Cultura alimentare retrograda: “Mangiare tutto ciò che si muove..”
Quando viaggiavo in Africa spesso mi son dovuto accontentare di cibi strani. Nelle comunità tribali tutto ciò che si muove è considerato “cibo”. Compresi i cani, compresi i topi, le scimmie, le formiche e -perché no?- anche gli umani stessi. Al tempo di Bokassà, mi trovavo in Centro Africa dove si vociferava di “frigoriferi imperiali riempiti di tranci di giovanetti”. La stessa cosa l’abbiamo letta nelle cronache recenti di altri paesi africani in cui il cannibalismo stenta a morire.
Nella disperata ricerca di nuove fonti alimentari, visto che l’invasione del pianeta da parte degli umani sembra un processo irreversibile, gli scienziati e le industrie che li foraggiano stanno tentando tutte le strade per creare nuovi sbocchi commerciali e nutrizionali. La via più semplice sarebbe quella proposta da noi vegetariani: nutrirci direttamente dei prodotti agricoli interrompendo il meccanismo della produzione a fini di allevamento industriale del bestiame da carne. Con questa soluzione potrebbe sopravvivere una popolazione tre volte superiore all’attuale.. ma la proposta non piace alle multinazionali ed ai governi. E quindi avanti con lo sfruttamento delle risorse. Avanti con gli ogm ed i veleni sui campi, con i concimi chimici, con le macchine agricole e con la stabulazione forzata e l’inquinamento da deiezioni. Una diretta conseguenza dell’inquinamento dei mari è stata da una parte la morte di pesci e mammiferi marini e dall’altra la crescita spaventosa di mucillagini e di meduse.
E ti pareva che le industrie che hanno causato l’inquinamento non ne approfittassero per proporre soluzioni “alternative”?
“E se queste meduse le mangiassimo?” Dicono, aggiungendo che in oriente già lo fanno da secoli, qui da noi solo qualche esperimento locale.
Ecco di seguito quanto ha da dire in proposito l’Accademia Kronos: “l’Istituto Superiore di Nutrizione, il CNR e altri enti legati all’alimentazione, stanno per preparare una guida all’alimentazione alternativa dal mare, celenterati compresi. Lo scorso anno l’associazione Mare Vivo ha coinvolto alcuni istituti alberghieri in Campania per sperimentare qualche piatto a base di meduse. E’ stato un successo: le ricette capresi-orientali a base di celenterati sono piaciute agli invitati.
Le meduse più commestibili da noi sono l’Aurelia e la Velella, tuttavia, a parte la Caravella Portoghese, tutte le nostre meduse sono eduli, ovviamente private dei loro tentacoli. Le meduse hanno anche proprietà terapeutiche, non ultima quella di abbassare la pressione arteriosa e il livello di colesterolo, agiscono anche sulle articolazioni e sulla pelle.
Si possono servire come sottilissimi spaghetti, in insalate, fritte o al forno. In Giappone con le meduse si fanno anche dei dolci, caramelle e fette biscottate.
Il sapore? Per chi le ha già mangiate descrive come” una gradevole esplosione di mare in bocca”. Tuttavia il sapore di mare è gradevole e non intenso, una volta bollita o cotta la medusa perde la parte esterna, che è quella più vischiosa, e rimane il nucleo più resistente che assume la consistenza dell’albume dell’uovo e perde la trasparenza.
Due anni fa la FAO organizzò a Roma un’ importante conferenza internazionale sul tema: “Come sfamare la popolazione mondiale in continua crescita demografica”. Si parlò di insetti definiti come un cibo infinito e ricco di proteine. Si disse che trasformati in farine avrebbero potuto nutrire quasi mezzo pianeta; del resto in alcune parti del mondo già da secoli mangiano insetti, vedi Asia orientale. Ora se i mari si spopolano di pesci a causa delle meduse, perché non pensare a mettere nei nostri menù giornalieri questi celenterati cucinati in varie salse?
Uno scienziato giapponese ha anche prospettato di raccogliere le meduse dei mari, farle essiccare, trasformarle in farine e alimentare una parte dell’umanità.”
Ma se torniamo con i piedi per terra dobbiamo necessariamente riflettere e capire se questa vicenda delle meduse è un’opportunità o un segno del disastro ecologico che sta sconvolgendo il pianeta?
Paolo D’Arpini
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Articolo in sintonia: http://www.ilmattino.it/primopiano/esteri/nigeria_ristorante_carne_umana_arresti/notizie/524573.shtml