirando notevolmente.

Testo rielaborato da A.K. da un articolo di Fabio Da Lio

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