Vladimir Putin, il non virtuale che sfugge agli spioni e piace ai semplici
Vladimir Putin sarebbe l’incubo degli 007 americani. Non ha un cellulare, non usa internet. E’ anche per questo motivo che lo spionaggio Usa nulla sapeva dell’invasione russa in Crimea.
Già nel 2005 il leader del Cremlino aveva confessato di non fare uso di telefoni portatili e nel 2010 aveva rimarcato: “Se ne avessi uno, non smetterebbe mai di suonare”. In realtà, nella sua abitazione privata esiste un telefono fisso, “ma quando squilla non sempre rispondo”. E ha dimostrato anche di sapere poco di internet; durante un incontro con alcuni industriali russi, un paio di settimane fa, a uno che citava un documento che circolava sul web ha risposto sarcasticamente: “Ci vado raramente, in questo luogo dove tu apparentemente vivi, questo internet”.
Come si tiene informato, quindi, uno degli uomini più potenti della Terra? Con i dossier che le agenzie di intelligence gli forniscono periodicamente e, secondo il Time, con una serie di telefoni “dedicati”. L’America, intanto, sta cercando con ogni mezzo di intercettare comunicazioni radio e telefoniche per provare a scoprire le prossime mosse di Putin.
Nel giudizio che diamo della Russia continuiamo a riferirci al comunismo, che onestamente ha inventato ben poco rispetto ai precedenti 600 anni di zarismo. Il comunismo e’ stato semplicemente uno zarismo non ereditario , con qualche velleità illuminista.
La storia russa e’ dominata dal conflitto perenne e ricorrente tra il centro politico e la periferia economicamente forte.
Quando le periferie economicamente forti minano il potere del centro, esso reagisce sterminando i boiardi della situazione e riportando l’ordine con le maniere forti. Questo è un meccanismo che si ripete con la precisione di un orologio da 600 anni, e non dipende né da Putin né da chiunque altro.
Il più perfetto governo democratico che si affermasse in Russia vedrebbe crescere enormi aggregazioni di ricchezza in periferia, e i nuovi ricchi inizierebbero ad inficiare il potere del governo centrale. A quel punto, la medesima democrazia non farebbe altro che reagire (su richiesta dei russi) sterminando i nuovi ricchi, perseguitandoli o distruggendoli in qualche modo. Il problema è che le periferie confinano con gli stati vicini, e il risultato di questo fatto è che i nuovi ricchi spesso sono collusi con stati stranieri. Quando il governo centrale li stermina, il risultato è che gli stati stranieri si vedono ammazzare gli amichetti e accusano il governo russo di autoritarismo. Ma questo è un meccanismo storico che si ripete ciclicamente in Russia, e non ha mai inficiato né modificato la natura civica di alcun governo..
Giancarlo Murgia
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Integrazione di Alfonso Piscitelli:
…chi scrive è un “putiniano”: considera Vladimir Putin il più importante statista europeo e fatte le dovute differenze di contesto guarda a Putin come un patriota risorgimentale siciliano del 1861 guarderebbe a Cavour, Garibaldi, Vittorio Emanuele e come un patriota del Baden-Wurttemberg del 1870 guarderebbe a Bismark e al Re di Prussia. Ovviamente le analogie valgono fino a un ceto punto: qui non si tratta di costituire uno Stato accentrato monolitico, con capitale Mosca, ma di pensare a una vasta e articolata confederazione di popoli europei che non può non includere la Russia (che però non è propriamente uno Stato minore… e neppure una “media potenza regionale”).
Quali sono i motivi del giudizio positivo di Putin? Elenchiamoli, schematicamente e senza pretesa di esaustività:
1. Putin ha restaurato in Russia una “concezione spirituale della vita”, incentrata sul rispetto delle grandi tradizioni religiose russe (cristianesimo, buddhismo, islam scita, sciamanesimo siberiano). Esaurita definitivamente la fase del materialismo di Stato la Russia torna a essere un luogo spiritualmente libero dove vige la compresenza rispettosa delle grandi Tradizioni religiose e se Putin bacia le icone ortodosse, il suo ministro della difesa Shoigu è buddhista.
