Il discorso di Renzi sul vuoto.. Ma non è zen… è vuota politica!
Prima parte: Il discorso di Subhuti sul vuoto
Subhuti era discepolo di Buddha. Era capace di capire la potenza del vuoto, il punto di vista che nulla esiste se non nei suoi rapporti di soggettività e di oggettività. Un giorno Subhuti, in uno stato d’animo di vuoto sublime, era seduto sotto un albero. Dei fiori cominciarono a cadergli tutt’intorno. « Ti stiamo lodando per il tuo discorso sul vuoto » gli mormorarono gli dèi. « Ma io non ho parlato del vuoto» disse Subhuti. «Tu non hai parlato del vuoto, noi non abbiamo udito il vuoto» risposero gli Dèi. « Questo è il vero vuoto ». E le gemme cadevano su di lui come una pioggia.
Seconda parte: Sarò “breve e circonciso”.
Come consiglierebbe Davide Tripiedi voglio darvi un piccolo consiglio:
Registrate un discorso di Matteo Renzi e poi sbobinatelo. Letteralmente. Come faceva la Gialappa’s con Trapattoni. Scoprirete una cosa meravigliosa: Renzi non dice nulla. Assolutamente nulla. Lasciamo stare la sua strategia politica, che non esiste o più esattamente è un continuo fare ciò che aveva giurato di non fare. Renzi mente con la stessa naturalezza con cui Alvaro Vitali scoreggiava, lui è fatto così. Gli ultimi casi di politica bipolare renziana sono la neutralizzazione della convalida per le dimissioni in bianco di lavoratrici giovani, neospose e neomamme (da Fabio Fazio aveva promesso il contrario); e poi il ddl Delrio che dice di cancellare le province ma non le cancella affatto: ovviamente, per farlo approvare, Renzi ha posto la fiducia al Senato, proprio come facevano i governi Berlusconi, Monti e Letta.
Tutte queste cose, chi vuole, le sa. Renzi, politicamente, non esiste. E’ solo chiacchiere e pancetta (che lievita peraltro con una velocità si spera un giorno proporzionale alla ripresa economica). Vi invito piuttosto a prestare attenzione certosina alle sue parole, ai suoi slogan, ai suoi discorsi. Non dice assolutamente nulla. Un mix tra il Conte Mascetti, i baci Perugina e il Jovanotti dell’unica grande Chiesa che parte da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa. Qualche esempio.
1) “L’Europa non è un insieme di regole: è mio nonno che fa la guerra, è mia madre che piange perché guarda il Muro cadere, è mio figlio che farà l’Erasmus”. E quindi?
2) “Per rilanciare la competitività delle nostre industrie, occorre che l’Europa ritorni a fare l’Europa”. E quindi?
3) Ma il capolavoro autentico è di qualche giorno fa alla Camera. Testuale: “Il futuro non è uno spazio da aspettare. Il futuro è un luogo da conquistare”. Eeeehhh? E quindi? Concretamente e al netto di ottimismi da discount, che vuol dire? Come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribài con cofandina? (cit).
Ogni volta che Renzi parla, sbobinate i suoi interventi e raccogliete le sue perle in una pagina apposita: un giorno potremo raccontarlo ai nostri nipotini. Benvenuti nell’era della Politica Antani. Senza il talento di Tognazzi, però.
Andrea Scanzi