La canzone di Primavera di Teodoro Margarita

Primavera.

“Primavera vien danzando, vien danzando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?”

Porta un tralcio di passiflora, anche a questo inverno,
sopravvissuto ancora.
Porta quattro tinte di giacinti variopinti,
fiori bianchi sul susino, fiori rosa sopra il pesco
e questo zefiro, venticello fresco.
Porta a mazzettini profumate, timide viole,
porta bombi contenti e lucertoline al sole.
Porta l’erbetta lucente, porta le gemme rosse della vite
e le scaglie della pelle vecchia di un serpente.
Porta il tralcio del salice piangente,
la fronda frusciante nell’acqua del torrente.
Porta la trota e porta la paperella,
allegra brigata nel laghetto, sotto la cascata.
Porta, oh che sorpresa, son davvero belli,
nelle ombre della sera,
un paio di pipistrelli.

Porta la felicità, ma questo, qui tutti lo sanno,
del vivere sulla terra, su questo tondo
poggetto di Cranno.

Teodoro Margarita

Post Scriptum
A chi avvista la prima rondine, sia data una pagliuzza d’oro!
Alle anime sensibili, a chi lascia camminare le api sul dorso della mano.
A chi capisce il linguaggio delle nuvole, a chi sa sondare la profondità dei cuori.
A me stesso, che l’acqua della fonte, lasciata dischiusa dalle Muse,
giammai si inaridisca.
A voi, nella stagione che viene, una canzone.

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