2. Putin promuove una grande alleanza di civiltà d’Oriente (India, Cina, Iran) per bilanciare l’unipolarismo promosso da chi all’indomani del crollo del Muro di Berlino aveva la convinzione di annunciare la “fine della storia”.
3. Ultimamente, sia pur con risultati alterni, Putin ha intensificato le relazioni anche con il Giappone cercando di sottrarlo all’area americana.
4. Attraverso la cooperazione energetica (North Stream) e tecnologica (ammodernamento della Transiberiana) sta stringendo i legami strutturali tra Germania e Russia e l’integrazione tra le due grandi potenze europee procede nonostante il governo per molti aspetti occidentalista della Merkel.
5. Il Partito Russia Unita sta sviluppando i legami con quei movimenti identitari e sovranisti che – sia pur con qualche semplificazione intellettuale e qualche incertezza strategica – si propongono di ovviare ai guasti della società multietnica, del commissariamento dall’alto dei Popoli europei e dell’esposizione ai condizionamenti dei grandi speculatori occidentali.
6. Putin sta rinnovando il volto della Russia promuovendo opere come la “Grande Mosca”, nella cui realizzazione peraltro un ruolo importante assume il design di architetti italiani.
7. Putin ha vietato gli OGM sul suolo russo.
8. Putin ha indicato l’obiettivo dell’autosufficienza alimentare della Russia.
9. Egli ha indicato stabilito l’obiettivo del ripopolamento delle aree rurali e ha indicato la vita a stretto contatto con la natura come un modello positivo da proporre ai giovani.
10. Putin combatte in Siria e Egitto il terrorismo salafita e nello stesso tempo impedisce che in Siria e Iran si pongano le premesse per un nuovo disastroso intervento armato.
11. Ha fatto spiccare un mandato di cattura internazionale per Soros, lo speculatore internazionale che invece in alcuni paesi occidentali è addirittura considerato un filantropo e un munifico mecenate di artisti della politica…
13. Putin ha posto un argine all’espansione del fondamentalismo islamico in Russia e ha condannato l’ideologia del multiculturalismo ribadendo la necessità per gli immigrati di rispettare le leggi, le tradizioni religiose e civili del popolo che li ospita.
14. Guardiamo con interesse allo svilupparsi in Russia di iniziative come i Giochi militari studenteschi e al rinascere dell’Ordine dei Cosacchi. La storia dei prossimi decenni dirà se questo genere di iniziative saranno feconde per la conservazione della civiltà europea o se lo sarà invece un modello incentrato sul Grande Fratello, sul consumismo televisivo, sulla rivendicazione isterica di diritti di piccole lobby.
15. Importante è in Russia la rivalutazione dell’importanza del “pubblico”: scuola pubblica, sanità pubblica, gestione attraverso aziende strettamente legate alla sovranità statale del petrolio e delle altre risorse del sottosuolo, esercito pubblico basato sulla leva di popolo e non sull’impiego di professionisti delle armi.
16. Nella Russia di Putin sono disincentivati divorzio e aborto, vengono aiutate le famiglie prolifiche. È stato posto rimedio al drammatico crollo demografico che era frutto della crisi profonda degli anni Novanta.
18. La droga, ovviamente, è severamente proibita e sono stati previsti check up periodici per tutta la popolazione giovanile.
19. L’omosessualità tollerata in privato non viene innalzata a “modello pubblico”. Allo stesso modo le starlet del mondo dello spettacolo non vengono considerate profetesse di una qualche verità rivelata e se compiono provocazioni premeditate offendendo ciò che vi è di più sacro ne pagano le conseguenze.
Per tutti questi motivi Putin è entrato nel mirino di contestatori arguti ma abbastanza faziosi, come quel Bernard Henry-Levi che dalle colonne francesi e anche italiane tuona contro di lui. Per questi motivi (ma altri ancora più profondi potrebbero essere addotti: motivi di ordine storico, spirituale, culturale) noi stiamo con Putin.
(Fonte: http://www.millennivm.org/millennivm/?p=825)